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10 Dicembre 2022
10:04

Il pony di Ursula von der Leyen ucciso da un lupo: si riaccende la polemica sugli abbattimenti selettivi

L'episodio risale ai primi di settembre, ma è stato reso noto soltanto in questi giorni. A uccidere Dolly, 30 anni, è stato GW 950m, membro di un branco del Burgdorfer Holz, a nord-est di Hannover.

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Credit: Instagram @ursulavonderleyen

Il dibattito sul contenimento dei lupi, arrivato sino al Parlamento Europeo su iniziativa del partito popolare, che ha chiesto di rivedere lo status di protezione di questi predatori per consentirne la caccia, si infiamma dopo la notizia dell’attacco mortale subìto da un pony della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.

L’episodio risale ai primi di settembre, ma è stato reso noto soltanto nei giorni scorsi, dopo la conferma che a uccidere Dolly, pony di 30 anni, è stato proprio un lupo. Nello specifico, un lupo conosciuto: si tratterebbe di un esemplare ribattezzato GW 950m, membro di un branco del Burgdorfer Holz, a nord-est di Hannover, la capitale dello stato della Bassa Sassonia. Un branco che secondo gli esperti si è già reso responsabile di attacchi ad altri attacchi a pecore, mucche e cavalli.

Dolly è stata attaccata all’interno della tenuta di von der Leyen nella sua proprietà di Burgdorf-Beinhorn: il corpo senza vita è stato trovato all’interno del recinto, e le analisi genetiche effettuate sul cadavere hanno consentito agli esperti di risalire a GW 950m. Secondo il Frankfurter Allgemeine Zeitung, «l’intera famiglia» di von der Leyen  «è terribilmente sconvolta dall’accaduto». Il fatto che la numero 1 della Commissione Europea abbia preannunciato una lettera ai membri del Parlamento europeo per rivedere l’attuale stato di protezione dei lupi non ha fatto altro che alimentare le polemiche e suscitare le proteste delle associazioni animaliste e ambientaliste. In molti hanno infatti ricondotto l’annuncio di von der Leyen all’uccisione di Dolly, ma è anche vero che il dibattito sulla convivenza tra esseri umani e lupi, in Germania, infuria ormai da tempo. Con la crescita del numero di questi predatori, e la graduale ma inesorabile invasione del loro habitat a causa dell’urbanizzazione, sono aumentati anche gli attacchi a fattorie e allevamenti.

I tentativi di "declassare" lo status di protezione del lupo

Nei giorni scorsi, attraverso una risoluzione, anche il Parlamento Europeo aveva chiesto alla Commissione Europea di «prendere in considerazione la modifica delle sue linee guida per gli aiuti di Stato in agricoltura per facilitare il risarcimento dei danni causati agli allevatori dai grandi predatori», ma contro ogni pronostico il Comitato ha risposto con un secco “no”: solo 6 voti favorevoli su 30. Il lupo, insomma, per ora è salvo, e non potrà essere "gestito" con abbattimenti agevolati, tuttavia è molto probabile che alcuni paesi proveranno nuovi tentativi per ridurne la status di tutela. Sono infatti molti gli allevatori che chiedono di contenerne il numero attraverso l’abbattimento selettivo, quantomeno nei pressi dei centri abitati. Le associazioni animaliste, di contro, invocano misure che favoriscano una corretta convivenza tra specie, potenziando le misure di protezione a tutela degli allevatori.

La battaglia infuria dunque anche a livello politico, europeo e locale. In Bassa Sassonia, come sottolineato anche dalla Faz, l’ex ministro dell'Ambiente Olaf Lies (SPD) aveva appoggiato l’idea della regolamentazione della popolazione di lupi anche attraverso l’abbattimento selettivo, ma Lies è ora a capo del Ministero dell'Economia lasciando il campo a Christian Meyer, esponente dei Verdi, che ha invece un approccio diametralmente opposto: «Sulla gestione del lupi è importante mantenere un dialogo aperto, trasparente e anche orientato all'obiettivo di protezione del gregge e degli animali da pascolo. Vogliamo parlare con tutte le associazioni interessate», ha detto Meyer, commentando l’uccisione di Dolly.

Il dibattito in Italia e il testa a testa tra Lollobrigida e le associazioni animaliste

Anche in Italia il dibattito sulla convivenza con il lupo si è recentemente infiammato, anche a causa delle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che non ha escluso soluzioni estreme – vedi l’abbattimento – per la tutela degli animali da allevamento e da pascolo, parlando poi di «squilibri per la salute pubblica e per i settori strategici» per l’eccessiva presenza di animali come lupi e orsi. Dichiarazioni contro cui sono insorte le associazioni animaliste, ribandendo lo status di animale protetto del lupo. Che dopo avere rischiato di scomparire, negli ultimi anni è tornato a popolare diverse zone appenniniche e alpine: «Siamo estremamente curiosi di sapere in base a quali dati, tratti da quali fonti, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida continua a sostenere che vi sia una eccessiva presenza di orsi e lupi e che tale presenza sia fonte di “squilibri per la salute e per settori strategici”», è stata la replica immediata dell’Enpa.

Kodami, a questo proposito, ha interpellato Paola Fazzi, biologa esperta in conservazione e gestione della fauna all'Istituto Ecologia Applicata. Che ha chiarito che ricorrendo agli abbattimenti «i danni non diminuiscono se non temporaneamente e il conflitto è comunque elevato – ha sottolineato l'esperta – L’abbattimento non controllato della specie può portare a destrutturazione dei branchi e di conseguenza a un potenziale aumento delle predazioni. La direttiva europea Habitat permette già la rimozione in deroga di individui in determinate situazioni, ma questo è uno strumento che può essere applicato esclusivamente in situazioni molto particolari e su richieste specifiche. Non è sicuramente la strategia a lungo termine per ridurre il conflitto che può essere mitigato unicamente tramite l’utilizzo di strategie antipredatorie adattate al contesto delle singole aziende».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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