Lo sguardo vuoto e senza luce racconta quindici anni di vita buttata via, tra la noia e il silenzio, soffocando le più elementari necessità dettate dalle leggi della natura: muoversi, spostarsi attraversando spazi enormi, percepire gli odori, confrontarsi con i propri simili, cacciare le prede. Eppure questo deve essere stato lo scorrere del tempo per le quattro tigri abbandonate per quindici lunghi anni in un vagone di un treno fermo in mezzo al nulla, nella provincia di San Luis, in Argentina. Circondate da erba selvatica che si muove al vento, senza riparo dalla pioggia e dal vento se non per quel tetto in lamiera che però si arroventa con il sole. Distese su un pavimento di metallo invece che sdraiate sulla terra, un pavimento ricoperto di escrementi e di avanzi di cibo su cui svolazzano le mosche.
È la storia davvero triste delle "tigri del treno" che, fortunatamente, potrò avere un lieto fine perché Four Paws, l’organizzazione internazionale che si occupa di benessere animale, ha deciso di intervenire e ha chiesto e ho ottenuto dalle autorità argentine di poterle trasferire in uno dei suoi 11 santuari nel mondo dove si accolgono animali dal passato tormentato. Per le 4 tigri argentine la meta, che raggiungeranno nelle prossime settimane, è Lionsrock, il santuario sudafricano che accoglie un centinaio di grandi felini salvati dagli zoo e dai circhi di tutto il mondo.
Abbandonate in un vecchio vagone di un treno abbandonato, per quindici anni di solitudine e noia
La storia inizia quindici anni fa quando due tigri, un maschio di 18 e una femmina di 15 anni, vengono abbandonati da un circo itinerante. Le lasciano semplicemente lì, in mezzo al nulla, sul vagone di un treno abbandonato e trasformato in una grande gabbia ambulante. Le abbandonano chiedendo ad un contadino del luogo di occuparsene per sei mesi. Promettendo di tornare a prenderle. Le lasciano lì, come oggetti in disuso, e non tornano mai più. Per le due tigri, già sfruttate per le esibizioni del circo, inizia una seconda vita in cattività, non più in giro con il circo, ma ferme in mezzo ad un prato spoglio con il vagone che si arrugginisce giorno per giorno.
«La carrozza del treno è stata sporca di escrementi e avanzi di carne e ossa per molto tempo – racconta il dottor Amir Khalil, il veterinario che guida la missione di salvataggio di Four Paws e che ha già visionato lo stato in cui sono state abbandonate le quattro tigri – Le tigri hanno bisogno di muoversi, correre, giocare e fare il bagno. Essere rinchiusi in un vagone di 75 metri quadrati e camminare solo avanti e indietro per 15 anni non è una vita degna di una tigre».
Con il passare degli anni le tigri diventano quattro. Lo spazio lo stesso. Le condizioni di vita identiche. Il contadino che si era preso cura di loro fatica a denunciare la storia perché in Argentina la detenzione di animali selvatici è illegale. Solo nel 2021 le autorità argentine capiscono che non è più possibile lasciare le cose come stanno. E si comincia a cercare soluzioni. «Quando i rappresentanti dell‘autorità responsabile della fauna selvatica hanno visto le condizioni di vita di questi felini durante una visita d'ispezione l'anno scorso – spiega l’organizzazione – hanno iniziato a cercare soluzioni, sapendo che non avrebbero potuto riutilizzare le tigri lì sul territorio.
L'intervento del Ministero dell'Ambiente argentino per trovare una nuova casa alle tigri
Non appena Four Paws è venuta a conoscenza del caso, ha offerto alle autorità il suo supporto e la sua esperienza nei salvataggi e trasferimenti di animali selvatici». Il Ministero dell'Ambiente e dello Sviluppo Sostenibile ha accettato di far esaminare le tigri in attesa che vengano trasferite al Lionsrock Big Cat Sanctuary in Sud Africa. «Tutti quegli anni in uno spazio così piccolo hanno sicuramente influito sul loro benessere mentale e fisico. Ora abbiamo una finestra di opportunità per salvarle, e lo faremo – dice il veterinario di Four Paws che aggiunge – attualmente le tigri sono ancora nel vagone del treno. Stiamo lavorando sulla logistica per salvarle nelle prossime settimane e stiamo anche lavorando a stretto contatto con le autorità».
Soltanto 3900 le tigri libere in natura. Tre volte tanto quelle in cattività per scopi commerciali
In tutto il mondo sono rimaste soltanto circa 3.900 tigri libere di vivere nella natura. Paradossalmente circa il triplo vivono invece in cattività anche perché anche a causa della mancanza di regolamenti a livello mondiale, il commercio di grandi felini è fiorente. Le tigri vive vengono spedite in tutto il mondo per essere tenute come animali domestici e abusate per l'intrattenimento umano nei circhi, negli zoo o per interazioni a pagamento. Le tigri e altre specie di grandi felini vengono uccise per la loro pelle, pelliccia, ossa e denti. Il Sudafrica, in particolare, è un pozzo senza fine di piccoli allevamenti di felini in cattività destinati a questo commercio.
Contrastarlo e mettere fine a queste pratiche crudeli e anacronistiche è l’obiettivo della campagna #Break the Vicious Cycle di Four Paws, lanciata dall'associazione proprio nell'Anno della Tigre, secondo il calendario cinese. «La nostra campagna rivela che l'allevamento illegale di grandi felini è una realtà e un problema. Queste azioni sono cruciali per proteggere queste specie vulnerabili, e nel nostro mondo altamente connesso tutto questo ha un impatto sul futuro del pianeta spiega il CEO di Four Paws Josef Pfabigan. – Salvando queste quattro tigri in Argentina, forniamo una vita migliore per loro individualmente e creiamo la consapevolezza che tutti gli animali a livello globale devono essere trattati con rispetto, empatia e comprensione».
Il futuro a Lionrock, in Sudafrica
Le quattro tigri argentine troveranno invece i loro spazi in un Sudafrica molto più accogliente. «A Lionsrock la caccia, il commercio o l'allevamento di grandi felini sono severamente vietati. Inoltre, anche le interazioni tra animali selvatici e visitatori sono proibite». La prossima settimana cominceranno i lavori per il trasferimento. E finalmente potranno lasciare la carrozza del treno abbandonata nel terreno agricolo nella provincia di San Luis. I sei mesi si sono trasformati in quindici anni e naturalmente, tutto questo tempo in uno spazio così piccolo e senza opportunità di vivere i loro istinti naturali ha sicuramente influito sia sul loro benessere fisico che su quello mentale. Si sono sicuramente annoiate lì dentro, non c'è niente da fare. Nessuna corsa, nessuna caccia, nessun gioco. Nessun corso d’acqua né laghi dove bagnarsi. La loro vita precedente, esibite in un circo, forse era stata anche peggio tra addestramenti forzati e lunghissimi trasferimenti tra una tappa e l’altra degli spettacoli circensi. Si meritano un’altra vita e da oggi comincia il conto alla rovescia.