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16 Settembre 2021
8:41

Il rospo comune (Bufo bufo)

Il rospo comune è un anfibio dell'ordine degli anuri (lo stesso a cui appartengono le rane e le raganelle) e della famiglia dei bufonidi. Si tratta di una specie fortemente adattabile presente in tutta la penisola, dalle Alpi fino alla Sicilia. Si nutre di insetti e piccoli vertebrati e, nel periodo dell'accoppiamento, è in grado di spostarsi di oltre un chilometro per raggiungere il luogo in cui è nato. La costruzione di strade, la distruzione dell'habitat e la siccità ne minacciano però la sopravvivenza.

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Il rospo comune (Bufo bufo) è un anfibio dell'ordine degli anuri (lo stesso a cui appartengono le rane e raganelle) e della famiglia dei bufonidi. Questa specie può arrivare fino ai 20 centimetri di lunghezza e infatti è l'anfibio più grande d'Europa. Si tratta di un animale notturno che può spostarsi anche di qualche chilometro dal luogo di nascita e proprio durante questi spostamenti affronta uno dei più grandi rischi: la morte causata dal traffico stradale.

Come è fatto il rospo comune

Il Rospo comune ha un aspetto goffo, con zampe posteriori corte e possenti e muso appiattito. Gli occhi sono arancioni tendenti al color rame e le pupille sono orizzontali. Proprio dietro ai bulbi oculari sono posizionate due grosse e sporgenti ghiandole paratoidi, le quali possono secernere un liquido vischioso tossico in grado di provocare forti ulcerazioni alle mucose e scoraggiare gli avventori, indipendentemente dalla loro dimensione. La colorazione di questa specie può variare dal giallo sabbia al marroncino, passando per il rossastro e il marrone scuro,  ma in ogni caso cambia in base alle stagioni, alla fase della muta in cui si trova e alla quantità di tempo che ha passato in acqua.

Alcuni individui, soprattutto le femmine, possono presentare macchie irregolari sui fianchi, mentre gli individui più giovani tendono più spesso ad assumere un color "rosso mattone". La pelle di questo animale è irregolare e presenta rughe e rigonfiamenti, i quali variano in base al singolo individuo e anche all'habitat in cui si trova. Gli individui che vivono nella zona più meridionale dell'areale di diffusione infatti, hanno una pelle più ruvida.

Il dimorfismo sessuale è evidente, i maschi infatti, generalmente sono più snelli, hanno arti più lunghi e dimensioni inferiori. Nel periodo degli accoppiamenti inoltre, le prime tre dita e l'interno della zampa anteriore dei maschi, i rospi comuni mostrano escrescenze cornee nerastre detti calli nuziali o tubercoli nuziali.

I girini di questa specie sono riconoscibili perché sono neri con piccole macchiette marroni, hanno una coda corta leggermente più chiara e arrotondata. Alla schiusa delle uova non superano i 5 millimetri, mentre raggiungono i 40 millimetri prima della metamorfosi.

Questo rospo, a differenza di altre specie, non ha un gracidio potente ma è invece piuttosto acuto. Ricorda approssimativamente un "oeak" ripetuto 3 -5 volte che diventa più udibile e forte nella stagione degli accoppiamenti. La femmina invece, di norma, è muta.

Che differenza c'è tra rane e rospi?

Rane e rospi sono distinguibili soprattutto osservando le zampe e la forma del corpo. Mentre i rospi, come abbiamo visto, hanno un corpo tozzo, le rane sono più snelle e dotate inoltre di zampe più lunghe. La lunghezza delle zampe della rana è data dal fatto che questo animale si sposta maggiormente saltando, mentre il rospo tende a camminare molto e i suoi salti sono di dimensioni ridotte. Le rane inoltre, rispetto ai rospi comuni, hanno una membrana che separa le zampe posteriori e ne agevola il movimento in acqua. La pelle, infine, è decisamente più liscia nelle rane, le quali non presentano le rughe tipiche dei rospi comuni. Anche il colore è diverso, molto spesso infatti le rane hanno colori accesi tendenti al verde e al giallo (quanto meno le specie presenti in Italia), mentre il rospo ha sfumature più tenui.

La vita del rospo

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Secondo quanto descritto dal Centro di Coordinamento per la Protezione degli Anfibi e dei Rettili svizzeri, le abitudini di questa specie variano in base all'ambiente in cui si trovano e in cui si riproducono. In generale i rospi escono dai loro rifugi al termine dell'inverno e, soprattutto nei periodi più piovosi si recano verso stagni e zone umide, dove avverrà poi la riproduzione. Questa migrazione collettiva può riguardare migliaia di individui contemporaneamente e, a partire da marzo, talvolta prosegue fino a maggio. Proprio questo è il periodo dell'anno in cui aumenta esponenzialmente il numero di rospi comuni morti sulle strade a causa del traffico. Gli spostamenti per l'accoppiamento possono essere molto brevi, ma in alcuni casi superano anche i 3 chilometri.

Con i primi freddi, verso la metà di ottobre, i rospi scavano i propri rifugi nel suolo boschivo dove trascorrere l'inverno. Per tutta la vita di questo animale persiste un forte legame con il sito di riproduzione al quale ogni individuo rimane fedele. Questa abitudine purtroppo è un problema per la sopravvivenza delle colonie nel caso in cui le zone di riproduzione vengano modificate dall'intervento umano. Allo stesso modo l‘habitat di questa specie è condizionato dalla siccità che porta (soprattutto per le popolazioni più meridionali) a non trovare acqua sufficiente per la sopravvivenza dei girini.

