Per 70 giorni l’embrione impiantato nell’utero di Curra ha resistito, è cresciuto trasformandosi in un feto maschio lungo 6 centimetri e mezzo. Poi un’infezione si è portata via Curra, la femmina di rinoceronte bianco meridionale utilizzata come madre surrogata per questa straordinaria inseminazione artificiale. Ma il grande passo era già stato fatto. Per la prima volta un embrione di rinoceronte bianco ottenuto in provetta era stato impiantato con successo in un utero, dando il via a una gravidanza. E soprattutto, questo significava che ora si potrà procedere con buone speranze di riuscita all’inseminazione artificiale di Fatu, l’unica femmina di rinoceronte bianco settentrionale ancora fertile del pianeta Terra.
D’altronde era stato lo stesso professor Cesare Galli, direttore di Avantea, il laboratorio di tecnologie avanzate per la ricerca biotecnologica e la riproduzione animale con sede a Cremona direttamente coinvolto nel progetto internazionale BioRescue, a spiegare perché era necessario prima constatare che l’impianto avrebbe funzionato utilizzando una madre surrogata: «tenteremo di ingravidare Fatu – ci aveva spiegato in un’intervista telefonica a luglio 2023 – soltanto quando saremo riusciti a farlo almeno con un’altra femmina di rinoceronte del sud. È una tecnica assolutamente nuova e mai provata prima ed ancora più a rischio da quando Fatu è rimasta l’ultima femmina di rinoceronte del nord a poter produrre ovuli e a poter essere ingravidata».
Oggi la notizia che la gravidanza è stata portata avanti con successo per 70 giorni da Curra, è stata diffusa dal team del progetto Biorescue e da Ol Pejeta Conservancy, il più grande santuario di rinoceronti neri dell'Africa orientale e l'unico ad ospitare gli ultimi due rinoceronti bianchi settentrionali del pianeta, Fatu e Naijin. «Questo notevole risultato è una pietra angolare nella missione di salvare il rinoceronte bianco settentrionale, poiché dimostra che il processo funziona e ora sarà possibile compiere questo passo cruciale per la prima volta» hanno infatti commentato dalla riserva – sottolineando che «il primo trasferimento di embrioni riuscito al mondo nei rinoceronti apre la strada per salvare i rinoceronti bianchi settentrionali dall'estinzione».
Il progetto Biorescue ha voluto spiegare meglio come si è riusciti ad ottenere un risultato così straordinario: «L'embrione di rinoceronte bianco meridionale è stato prodotto in vitro da ovociti e sperma raccolti e trasferito in una madre surrogata di rinoceronte bianco meridionale presso la Ol Pejeta Conservancy in Kenya il 24 settembre 2023. Il team BioRescue ha confermato una gravidanza di 70 giorni con un embrione maschile lungo 6,4 cm ben sviluppato. Il successo del trasferimento degli embrioni e della gravidanza permettono di passare ora in sicurezza al trasferimento degli embrioni di rinoceronte bianco settentrionale».
Come viene spiegato dal team di esperti Curra, la madre surrogata, è morta prima di portare a termine la gravidanza per un’infezione molto probabilmente provocata dalle pessime condizioni in cui si è ritrovata dopo un’improvvisa inondazione. «Piogge estremamente pesanti legate al cambiamento climatico hanno portato ad un'inondazione del recinto della madre surrogata e hanno liberato spore di batteri Clostridia dormienti che hanno infettato e ucciso entrambi i rinoceronti – hanno scritto facendo riferimento anche la morte di Owen, il maschio di rinoceronte bianco meridionale che viveva con Curra. – Una squadra di crisi è stata riunita e ha stabilito misure rapide ed efficaci per proteggere tutti i rinoceronti in semi-cattività, inclusi gli ultimi due rinoceronti bianchi settentrionali Najin e Fatu. Le misure includevano un programma di vaccinazione e una quarantena delle aree colpite».
Gli interventi tempestivi hanno fatto si che l’infezione venisse bloccata ma per i due rinoceronti non c’era più nulla da fare. La riuscita dell’inseminazione era però ormai diventato una certezza, al punto da spingere gli scienziati a ritenere possibile l’ultimo attesissimo tassello: l’inseminazione di Fatu, nella speranza che la gravidanza venga portata a termine e che, nel giro di qualche anno, si possa registrare la presenza sulla terra di un nuovo rinoceronte bianco settentrionale e che la specie abbia fatto un altro passo in avanti nella battaglia contro la sua estinzione.