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15 Marzo 2022
11:55

Il sottomarino di Greenpeace alla scoperta della vita sui fondali dell’Oceano Antartico

La spedizione antartica di Greenpeace ha esplorato i fondali del Mare di Weddel, inaccessibili fino ad oggi a causa dello strato di ghiaccio che ora si sta invece sciogliendo per il cambiamenti climatici.

Giornalista
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La nave di Greenpeace in Antartide (credits:@Greenpeace)

Man mano che il sottomarino scende, tutto intorno diventa sempre più buio. E silenzioso. Quando si arriva a 550 metri sotto il livello del mare, il silenzio è assoluto e il buio anche. Eppure, a quella profondità e in quel silenzio assordante, c’è una vita intensa e abbondante. Una vita preziosa, cresciuta nei secoli durante i quali, silenziosamente, si evolveva e si trasformava.

Spugne colorate, stelle marine, coralli, piccoli pesci trasparenti: forme di vita dai nomi complicati e dalle fattezze insolite che si muovono nell’acqua o che si ancorano sui fondali sabbiosi. È la vita misteriosa e semi sconosciuta che il sottomarino di Greanpeace Deep Worker è sceso a cercare sui fondali del Mare di Weddel, sotto una crosta di ghiaccio diventata ormai così sottile da permettere di arrivare fino a dove gli uomini non erano ancora mai arrivati.

Louisa Casson di Greenpeace: «Fino in fondo all'Oceano Antartico per trovare la vita e proteggerla»

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Foche sul giaccio dell’Antartide (credits:Greenpeace)

«Greenpeace ha navigato fino all’Antartide per indagare su come la crisi climatica stia impattando uno degli ambienti più incontaminati della Terra – spiega Louisa Casson portavoce della spedizione, una dei 33 esperti, provenienti da 20 paesi del mondo, rimasti in mare per 19 giorni. – La nostra nave è stata usata come piattaforma per facilitare gli studi sulle colonie di pinguini nella zona, considerati indicatori della salute di quell'ecosistema. Ma abbiamo anche documentato la fauna unica della regione usando un sottomarino per visitare siti mai visitati prima dall'uomo. Il viaggio si è svolto nell'area intorno alla Penisola Antartica e nel vasto e remoto Mare di Weddell».

La necessità di santuari marini per proteggere gli oceani

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Il sottomarino di Greenpeace Deep Worker (credits:Greenpeace)

Ma il vero motivo di ogni viaggio di ricerca è quello di alimentare la consapevolezza della necessità di un intervento urgente in difesa di mari e oceani. «Questa spedizione fa parte di una campagna di Greenpeace che va avanti da cinque anni – spiega Casson – Quasi 5 milioni di persone in tutto il mondo hanno firmato una petizione affinché i governi creino un trattato globale sugli oceani che possa proteggerli. Più di 100 governi si sono impegnati pubblicamente a proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030». L’obiettivo è quindi quello di creare dei santuari oceanici, vaste aree marine dove le azioni inquinanti dell’uomo vengano limitate o preferibilmente annullate. «Alcune parti dell'Antartide si stanno riscaldando più velocemente di qualsiasi altra parte del pianeta. Il riscaldamento della penisola antartica nella seconda metà del XX secolo è stato maggiore di qualsiasi altro ambiente terrestre. L'oceano intorno all'Antartico ha registrato circa il 50% dell'aumento di calore globale dell'oceano dal 2005».

