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20 Dicembre 2023
15:56

Il rifugio per cani Woof N’Wags in Libano è in difficoltà a causa della guerra

A sud di Beirut, a poca distanza dal confine con Israele, si trova il rifugio fondato cinque anni fa da Joe a cui si è aggiunta la moglie Ghada. Gestiscono insieme più di 300 cani e un maialino, Dixon. Temono che la guerra si intensifichi e vorrebbero trasferirsi al nord del paese. Intanto il cibo diminuisce sempre di più.

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Giornalista
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I cani del rifugio a sud di Beirut (credits:WNW)

Dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, il 7 ottobre, la frontiera tra Libano e Israele ha visto intensificarsi gli scambi di fuoco, soprattutto tra l’esercito israeliano e Hezbollah, sollevando il timore che il conflitto possa estendersi ulteriormente e coinvolgere anche il paese a nord di Israele. Proprio per questi timori, che crescono parallelamente all’aumentare del lancio di razzi che colpiscono le città sul versante libanese, Ghada El Khatib sta cercando con tutte le sue forze di trasferire i 300 cani che custodisce nel rifugio Woof N’Wags fondato dal marito Joe cinque anni fa.

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Il maialino Dixon, altro ospite del rifugio oltre ai 300 cani, insieme al figlio di Ghada (credits:@WNW)

«La guerra è molto vicina. Ogni giorno sento il rumore dei bombardamenti. Non so se e quando il mio turno arriverà», ci scrive dal rifugio dove si trova come ogni per accudire i cani. Racconta a Kodami che, come accaduto anche per il rifugio di Saeed che si trova nella Striscia di Gaza,  la guerra ha peggiorato la situazione e che il cibo scarseggia, diventando ogni giorno sempre di meno. «Vorrei allontanarmi dalla guerra il più possibile perché è molto vicina e viviamo nella paura del rumore dei missili» aggiunge, facendo riferimento all’aumento dei conflitti nell’area. Secondo fonti locali da ottobre sono state uccise più di 120 persone sul versante libanese, per lo più combattenti di Hezbollah ma tra cui anche più di una dozzina di civili.

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Ghada el Khatib con uno dei suoi cani (credits:WNW)

L’area in cui sorge il rifugio Woof N’Wags, infatti, si trova proprio a ridosso del confine con Israele, nel sud del Libano. «Zahrani è molto vicina – spiega – così come Nabatiye. Sentiamo il rumore dei bombardamenti e anche i cani si spaventano a sentirli». Da qui Ghada e il marito vorrebbero trasferire i cani e il maialino Dixon nel nord del paese. «Si abbiamo anche un maiale, lo abbiamo preso piccolissimo perché l’allevatore dove era nato voleva ucciderlo. Ora invece si gode una bella vita lontano dal macello». Anche se in Libano i maiali non sono ben visti, spesso per ragioni religiose sono considerati impuri e questo ha portato molte critiche al rifugio che lo accudiva dopo averlo salvato. Nel frattempo, Dixon è cresciuto ed è ormai un ospite fisso del rifugio. Ma non è l’unico ospite “problematico”. «Noi ospitiamo cani che hanno perso una zampa, cani paralizzati, ciechi. C’è un bellissimo golden retriever a cui abbiamo dovuto amputare una zampa perché gli avevano sparato, così come a un Ivor, che è stato sfruttato come cane da combattimento per poi essere abbandonato in gravissime condizioni. Lo abbiamo recuperato, curato, e ora è molto felice qui da noi».

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i cani del rifugio: tra loro molti cani disabili (credits:WNW)

Il problema maggiore al momento è la penuria di cibo. Continua a scarseggiare ed è sempre più difficile trovarlo. La paura di una guerra imminente è molto sentita nella zona e tutta la fascia più vicina al confine con Israele inizia a temere che possano arrivare giorni ancora peggiori di questi. Ghada e Joe stanno cercando in tutti i modi di trovare i fondi necessari per trasferirsi tutti insieme nel distretto di Jbeil, a nord di Beirut, dove avrebbero a disposizione un terreno. «Woof N' Wags non riceve finanziamenti governativi o organizzativi. Il rifugio si trova in un paese con un tasso di adozione di cani praticamente pari a zero. Sosteniamo e steriliamo i nostri cani esclusivamente attraverso una manciata di donazioni da parte di espatriati libanesi e della comunità internazionale di amanti dei cani» conclude prima di tornare ad occuparsi dei suoi cani nella speranza che la situazione non degeneri ulteriormente e anche il Libano non venga inghiottito dalla spirale di violenza che ancora non abbandona tutte le terre a sud del confine.

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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