Il rifugio dove gli animali salvati si rilassano con la musica e vivono in armonia con le persone

Gli animali feriti o con un passato di maltrattamenti in questa oasi di pace possono vivere liberi e al sicuro, in perfetta armonia tra di loro e con gli esseri umani; nel Santuario di Vale da Rainha tutti i volontari sono vegani e i loro ospiti vengono considerati veri e propri “maestri di vita”.

30 Giugno 2021
10:57
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Gli animali feriti o con un passato di maltrattamenti in questa oasi di pace possono vivere liberi e al sicuro, in perfetta armonia tra di loro e con le persone. Patricia Favano è un’insegnante di yoga che insieme a suo marito, Vitor, gestisce un rifugio particolare, che sorge nella località di Camanducaia, nel sud-est del Brasile. Nel Santuario di Vale da Rainha tutti i volontari sono vegani e i loro ospiti vengono considerati veri e propri “maestri di vita”, perché sono convinti che ogni creatura abbia qualcosa da insegnare e una storia che meriti di essere ascoltata. Patricia e Vitor all’inizio non avevano pianificato di creare questo posto; un giorno hanno abbandonato la città e, spinti dal desiderio di riconnettersi con la natura, hanno acquistato una casa in campagna, dove lei avrebbe continuato a insegnare, mentre lui avrebbe avviato una piccola fattoria biologica, ma il destino per loro aveva altri piani. Quando un’amica ha chiesto a Patricia di adottare un cavallo di cui non poteva più occuparsi si sono resi conto che nelle zona c’erano molti altri animali in difficoltà da aiutare: come i tanti bovini nati per essere sfruttati negli allevamenti intensivi delle industrie del latte o della carne, tenuti in gabbie piccolissime, stressati e senza possibilità di movimento: «Le persone non pensano a cosa c'è dietro il loro cibo, non vedono come viene prodotto e lavorato e quanto, in alcuni casi, gli animali vengono torturati», ha raccontato Cleudes Silva, una volontaria.

Così, affiancati da veterinari ed educatori, hanno cominciato ad accogliere sempre più esemplari, fino a ospitarne oggi più di 100, tra gatti, cavalli, bovini, capre e maiali; per offrire un’opportunità di riscatto a tutti coloro che avevano conosciuto solo il volto peggiore del genere umano. Patricia, in particolare, che non ha mai smesso di praticare yoga, riesce a mantenere questo luogo con i ricavi dei suoi corsi, e con le donazioni, inoltre, grazie alla musica, che secondo diversi studi avrebbe un’influenza sulle emozioni degli animali, è in grado di tranquillizzare gli individui che hanno subito i traumi più profondi, imparando a conoscerli e a costruire con loro un rapporto di fiducia reciproca: «Non c’è pietismo in ciò che facciamo» -rivela Patricia- «tutto è basato sul rispetto. Il nostro santuario ha lo scopo di sensibilizzare e salvare, non solo gli animali ma anche le persone, dai loro pregiudizi. Le cose non cambiano da sole, sono le persone a cambiare; e le persone cambiate possono cambiare il mondo».

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