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23 Giugno 2023
13:17

Il progetto che per la prima volta ha dato un nome in lingua zulu a tutti gli uccelli sudafricani

Il progetto South African Names for South African birds è nato nel 2012 per avvicinare le popolazioni zulu all'ornitologia e coinvolgerle della conservazione degli uccelli. Fino all'anno scorso tutte le specie avevano solo nomi in lingua inglese e afrikaans.

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Cambiare nome a tutti gli uccelli sudafricani in lingua isiZulu. È l'ambizioso progetto partito nel 2012 e portato avanti da BirdLife South Africa, l'organizzazione equivalente alla nostra LIPU che si occupa dello studio e della conservazione dell'avifauna. Lo scopo principale dietro al progetto è quello di avvicinare la popolazione Zulu al mondo dell'ornitologia, sviluppando così anche nuove opportunità per la tutela dell'avifauna e degli ecosistemi, oltre che per le comunità locali.

Dopo dieci anni la lista è stata ora completata e comprende ben 878 specie osservabili in Sudafrica nelle varie stagioni. Fino a oggi, infatti, questi uccelli possedevano solamente nomi comuni in inglese e nella lingua afrikaans dei Boeri, una nomenclatura non propriamente inclusiva e che creava barriere verso altri gruppi etnici presenti nel paese. L'iniziativa era partita da alcuni ricercatori della University of KwaZulu-Natal, ma è poi diventata un progetto nazionale chiamato proprio South African Names for South African birds (SANSAB).

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Il serpentario ha ora anche un nome in lingua isiZulu che è intinginono o intungunono

Quello dei nomi per la specie animali e vegetali poco vicini ai territori, alle lingue o alle comunità locali, è in realtà un argomento di discussione molto attuale e parecchio dibattuto, non solo in Africa. Molti nomi comuni di specie diffuse nei paesi o nei continenti in cui il colonialismo europeo ha avuto un impatto molto forte sono talvolta legati ad appellativi offensivi, razzisti o discriminatori, oppure dedicati a personaggi storici controversi e di dubbia moralità.

Famosissimo è il caso di un coleottero endemico della Slovenia dedicato ad Adolf Hitler, Anophthalmus hitleri, che per colpa del suo sfortunato nome, tra l'altro, è fortemente minacciato dai collezionisti di cimili nazisti e dai nostalgici del Führer che si avventurano all'interno delle pochissime grotte in cui vive pur di trovarne e catturarne uno da conservare.

Se ne sta discutendo parecchio e molti propongono quindi non solo di cambiare alcuni nomi di piante e animali, ma di rivedere l'intero lessico scientifico fortemente influenzato dal colonialismo. Per Andrew de Bolcq di BirdLife South Africa è molto importante rimuovere queste barriere e diffondere maggiori conoscenze sul mondo naturale e sul birdwatching.

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Il nome in lingua zulu per la rondine è inkonjane yaseYurobhu

«Uno degli obiettivi della BirdLife South Africa è aumentare la consapevolezza sulla diversità di uccelli in Sudafrica e anche aumentare il sostegno alla loro conservazione. C’è una barriera linguistica molto evidente e fino a quando questo progetto non ha completato l’elenco per la lingua isiZulu, c’erano solo elenchi completi degli uccelli del Sudafrica in inglese e in afrikaans, il che ha rafforzato uno stereotipo ingiusto secondo cui gli uccelli erano una "cosa da bianchi"», ha commentato de Bolcq.

La prima fase del progetto aveva inizialmente coinvolto oltre 20 ricercatori e guide Zulu esperte di uccelli locali, che avevano ovviamente consultato le comunità e i leader delle popolazioni locali per realizzare una prima mappatura aggiornata dei nomi per le diverse specie. Nella seconda fase, conclusa nel 2022, con l'avvio vero e proprio del SANSAB, la ricerca è stata estesa a livello nazionale e ha coinvolto anche linguisti, birdwatcher, ornitologi e altre comunità interessate in tutto il paese.

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Indwe o uzuka sono invece i nomi per la gru del paradiso

«Questo progetto per nominare gli uccelli nelle lingue locali è sorprendente. È il primo del suo genere per il Paese. Farne parte è stato un vero onore e una meravigliosa opportunità. Prendere decisioni per conto della mia gente è stata una grande responsabilità e abbiamo fatto del nostro meglio. Non avrei mai pensato di far parte di un progetto del genere», ha dichiarato Themba Mthembu, una delle guide Zulu coinvolte.

Soprattutto in passato, progetti ed esperti nel campo della biologia o della conservazione della natura hanno talvolta trascurato il contesto socio-culturale e linguistico delle comunità che vivono nelle aree del mondo più ricche di biodiversità. Spesso sono stati infatti imposti standard e metodologie scientifiche occidentali per studiare, proteggere o ripristinare la natura, senza tenere conto del contesto e delle comunità locali. Ora però, è giunto il momento di cambiare drasticamente questo approccio, è il progetto SANSAB va proprio in questa direzione.

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Salvatore Ferraro
Redattore
Naturalista e ornitologo di formazione, sin da bambino, prima ancora di imparare a leggere e scrivere, il mio più grande sogno è sempre stato quello di conoscere tutto sugli animali e il loro comportamento. Col tempo mi sono specializzato nello studio degli uccelli sul campo e, parallelamente, nell'educazione ambientale. Alla base del mio interesse per le scienze naturali, oltre a una profonda e sincera vocazione, c'è la voglia di mettere a disposizione quello che ho imparato, provando a comunicare e a trasmettere i valori in cui credo e per i quali combatto ogni giorno: la conservazione della natura e la salvaguardia del nostro Pianeta e di chiunque vi abiti.
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