Nicolas ha 45 anni, un passato difficile e poco altro. Il suo unico compagno è Billy, il cane con il quale condivide la vita. Nicolas e Billy da almeno un anno vivono per le strade di Napoli e con l'arrivo del freddo si sono stanziati nella metropolitana dei Colli Aminei, quartiere collinare della città, dove hanno trovato rifugio dalle temperature invernali.
Nicolas ha mostrato sempre un grande attaccamento nei confronti di Billy: nelle immagini che girano sui social si vede il giaciglio che Nicolas aveva preparato nella metropolitana per il cane, composto da trapunta e cuscino per tenerlo al caldo.
Invano i volontari delle associazioni hanno offerto a Nicolas un letto in un ricovero ma lui non avrebbe lasciato mai lasciato Billy, che rappresenta la sua famiglia. Del resto ancora una volta, come accade in tutta Italia, il problema è che sono pochissime le strutture per senzatetto che accolgono animali insieme agli esseri umani.
La storia di Nicolas e Billy, raccolta anche dalla giornalista ed ex granate dei diritti degli animali di Napoli Stella Cervasio, ha subito creato molto scalpore arrivando a toccare la sensibilità delle istituzioni partenopee.
«Con il supporto della Comunità di Sant'Egidio siamo riusciti a convincere Nicolas a lasciare le strade dei Colli Aminei per un rifugio caldo, ma solo perché ha avuto la possibilità di alloggiare con Billy, altrimenti sarebbero entrambi ancora in strada», racconta a Kodami l'assessore alle Politiche sociali di Napoli, Luca Trapanese.
Nicolas ha trovato un letto caldo per sé e per Billy grazie all'ospitalità dei padri Rogazionisti dei Colli Aminei. Presso la loro piccolissima struttura, appena 5 posti letto, Nicolas potrà trascorrere la notte in un luogo sicuro e, in un rifugio coperto appena oltre la sua porta, un lettino è stato predisposto anche per Billy.
«Quella posta dalla vicenda di Nicolas e Billy è una doppia sfida: da una parte c'è la richiesta di creare punti d'appoggio che rispondano a diritti diversi da quelli ascoltati sino ad ora, dall'altra è evidente come sia necessario aumentare i posti e il numero delle strutture per le persone senza fissa dimora. In entrambi i casi, è il momento di gettare ponti che vadano oltre l'emergenza freddo», commenta a Kodami Benedetta Ferone, referente del settore per la Comunità di Sant'Egidio a Napoli.
Le risposte della giunta Manfredi
«Stiamo cercando di trovare soluzioni rispettose della composizione familiare delle persone senza fissa dimora. Questo include certamente anche gli animali d'affezione», dichiara l'assessore Luca Trapanese.
La nuova giunta di Napoli, guidata da Gaetano Manfredi, in pochi mesi ha già messo in atto iniziative importanti in favore proprio dei senza fissa dimora: dall'apertura notturna delle stazioni della metropolitana, all'ampliamento della struttura di accoglienza di via Bernardo Tanucci. Tutte attuate su impulso dell'Assessorato guidato da Trapanese e con l'ascolto delle realtà del Terzo settore.
Quella della povertà non è un'emergenza nuova a Napoli ma negli ultimi anni, complice il disagio economico e sociale creato dalla pandemia, ha assunto proporzioni inedite. È stato lo stesso assessore Trapanese a segnalarlo solo pochi mesi fa: «I dati registrano un aumento esponenziale di questo terribile fenomeno: siamo quasi al 60% in più rispetto agli anni precedenti». Secondo le stime più recenti fornite dalla Caritas sono circa duemila i napoletani finiti in strada tra il 2020 e il 2021.
La povertà non è però l'unico motivo che può spingere le persone a condurre una vita da homeless, anche l'esclusione sociale gioca un ruolo primario. Proprio alla luce di ciò, appare ancora più importante permettere ai senzatetto di restare con i loro compagni animali nel percorso di aiuto presso centri di accoglienza e ricoveri, come fa notare lo stesso Trapanese: «Anche io ho un cane e un gatto, e posso solo immaginare che quanto sia difficile per persone con un vissuto difficile essere separate da coloro che considerano amici e familiari».
