Un incontro tra il sindaco di Hebron, Tayassir Abu Sneineh, i membri del Consiglio Comunale e la commissione indipendente per i diritti animali ha appena messo fine alla polemica che si era scatenata alla notizia che il Primo cittadino avesse messo una taglia in denaro per l’uccisione dei cani randagi nella città palestinese.
Anzi, proprio a fugare ogni dubbio, il Comune di Hebron, la più grande città della Cisgiordania palestinese con i suoi 200.000 abitanti, ha accolto l'idea di un progetto di sterilizzazione per la gestione del randagismo in città e nei sobborghi che verrà condiviso con la Palestinian Animal League, un'organizzazione senza scopo di lucro che lavora per proteggere gli animali nei Territori palestinesi occupati e che si è subito dichiarata disponibile a «fornire le informazioni, gli studi e l’assistenza necessaria per condividere questo progetto di sterilizzazione».
La notizia che il sindaco di Hebron avrebbe premiato con 20 shekel, circa sei euro, chiunque si fosse presentato con il corpo di un cane randagio ucciso, aveva scosso non poco la comunità animalista palestinese.
L’annuncio era avvenuto attraverso un’intervista radiofonica in cui il Sindaco stesso aveva incoraggiato la caccia al randagio come metodo per risolvere un fenomeno endemico in tutto il Paese e che nei periodi in cui il conflitto con gli israeliani si riaccende e si trasforma in un incubo per gli animali inconsapevoli vittime.
«In realtà si è trattato di un grosso malinteso», spiega a Kodami un attivista della Palestinian Animal League che offre interventi di sterilizzazione e castrazione per i cani di strada, fornisce cure veterinarie e assistenza ai cavalli da lavoro e agli asini e lavora con i giovani per sviluppare progetti di protezione degli animali e dell'ambiente basati sulla comunità. «Nell’intervista il sindaco di Hebron ha affrontato la maggior parte delle lamentele dei cittadini. Quando gli è stato chiesto dei cani randagi ha dato una risposta molto spontanea e sbagliata. Immediatamente la sera stessa il Comune ha rilasciato una dichiarazione in cui hanno precisato di non aver chiesto alla gente di uccidere i cani. Molte agenzie di stampa israeliane che vogliono distruggere la reputazione dei palestinesi hanno usato questo contro di noi. Ma oggi stesso abbiamo avuto un incontro con il Sindaco che ci ha promesso che il Comune si unirà alla campagna nazionale del CNVR».
Era stata proprio La Palestinian Animal League a richiedere chiarimenti riguardo a queste dichiarazioni attraverso i suoi canali social. «La PAL respinge le dichiarazioni radio del Sindaco di Hebron sull'invito ad uccidere i cani per ricevere un compenso. Gli chiediamo di ritirare quanto detto e chiarire quali violazioni religiose, umanitarie, sanitarie e legali si sono verificate; a proibire l'uccisione di cani o qualsiasi altro animale – chiedendo anche spiegazioni riguardo a quali fondi sarebbero stati utilizzati dal Comune per pagare le ricompense promesse – Con quale clausola verranno spesi questi soldi dal bilancio del Comune?». Il post si conclude con l’invito a «fare pressione sul Comune di Hebron per fermare quest'iniziativa».
I toni poi sono completamente cambiati nel pomeriggio, dopo l’incontro e le rassicurazioni dell’autorità che nulla di quanto paventato sarebbe mai accaduto e che anzi il Comune era pronto a fare la sua parte.
«La Palestinian Animal League sta collaborando con il ministero del governo locale per avviare il programma di cattura, vaccinazione e rilascio sul territorio già avviato dalla municipalità di Ramallah – ci ha spiegato PAL al telefono aggiungendo anche che – il vecchio metodo per controllare la gestione della popolazione canina randagia nella maggior parte della Cisgiordania consisteva nell'avvelenamento e nell'abbattimento dei cani, che veniva effettuato da un dipartimento specifico presso le municipalità».
Ora invece a Hebron partirà una campagna di sterilizzazione pubblica con la collaborazione delle associazioni animaliste. «Nel comunicato che hanno rilasciato nel pomeriggio – sottolinea l'attivista a Kodami – Il sindaco spiega che con la sua dichiarazione voleva solo smuovere le acque per trovare soluzioni sostenibili alla gestione del randagismo». La dichiarazione così forte del Primo cittadino effettivamente ha ottenuto una tale risonanza che «molte organizzazioni per la protezione degli animali hanno contattato il Comune rendendosi disponibili a lavorare per trovare delle soluzioni».
Secondo quando dichiarato dal Sindaco di Hebron, anche il Ministero del governo locale sarebbe intervenuto direttamente con il Comune della Cisgiordania dichiarandosi disponibile «a lavorare insieme per trovare una soluzione», ringraziando infine i cittadini che avevano condiviso una serie di suggerimenti su come affrontare al meglio il problema. «Non ci piace che i palestinesi vengano rappresentati come persone selvagge che non si preoccupano del benessere degli animali – ci ha tenuto a specificare PAL –Il randagismo è la prima lamentela che il Comune riceve dai cittadini. Sappiamo che ci sono molti problemi ma non vogliamo che questo venga usato contro i palestinesi e pensiamo di essere più che capaci di risolvere tali questioni internamente».