Parlare di benessere degli animali destinati alla produzione di alimenti può sembrare abbastanza improprio, ma sicuramente esistono modi migliori o peggiori di far vivere loro il tempo che gli viene lasciato a disposizione prima di finire al macello.
È per questo che si punta molto sul come questi animali debbano essere gestiti dall’uomo, che in sostanza significa come migliorare il tipo di stabulazione, le zone di riposo, lo spazio a disposizione rispetto alla densità dei capi, le condizioni di trasporto, l’alimentazione, ecc.
Del resto, il benessere animale è ormai riconosciuto come un aspetto fondamentale anche nel settore della zootecnia, che riserva sempre più attenzione alla valutazione di questo elemento in allevamento. Purtroppo, però, produrre questa stima richiede molto tempo per raccogliere e analizzare i dati e il risultato finale non è sempre facilmente fruibile.
In quest’ottica è nato il progetto ClearFarm (Co-designed welfare monitoring platform for pig and dairy cattle), finanziato dall’Unione europea che ha l’obiettivo di rendere più accessibili i dati sul benessere animale ad allevatori e consumatori sempre più orientati verso scelte consapevoli nel momento in cui acquistano prodotti di origine animale.
Il progetto, sviluppato dai ricercatori di sei atenei europei di cui fa parte anche la Facoltà di Medicina Veterinaria e Scienze Animali dell’Università di Milano, ha realizzato una piattaforma che può raccogliere negli allevamenti più informazioni possibili relative al comportamento animale.
Il metodo si basa sull’utilizzo negli allevamenti suini e lattiero-caseari della tecnologia di precisione che consente il monitoraggio dello stato fisiologico o di salute di ciascun animale lungo tutta la filiera.
In Italia, il sistema è stato già sperimentato in due allevamenti lombardi con buoni risultati: con lo specifico algoritmo messo a punto, infatti, è stato possibile ricavare quale fosse la qualità del benessere animale in maniera assolutamente comprensibile.
Parallelamente, come è noto, la Commissione europea sta mettendo mano alla revisione di tutta la legislazione sul benessere degli animali, per allinearla alle più recenti evidenze scientifiche e renderne più semplice l’applicazione. Di recente ha infatti messo nero su bianco le diverse misure per adeguare gli standard di benessere degli animali allevati e tra queste spiccano: l’eliminazione graduale delle gabbie per tutte le specie, il divieto dell’abbattimento sistematico dei pulcini maschi, l’introduzione di requisiti di benessere per lo stordimento dei pesci allevati, il divieto di mutilazioni, come il taglio del becco, la mozzatura della coda o la decornazione e la limitazione dei tempi di viaggio per il trasporto degli animali destinati al macello.
Il percorso non sarà certo breve, ma solo sapere che le misure rispettano le richieste fatte dalle associazioni animaliste, rende comunque l'attesa meno preoccupante.