«Nel riaccompagnare queste persone a riappropriarsi del proprio sé la continuazione del rapporto con l'animale è fondamentale – commenta l'assessore – Sarà altrettanto importante per noi continuare a lavorare perché questo possibile per un numero crescente di persone».
«Napoli è la città dell'inclusione e dell'accoglienza: tutte le persone vanno accolte con le loro difficoltà e nei loro affetti», ricorda Trapanese annunciando la disponibilità di moltissime delle 70 organizzazioni presenti al Tavolo delle Povertà del Comune napoletano ad iniziare a lavorare all'apertura di ricoveri con spazi dedicati agli animali, oltre che agli esseri umani. «Tutte le associazioni che si sono sedute con noi si sono dimostrate collaborative in tal senso – ha sottolineato Trapanese – A partire proprio dalla Comunità di Sant'Egidio».
«Ma il cane può dormire con me?»
Quella di Nicolas è solo una, la più recente, tra le tante storie di senzatetto e dei loro animali avvenute per le strade di Napoli. «Un'altra volta un uomo al quale cercavamo invano di offrire un rifugio ci ha chiesto: "Sì, io vengo, ma ‘o cane poi dorme con me?". Anche d'inverno, l'unica condizione capace di smuoverli dalla strada è la possibilità di dare anche al loro compagno animale un rifugio caldo, e sempre vicino al loro», racconta Benedetta Ferone.
Nella sua lunga militanza tra le fila dei volontari di Sant'Egidio, Ferone ha visto accadere episodi come questo innumerevoli volte. Il copione può variare ma il finale resta sempre lo stesso: l'uomo o la donna resteranno al freddo se non potranno stare vicino al loro cane.
«Abbiamo provato a proporre la possibilità di fare stare gli animali appena fuori dalle strutture, ma anche in questo caso arrivano rifiuti netti», ricorda Ferone. Il caso di Nicolas è simile a quello di altre persone che si trovano nella sua situazione: «Per Nicolas, Billy è come un figlio, ne parla in questi termini e quindi non avrebbe mai accettato di separarsi da lui». Ora, almeno per il momento, potranno restare insieme al caldo, ma non è così per tutti.
Il lieto fine di Nicolas e Billy è molto raro sia a causa delle difficoltà strutturali delle strutture di accoglienza, gestite nella maggior parte dei casi da associazioni senza scopo di lucro. «Già in condizioni normali non è semplice fare convivere nei rifugi tante persone con un passato difficile, spesso con una storia di fragilità psichica. Quando poi si aggiungono, negli stessi spazi, anche degli animali, la questione si complica ancora di più. La vicenda di Nicolas e Billy è molto particolare perché il carattere del cane e dell'uomo ci hanno reso possibile trovare un compromesso».
Nicolas ha incontrato la Comunità di Sant'Egidio ai Colli Aminei un anno fa, ricorda Ferone: «È stato in quel periodo che ci siamo accorti che la povertà era ormai molto presente anche in quell'area di Napoli, sicuramente un fenomeno aumentato con l'avvento del Covid che ha anche esacerbato le tensioni sociali sia tra i senzatetto, ma anche con i commercianti della zona, infastiditi dalla presenza di queste persone, spesso vittime di pregiudizi e diffidenza».
«Non è vero che senza fissa dimora non vogliono essere aiutati: nessuno vuole stare in mezzo alla strada, magari al freddo o sotto la pioggia – ribadisce Ferone – Con queste persone entrano in gioco altri fenomeni, momenti di dolore e difficoltà giunti alle estreme conseguenze».
Ai fini di un percorso di cura e re-inclusione sociale, di certo non è giusto separare i senzatetto da coloro che considerano il loro unico conforto. Queste persone, abbandonate a sé stesse, potranno dunque fidarsi ancora della società che dice di volerli aiutare? La risposta risiede nella reazione congiunta di istituzioni e associazioni. Nel frattempo, però, almeno Nicolas e Billy saranno al sicuro ancora per un po' e lontani dalla trincea dei botti di Capodanno.