Passeggiando di notte sull'isola di Ventotene è possibile ascoltare ancora oggi il suggestivo canto delle sirene, le stesse che ammaliarono Ulisse e i suoi compagni di viaggio. Non si tratta però delle creature mitologiche metà donna e metà pesci ma bensì delle minacciate berte, uccelli marini che nidificano sulle piccole isole più lontane dalla terraferma.
Finora in tutto l'arcipelago pontino erano stati trovati solamente nidi di berta maggiore (Calonectris diomedea) ma quest'anno i ricercatori che da anni studiano e monitorano questi uccelli hanno annunciato di aver scovato il primo e unico nido di berta minore (Puffinus yelkouan). Un uccello più piccolo, scuro e soprattutto decisamente raro rispetto alla cugina maggiore.
Forse in pochi lo sanno, ma in principio le antiche sirene erano per metà uccelli e si ispiravano proprio alle berte e ai loro canti notturni simili al pianto di un bambino. Questi uccelli marini passano quasi tutta la loro vita volando in mare aperto, dove possono restare per settimane o anche mesi senza mai toccare terra.
Tornano sulla terraferma solamente in primavera per deporre il loro unico uovo, solitamente su pareti rocciose o all'interno di piccole grotte e cavità sulle falesie delle piccole isole. Proprio in una di queste feritoie gli esperti del Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico di Ventotene sono riusciti a localizzare il nido e, con le dovute attenzioni, a seguire la crescita del pulcino marcando con un anello sia lui che i genitori.
Sono ancora molte le azioni da mettere in atto per studiare e proteggere questi migratori marini straordinari, ma questo ritrovamento è sicuramente una splendida notizia oltre a essere una prima dimostrazione degli effetti positivi del progetto Life PonDerat, un progetto co-finanziato dall'Unione Europea che ha come obiettivo il miglioramento dello stato di conservazione di specie e habitat delle isole pontine.
Proprio perché depongono il loro unico uovo a terra, una delle minacce principali per la sopravvivenza di questi uccelli è rappresentata dai predatori portati dall'uomo sulle piccole isole, come i ratti e i gatti domestici, che mangiano sia uova che pulcini. Lo stesso nido di Ventotene, come dimostrano le immagini catturate dalle fototrappole, era stato preso di mira da un gatto, che fortunatamente non è riuscito a entrare nella cavità.
Il nido di berta minore trovato a Ventotene è perciò un'ottima notizia per la conservazione di questa specie che vive esclusivamente nel Mediterraneo e che anche durante i movimenti migratori non supera mai lo stretto di Gibilterra. La specie resta però seriamente minacciata di estinzione e in calo un po' in tutto il suo areale italiano.
C'è ancora molto da fare quindi per comprendere e proteggere questi rari e misteriosi uccelli marini, considerati nella Lista Rossa dell'IUCN come Vulnerabili. Ma nell'Area Marina Protetta Isole di Ventotene e Santo Stefano le sirene, sia quella maggiore che quella minore, hanno ritrovato finalmente un porto sicuro in cui riprodursi.
In copertina il pulcino di berta minore durante le operazioni di marcatura da parte degli esperti. Foto del Museo della Migrazione e Osservatorio Ornitologico di Ventotene