Riproduzione

Secondo uno studio condotto dal dipartimento di zoologia dell'Università di Oxford, il comportamento riproduttivo di questa specie avviene nei pressi degli stagni e prevede un'intensa competizione tra i maschi. Solo il 20,5% degli individui osservati nell'ambito della ricerca infatti ha avuto accesso all'accoppiamento e di questa minoranza, il 38% ha ottenuto l'obiettivo combattendo con i propri simili o addirittura spostandoli fisicamente dalle femmine. I maschi più grandi, sempre secondo lo studio inglese, hanno maggiore successo riproduttivo perché più potenti.

In seguito ad un periodo di permanenza nell'area umida per la riproduzione (dai 6 ai 15 giorni), la maggior parte delle coppie da il via alla deposizione, la quale può durare fino a una settimana. Le uova sono piccole e di colore nero, vengono emesse dalla femmina (approssimativamente 10.000 per ogni coppia) attraverso due cordoni gelatinosi e poi fecondate esternamente dal maschi. I cordoni, lunghi anche 2 metri, fanno in modo che, attraverso il movimento, le uova restino impigliate e ben tese nei rami e nella vegetazione del fondo dello specchio d'acqua.

Al termine di questa fase, i rospi ritornano nel proprio ambiente, chi più, chi meno distante dall'acqua in cui è avvenuto l'accoppiamento. Nel mese di giugno, a seguito della metamorfosi, i giovani rospi lasciano la zona umida (talvolta in massa) e si spostano anch'essi verso i boschi per poi assumere il comportamento degli adulti. Il rospo acquisisce la maturità sessuale intorno ai 3 -5 anni e, mentre il maschio si accoppia molte volte, le femmine lo fanno una sola volta nella vita.

Alimentazione

L'alimentazione di questo animale è varia: insetti, piccole lumache, vermi, ma anche piccoli mammiferi come i roditori oppure altri vertebrati disponibili nell'habitat. I girini, prima della metamorfosi si alimentano invece di materiali vegetali come ad esempio le alghe e le piante presenti nell'acqua dove sono nati, oppure detriti organici e plancton. Questa specie non è dotata di denti e infatti cattura le sue prede con la lunga lingua a seguito di appostamenti durante i quali può rimanere immobile anche molto a lungo.

Habitat e distribuzione

Si tratta di una specie molto adattabile, presente in una grande varietà di ambienti, tra cui boschi, cespuglieti alpini ma anche nella vegetazione mediterranea, nei prati, nei parchi e nei giardini. I rospi comuni, come abbiamo visto, hanno bisogno di una discreta quantità d'acqua, presente anche nei torrenti. Di solito infatti si trova in aree umide con vegetazione fitta, mentre evita le ampie aree aperte. Si riproduce in acque lentiche (ovvero non correnti). Il rospo comune inoltre non disdegna gli habitat modificati dall'uomo, a patto che vi sia una presenza sufficiente di acqua.

La sua distribuzione va dall'Europa al Nord Africa e Asia dell'Ovest. In Italia è presente in tutta la penisola, in Sicilia e all'Isola d'Elba, dal livello del mare fino a quote superiori ai 2000 metri. Nelle zone leggermente antropizzate e soprattutto a Nord, fino al confine tra Marche e Lazio, la IUCN ne riporta un forte declino demografico, mentre a Sud la situazione è meno critica, grazie anche ad un minor traffico stradale. Tuttavia complessivamente il declino della specie a livello nazionale risulta essere superiore al 30% negli ultimi 10 anni.

Il rospo comune e l'uomo

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Il rospo comune è protetto dalla convenzione di Berna per la salvaguardia della fauna minore. In molti paesi europei la specie è inoltre protetta dalla legislazione nazionale oppure sono state adottate misure per ridurre la mortalità causata dagli automezzi nei siti di migrazione. La IUCN (Unione Mondiale per la Conservazione della Natura) considera le popolazioni di rospo comune vulnerabili soprattutto per la modificazione dell'habitat e dal traffico automobilistico, dalla presenza di barriere geografiche e il degrado dell'ambiente dovuto alle modifiche ambientali o al fatto che l'uomo tende a sottovalutare l'importanza per questo anfibio degli ambienti umidi, anche di origine artificiale, come ad esempio le pozze formate nelle cave o nei cantieri limitrofi alle aree verdi.

Anche i diserbanti e i pesticidi possono infine risultare lesivi se non addirittura letali per questo anfibio che, secondo quanto riportato sul sito dedicato alle Aree protette della Provincia Autonoma di Trento, è in forte diminuzione soprattutto nei pressi delle aree coltivate in maniera intensiva.

Cosa fare se si trova un rospo?

Nel caso in cui il rospo comune entri nei giardini privati è indispensabile, prima di tutto, impedire agli animali di casa di interagire con l'anfibio attraverso l'utilizzo della bocca, in quanto potrebbe, attraverso le ghiandole poste dietro gli occhi, secernere le sostanze tossiche come difesa e causare gonfiori, gravi irritazioni e, nel caso entri in contatto con gli occhi, anche la cecità. Se il rospo è entrato in questa zona probabilmente il giardino è ricco di insetti o animali di piccole dimensioni che possono fungere da nutrimento, oppure sta cercando un riparo per l'inverno. In assenza di animali da compagnia quindi, potrete lasciarlo cercare il suo rifugio, nel caso in cui non rappresenti un problema per voi, oppure spostarlo delicatamente con l'ausilio di una paletta e posizionarlo altrove, ponendo però attenzione al fatto che sia riparato dai predatori o dalle strade trafficate: una siepe o un cespuglio nei pressi della vostra abitazione saranno ideali.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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