Mollusc of the Year è un concorso mondiale bandito dal Senckenberg Research Institute and Natural History Museum di Francoforte, un museo molto importante per gli studi sulla biodiversità. Tra tutti i molluschi candidati al progetto solo uno riuscirà a accaparrarsi il titolo di "Mollusco dell'anno" e vincerà un premio molto ambito dai ricercatori: il sequenziamento completo del genoma. Quest'anno tra i cinque finalisti c'è una specie mediterranea: il polpo Argonauta argo, una specie molto affascinante che vive anche nei nostri mari ma di cui non si hanno molto informazioni perché è davvero difficile da incontrare. A parlarcene è Fabio Crocetta, biologo marino del Dipartimento di Ecologia Marina Integrata della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, che ha avvistato la specie nel 2019 e l'ha candidata al concorso.
Perché è così importante questo concorso?
Questo concorso è molto importante e ha ricevuto un grande riscontro a livello mediatico per l'incredibile opportunità che offre: sequenziare il genoma completo della specie vincitrice. Avere la possibilità di conoscere il DNA completo di una specie vuol dire poter accedere a tantissime informazioni aprendo così la strada a svariate linee di ricerca non solo su questa specie, tanto affascinante quanto sconosciuta, ma anche su altre affini. Il sequenziamento genomico però è un processo molto costoso perché necessità di un team composto da diverse figure professionali e di un grosso investimento economico che spesso gli istituti di ricerca, a causa dei pochi fondi investiti per studiare la biodiversità, non possiede. Proprio questo infatti è lo scopo del concorso: fornire ai ricercatori uno strumento importante per approfondire gli studi su determinate specie, a cui altrimenti non potrebbero accedere. I dati del sequenziamento infatti, una volta ottenuti, sono disponibili a tutti e poterli ottenere per una specie che abbiamo praticamente sotto casa sarebbe davvero un grande passo in avanti.
So che ha avvistato recentemente la specie, com'è avvenuto?
Ho raccolto e campionato la specie nel 2019 quando è stata pescata accidentalmente nel Golfo di Napoli durante un'analisi delle specie accessorie nella pesca al pesce azzurro. Io non ero presente sull'imbarcazione ma mi è stata portata successivamente e ho deciso di conservarla in alcool per poterla studiare. Se fosse stata libera non l'avrei presa ma dato che è una specie che generalmente non riesce a sopravvivere a questo tipo di trauma ho deciso di tenerla. E' un evento molto raro e, nonostante per scopi di ricerca lavoro spesso sulle imbarcazioni, era la prima volta che ne vedevo una.
Il polpo Argonauta argo, perché è così particolare e affascinante?
Argonauta argo è una specie talmente intrigante e avvolta dal mistero che ha sempre affascinato sia naturalisti che scrittori. Il motivo è da ricercare in alcuni adattamenti molto particolari di questa specie come ad esempio la presenza di una sorta di guscio davvero unico. Questo guscio è presente solo nelle femmine e, qui sta la particolarità: non è secreto dal mantello come avviene in altri molluschi ma da alcune braccia modificate. E' l'unica specie ad avere questa caratteristica e sarebbe molto interessante capire perché lo fa e quali sono i geni che regolano questa funzione. Il nome Argonauta gli è stato attribuito infatti proprio per il guscio: in passato si pensava che l'animale lo utilizzasse come un vascello per navigare attraverso gli oceani servendosi delle braccia come remi. Il guscio inoltre serve ai molluschi che ne sono dotati a mantenere un assetto neutro e per questo motivo è generalmente provvisto di camere settate attraverso le quali può passare l'aria permettendo così all'animale di mantenere l'equilibrio.
Il guscio quindi è uno degli aspetti più interessanti?
Sì, Argonauta argo è particolare anche in questo: il guscio è infatti sprovvisto di setti e l'ossigeno viene incanalato all'interno attraverso le braccia modificate, ma ancora non conosciamo il meccanismo che permette di far rimanere l'ossigeno all'interno. La specie inoltre è definita pelagica, ossia vive libera all'interno della colonna d'acqua invece che a stretto contatto con il fondale marino, come fanno la maggior parte dei polpi. A differenza delle altre specie pelagiche però, dopo la riproduzione non rilascia le uova nella colonna d'acqua ma al contrario le femmine di questa specie utilizzano il guscio come un "luogo sicuro" dove inseriscono e proteggono le uova fecondate.
Argonauta argo presenta inoltre un estremo dimorfismo sessuale, ossia i maschi e le femmine sono molto diversi tra loro. Le femmine sono molto più grandi e riescono a raggiungere i trenta centimetri di grandezza e probabilmente è stato proprio un adattamento per permette loro di trattenere le uova. I maschi invece sono molto più piccoli e raggiungono al massimo i due centimetri. E' dotato anche di ghiandole velenifere ed è un vorace predatore, riuscendo a cibarsi addirittura di animali più grandi di lui come alcune meduse, a cui succhia i liquidi interni dalla testa.
Qual è la sua distribuzione?
Anche di questo non si sa tantissimo, è una specie probabilmente presente in varie parti del mondo e vive sia nelle acque tropicali che subtropicali. Sulla popolazione del Mediterraneo non si sa praticamente nulla se non qualche segnalazione dovuta all'avvistamento di qualche esemplare spiaggiato ed è proprio per questo che il sequenziamento del genoma sarebbe importantissimo. Come ho già detto nel Mediterraneo è molto difficile da incontrare e potrebbe trattarsi anche non di una singola specie ma di un complesso di specie o sottospecie diverse.
Fino al 31 gennaio 2021 è ancora possibile votare e sarà il pubblico a decretare il vincitore.