I camaleonti sono senza alcun dubbio tra i rettili più affascinanti e singolari tra tutti. Con oltre 200 specie conosciute l'evoluzione è riuscita a produrre forme e colori uniche, spesso esclusive di piccole aree remote e rimaste isolate per lungo tempo dal mondo civilizzato. Coi suoi 5 centimetri e mezzo di lunghezza il camaleonte pigmeo di Chapman (Rhampholeon chapmanorum) è uno dei più piccoli della Terra e tra le specie più rare e minacciate al mondo. A lungo si è pensato che fosse estinto, a causa della drammatica scomparsa di habitat a favore dell'agricoltura, ma un nuovo studio condotto dal team guidato dal professor Krystal Tolley del South African National Biodiversity Institute e dell'Università del Witwatersrand è riuscito a trovare alcune piccolissime popolazioni vitali, aggrappate alla sopravvivenza in due minuscoli lembi di foresta sopravvissuti per miracolo alla deforestazione.
Rimasto sconosciuto alla scienza fino al 1992, anno in cui è stato formalmente descritto per la prima volta, questo piccolo e raro rettile è endemico delle foreste pluviali d'alta quota del Malawi, dove però l'orologio dell'estinzione ticchetta sempre più velocemente giorno dopo giorno. Secondo gli scienziati servono urgenti e immediate misure di conservazione.
Una specie a un passo dall'estinzione
Un tempo si pensava che il camaleonte pigmeo di Chapman vivesse in diverse aree montuose tra Malawi e Mozambico. Studi sul DNA hanno però successivamente separato queste popolazioni elevandole a rango di specie, ognuna endemica di ogni singola vetta. Il piccolo rettile è rimasto quindi relegato esclusivamente in due aree forestali nelle colline di Natundu, in Malawi, dove è attivo perlopiù di notte, quando si muove a terra tra la lettiera della foresta. Questa specie infatti è meno arboricola delle altre, ed è una delle poche ad avere un coda molto piccola e non prensile.
Qui la deforestazione e l'avanzata dell'agricoltura hanno però spazzato via buona parte dell'habitat preferito da questa specie, le umide foreste pluviali. Una scomparsa rapida che gli autori di questo studio hanno stimato addirittura dell'80% solamente negli ultimi decenni. Confrontando le immagini satellitari delle colline del Malawi con quelle scattate nel 1984, i ricercatori hanno potuto così quantificare la drammatica perdita di foresta fino al 2019, meno di mezzo secolo. Persino l'area in cui è stato scoperto e descritto per la prima è stata completamente spazzata via.
Quelle che un tempo erano rigogliose foreste sono diventate oggi piccolissimi quadrati di verde, tutti isolati l'uno dall'altro. Temendo che anche il piccolo camaleonte fosse sparito per sempre, i ricercatori hanno quindi organizzato una spedizione finanziata anche grazie anche a una campagna di crowdfunding, che ha permesso di raccogliere i fondi necessari per esplorare le poche macchie di foreste sopravvissute alle motoseghe. Fortunatamente il team è riuscito a trovare almeno tre piccole popolazioni vitali, che hanno così confermato che la specie ancora lotta per sopravvivere aggrappata agli ultimi lembi di foresta. Sono stati avvistati numerosi camaleonti, di tutte le classi di età, dati che confermano fortunatamente la vitalità delle popolazioni. Gli studiosi stimano inoltre possano esserci molti altri camaleonti nelle aree più interne e remote, alcune rimaste inesplorate poiché considerate sacre e inviolabili dalle popolazioni locali.
Pericolo estinzione scampato? Non proprio, le criticità per questa rara specie non sono di certo sparite.
La lotta contro il tempo e… la genetica
La spedizione sul campo ha confermato che questo camaleonte è altamente specializzato per vivere esclusivamente nelle foreste. Nessun individuo è stato osservato nelle aree trasformate in piantagioni di mais e manioca. Questo significa che se la deforestazione continuerà con questi ritmi la specie si estinguerà molto presto. I pochi lembi di foresta sopravvissuti sono tra l'altro quasi tutti fuori da aree protette, e persino l'area inclusa all'interno della Matandwe Forest Reserve, che è anche elencata come Key Biodiversity Area (KBA), è stata completamente distrutta. Le popolazioni rimaste quindi non godono praticamente di alcuna misura di conservazione e per questo l'IUCN considera "In pericolo critico" questo rettile nella sua Lista Rossa delle specie minacciate di estinzione.
Le misure di conservazione per salvare questa specie dovrebbero quindi includere queste aree sotto più rigide e stringenti norme di tutela, estendendo i confini di protezione teoricamente garantiti da parchi e riserve naturali. Inoltre analizzando il DNA degli esemplari incontrati i ricercatori hanno purtroppo confermato un altro grave fattore di minaccia: l'isolamento riproduttivo.
Il camaleonte di Voeltzkow, altra specie ritenuta estinta e riscoperta solo di recente
Le piccole popolazioni sopravvissute alla deforestazione sono rimaste completamente isolate tra loro. La genetica ha evidenziato che non c'è più più flusso genico, poiché l'isolamento delle foreste non consente ai camaleonti di entrare in contatto e riprodursi. Attualmente non è stata però riscontrata scarsa diversità genetica all'interno delle singole popolazioni, ma secondo gli studiosi è solo questione di tempo prima che la consanguineità aumenterà ulteriormente il rischio di estinzione.
Gli scienziati hanno chiesto a gran voce immediate e urgenti azioni di conservazione, che devono quindi includere l'arresto istantaneo della deforestazione, e il ripristino della connettività che consentirebbe alle popolazioni rimaste isolate di entrare nuovamente in contatto. La difficile lotta per l'esistenza del piccolo camaleonte di Chapman prosegue tra mille difficoltà.