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18 Novembre 2021
11:48

Il senso dell’arte e l’espressione dell’individualità nei disegni degli oranghi

Per la prima volta nella storia sono state studiate le differenze inter e intra individuali nei disegni di una specie non umana: l'orango. Analizzando i disegni di 5 femmine del Tama Zoological Park, i ricercatori hanno scoperto importanti differenze nello stile e nell'espressione artistica tra i singoli oranghi, che potrebbero essere correlante con la sfera psico-emotiva ed esperienziale dell'individuo.

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Le velleità artistiche degli animali non umani sono un campo di studio ancora poco indagato e ricco di interrogativi. Nel tempo abbiamo visto disegnare cavalli, elefanti, cetacei, maiali e persino cervi volanti, ma nella maggior parte dei casi si trattava di animali addestrati o – come nel caso dei coleotteri – di espressioni artistiche accidentali. Tra i primati non umani invece, come scimpanzé, gorilla e oranghi, sembra esserci invece una spiccata vena artistica che viene fuori, in cattività, in maniera del tutto naturale e priva di condizionamenti o forzature.

Per la prima volta nella storia, un team di ricercatori ha deciso perciò di studiare in maniera approfondita i disegni realizzati da cinque femmine di orango ospiti al Tama Zoological Park, in Giappone, scoprendo che esistono notevoli differenze artistiche individuali nello stile, nell'espressione delle emozioni e nel percorso di vita personale di ciascun individuo. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati in uno special issue della rivista Animals.

I cinque talentuosi oranghi

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Le differenze nello stile e nella gestione di spazi e colori nei cinque oranghi. Pelé et al., 2021

Da molto tempo il disegno e la pittura vengono utilizzati come arricchimenti ambientali per i primati di giardini zoologici e istituti di ricerca in tutto il mondo. La scimmie, e in particolar modo quelle antropomorfe, sono quindi libere di esprimersi quando e come vogliono e hanno perciò prodotto negli anni una quantità di disegni e opere d'arte considerevoli. I primatologi si sono perciò chiesti se l'espressione artistica che nell'uomo è collegata alla personalità, all'età, all'esperienza e allo stato d'animo dell'individuo potesse avere lo stesso significato anche per gli altri primati.

Per scoprirlo hanno analizzato e confrontato ben 749 disegni realizzati da cinque femmine di orango del Borneo (Pongo pygmaeus): Molly, Kiki, Julie, Yuki e Gypsy. Dal 2006 al 2016 lo staff del giardino zoologico di Tama ha infatti conservato oltre 1400 disegni realizzati da questi oranghi, la maggior parte dei quali (1299) disegnati solamente da Molly. Quest'ultima era particolarmente portata per il disegno e ha iniziato a disegnare all'età di 54 anni, dal 2006 al 2011, anno della sua morte. A differenza degli altri oranghi, inoltre, Molly sembrava dedicare molto più tempo e attenzione al disegno e ci lavorava su anche per oltre un'ora. Questo ha permesso quindi di studiare anche come è cambiato lo stile e l'espressione artistica della stessa Molly nel corso del tempo.

Ogni orango ha il suo stile

I ricercatori hanno quindi analizzato statisticamente tutte le caratteristiche principali dei disegni, come gli spazi utilizzati per ogni foglio, lo stile, il contrasto fra i colori e le forme realizzate dai primati. Tutte variabili che possono essere correlate in qualche modo alla sfera emotiva ed esperienziale dei singoli individui, in particolare l'uso dei colori. Dai risultati delle analisi dei dati sono emerse delle chiare e forti differenze individuali nelle preferenze di colori, nella pressione esercitata sul foglio coi pastelli e su quanta porzione di foglio veniva utilizzata per esprimere la propria arte. Tutte queste differenze riflettendo quindi delle chiare divergenze nella personalità, nelle motivazioni e nello stato emotivo dietro l'espressione artistica degli oranghi.

Molly, per esempio, aveva un tratto molto più leggero rispetto a Kiki, di appena 10 anni, e i suoi disegni erano meno monotematici e più colorati. Inoltre anche la porzione di foglio utilizzata da Molly era nettamente maggiore. Tutte queste differenze potrebbero essere spiegate dall'età e dal livello di maturità delle capacità cognitive, oppure dall'esperienza personale e dagli stimoli ambientali ricevuti in vita: Molly era stata catturata in natura nel 1952, mentre Kiki è nata in cattività, e questo potrebbe aver avuto un certo peso.

Com'è cambiata Molly nel tempo

Un altro aspetto interessante emerso da questo studio riguarda le variazioni nello stile dei singoli individui col passare del tempo o in base al contesto. Molly, per esempio, mentre invecchiava utilizzava sempre meno colori, copriva porzioni di foglio più piccole e disegnava allontanandosi sempre più dal centro. Questi cambiamenti potrebbero essere legati all'invecchiamento o alle limitazioni fisiche (era infatti diventata cieca all'occhio sinistro) tuttavia ha continuato a creare disegni più complessi rispetto a tutte le altre femmine.

Per di più mostrava una chiara preferenza per certi colori a seconda delle stagioni e delle situazioni. Preferiva il viola in primavera, il verde per l'estate e l'inverno e usava molto più spesso il rosa durante la stagione autunnale. In maniera decisamente sorprendente, invece, quando assisteva al parto di un altro orango il suo colore preferito diventava il rosso.

Il disegno come espressione dello stato emotivo?

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Gli oranghi sono tra i primati non umani più abili nella manipolazione di oggetti e strumenti

Il disegno e l'arte in generale possono essere espressione dello stato emotivo di un individuo che può essere influenzato da una quantità enorme di fattori legati all'ambiente, alle interazioni sociali e alle esperienze vissute. Il modo in cui Molly utilizzava e variava i colori nei disegni in base al contesto suggerisce quindi che possa essere legato all'espressione di un preciso stato emotivo, evidentemente influenzato dall'alternarsi delle stagioni e da ciò che le succedeva intorno.

Anche se occorrerà chiaramente approfondire con ulteriori studi, questi risultati sembrano evidenziare una stretta correlazione tra i disegni degli oranghi e l'espressione dello stato psico-emotivo degli individui. Dopo aver messo in crisi il modello che spiega l’evoluzione del linguaggio umano, gli oranghi pittori e le loro opere potrebbero far traballare anche i modelli evolutivi legati all'espressione artistica nella nostra specie. L'origine del disegno potrebbe essere non più un tratto esclusivo del genere umano, ma un carattere legato a fattori culturali e comportamentali molto più antico e condiviso anche con altri primati.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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