L’Antartide si riscalda e gli animali perdono il loro cibo

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Fauna marina sui fondale del Mare di Weddel (credits:Greenpeace)

Ma in che modo la trasformazione delle acque gelide del sud del mondo può influire sulla temperatura del resto del pianeta? «L’Antartide sta perdendo ghiaccio e il suo oceano sta cambiando rapidamente. Le conseguenze di questi cambiamenti si estendono a tutto il pianeta, poiché i nutrienti provenienti dall'Oceano meridionale sono alla base delle reti alimentari marine di tutto il mondo» spiega la Casson che sottolinea come «la calotta antartica sta perdendo massa e contribuisce all'innalzamento globale del livello del mare. Il rapido riscaldamento ha già causato una significativa contrazione nella distribuzione del krill antartico, una specie chiave che fornisce cibo a tutto, dai pesci alle foche, ai pinguini e alle balene. Un ulteriore riscaldamento potrebbe ridurre lo spazio vitale adatto a ben il 79% delle specie endemiche dei fondali antartici».

Il ghiaccio, mai così sottile, permette di arrivare dove non si era mai arrivati prima

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Una fase delle immersioni (credits@Greenpeace)

Proprio la diminuzione della massa ghiacciata ha permesso di scendere dove non si era mai arrivati. «Questa zona non era mai stata esplorata con un'immersione sottomarina scientifica, poiché è solitamente coperta dal ghiaccio marino – racconta la Casson sorpresa di come la spedizione sia stata incredibilmente priva di inconvenienti. – La spedizione è riuscita ad entrare nel remoto Mare di Weddell quando il ghiaccio marino antartico ha raggiunto l'estensione più bassa nella registrazione satellitare. Si può dire che la maggior parte dei luoghi che abbiamo visitato con il sottomarino durante questa spedizione non erano mai stati visti prima dall'uomo».

Ma la nave di GreenPeace non rimarrà ferma per molto. «Sta per iniziare un'altra spedizione nelle acque internazionali al largo dell'Argentina, in una zona chiamata Blue Hole – annuncia la portavoce – Indagheremo su come la pesca industriale sta influenzando le profondità marine».

Con un sottomarino per osservare la vita nel suo habitat naturale

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Delfini nello stretto di Magellano (credits:@Greenpeace)

In Antartide grazie ad un sottomarino, considerato il modo ideale per documentare i fondali marini perché permette agli scienziati di osservare la vita nel suo habitat naturale in un modo che non causa disturbo, la spedizione di Greenpeace ha scoperto coralli e altre specie vulnerabili che ora hanno bisogno di essere protette.

«Abbiamo urgente bisogno di santuari oceanici nelle acque antartiche per proteggere questo ecosistema vitale dagli effetti della crisi climatica e dargli l’opportunità di riprendersi – afferma John Hocevar, pilota del sottomarino di Greenpeace. – Il fondale che abbiamo esplorato sarebbe normalmente avvolto nell'oscurità perché coperto di ghiaccio per diverse miglia in qualsiasi direzione, ma ora si trova al minimo storico. Dal record precedente, nel 2017, è scomparsa un'area di mare ghiacciato grande quanto la Svizzera».

Dopo la spedizione richiesta una protezione speciale per il Mare di Weddel

Sulla base della documentazione raccolta durante l'immersione scientifica sottomarina considerata più meridionale della storia, a 65 gradi sud, gli scienziati chiederanno per quest’area alla Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell'Antartico (CCAMLR) una protezione speciale. La prima proposta di includere il Mare di Weddell in una vasta area marina protetta, o “santuario oceanico”, risale a quasi dieci anni fa. In passato Greenpeace ha criticato il CCAMLR per aver consentito lo sfruttamento delle acque antartiche: appena il 5 per cento è infatti tutelato, nonostante l'impegno della stessa Commissione di creare una rete di aree marine protette entro il 2012.

«Con la nostra spedizione rinnoviamo la richiesta di proteggere almeno il 30 per cento degli oceani entro il 2030 – spiega Giorgia Monti Campagna Mare di Greenpeace Italia. Questa settimana i governi si riuniranno alle Nazioni Unite per concordare un Trattato mondiale sugli oceani, uno strumento essenziale per creare una rete di santuari oceanici, liberi da attività umane dannose, nelle acque internazionali. Non perdiamo questa occasione per proteggere uno degli ultimi ecosistemi non ancora sovrasfruttati del pianeta»,

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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