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7 Ottobre 2024
17:40

Il raro gabbiano avvistato in Toscana, l’esperto: «Una specie sorprendente avvistata solo sette volte»

Un raro gabbiano sghignazzante è stato osservato in questi giorni a Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. Si tratta della settima osservazione mai documentata per una specie tipicamente americana e sta attirando numerosi appassionati e fotografi.

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Un raro avvistamento sta facendo il giro della comunità di birdwatching: un gabbiano sghignazzante è stato osservato in questi giorni a Castiglione della Pescaia, in provincia di Grosseto. La notizia, testimoniata da numerose foto e segnalazioni sui principali gruppi social e piattaforme di birdwatching, ha subito catturato l’attenzione degli appassionati. Si tratta infatti di appena il settimo avvistamento di questa specie in Italia, rendendo l'evento un vero e proprio richiamo per i birdwatcher da tutto il Paese.

«È una specie comunissima negli Stati Uniti orientali e nei Caraibi, ed è migratrice parziale, generalmente si muove quindi su distanze non molto lunghe, anche se tanti svernano in Sud America», spiega a Kodami Ottavio Janni, ornitologo e membro della Commissione Ornitologica Italiana (COI) che "valida" queste osservazioni rare. Il gabbiano sghignazzante (Leucophaeus atricilla) – chiamato così per la sua particolare vocalizzazione – è infatti una specie diffusa nelle Americhe, ed è quindi un ospite rarissimo in Europa, ancora di più nel nostro Paese.

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Quando si riproducono, gli adulti "indossano" un cappuccio scuro con becco e zampe di color rosso molto intenso

La specie è identificata dagli ornitologi con il codice "A7" per l'Italia, dove la lettera "A" indica la sua natura accidentale e il "7" è il numero complessivo delle volte in cui è stata osservata fino a oggi. Questo termine, usato sia in ornitologia che nel birdwatching, accompagna quelle specie che si vedono soltanto in modo occasionale in determinate aree, come appunto l'Italia. Si tratta di individui che, per ragioni diverse, spesso legate a condizioni climatiche o comportamentali, si allontanano occasionalmente dal loro areale abituale.

«L'osservazione precedente, la sesta, risale all'estate scorsa in Friuli-Venezia Giulia – spiega ancora Janni – Da questo punto di vista, essendo un migratore parziale e spesso di breve-media distanza, è quindi sorprendente quanto sia capace di arrivare nei posti più assurdi. È stato segnalato nelle Isole Fiji, in Nuova Zelanda, Australia, Malesia e vari paesi africani, oltre a essere uno degli uccelli nordamericani più frequenti in Europa, soprattutto lungo le coste dei paesi che affacciano sull'Atlantico».

Le osservazioni di questi uccelli accidentali o molto rari vengono verificate e convalidate sempre dalla COI del Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), che mantiene un vero e proprio registro delle specie rare avvistate nel nostro territorio. È grazie a questo lavoro di monitoraggio e certificazione che gli avvistamenti diventano così preziose testimonianze dell'arricchimento di biodiversità avifaunistica italiana e di come le specie, col tempo, possono cambiare anche abitudini e comportamenti in risposta alle numerose sfide globali.

«L'autunno scorso c'è stato forse il più grande arrivo di sempre di specie americane in Europa (avevamo parlato di questa vera e propria invasione, ndr), a causa di diverse depressioni atlantiche che si sono mosse molto rapidamente dal Nord America all'Europa – conclude Janni – Questo gabbiano potrebbe essere arrivato l'autunno scorso per poi rimanere in Europa da un po'. È probabile che quest'anno in Italia abbiamo osservato la scia dell'evento dello scorso autunno, con 5 pivieri americani (prima del 2024 c'erano solo 3 segnalazioni italiane), il piro-piro macchiato e 2 gabbiani sghignazzanti».

Le cause di questi avvistamenti insoliti e talvolta inaspettati sono molto varie. Spesso sono legate a tempeste o correnti anomale, altre volte a cambiamenti di abitudini, per esempio nella disponibilità di cibo o in risposta al riscaldamento globale. Le specie come il gabbiano sghignazzante, chiamate "vagrant" o erranti in gergo tecnico, sono oggetto di grande fascino. Proprio per la loro rarità, quando vengono avvistate attirano immediatamente un gran numero di birdwatcher e fotografi naturalistici, pronti a immortalare un incontro unico e irripetibile da aggiungere alla propria lista.

Tuttavia, sono altrettanto importanti anche come sentinelle dei grandi cambiamenti globali. Osservazioni occasionali e accidentali, se monitorate nel lungo peridodo, aiutano infatti a inquadrare il fenomeno anche in modo più scientifico, inserendolo all'interno di un quadro più ampio di migrazione ed evoluzione. Libri come Vagrancy in Birds di Alexander Lees e James Gilroy, per esempio, sono dei veri cult per il settore, poiché raccontano dell'erratismo degli uccelli sia da un punto di vista socio-culturale che scientifico.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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