Il pubblico ministero di Frosinone ha presentato richiesta di archiviazione per il caso della capretta di Anagni, uccisa da un gruppo di giovanissimi nel corso di una festa di compleanno in un agriturismo.
Si tratta di un 16enne, inizialmente indicato in fase d'indagine come l'autore materiale dell'uccisione insieme a un ventenne, e di altri cinque giovani tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni. Il gruppo dei sette ragazzi non solo avrebbe seviziato la capretta fino alla morte ma poi ha anche postato tutto sui social.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) all'epoca dei fatti aveva presentato immediatamente una denuncia per uccisione di animali e istigazione a delinquere, e oggi ha fatto sapere che presenterà opposizione alla richiesta d’archiviazione: «Ci è stata notificata dalla Procura della Repubblica di Frosinone la richiesta d’archiviazione contro la quale presenteremo opposizione nelle prossime ore – spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale dell’Oipa – Non condividiamo tale decisione del pubblico ministero, tanto più che vi sono prove documentali che testimoniano il reato. Abbiamo dunque chiesto la massima pena per il reato di uccisione di animali aggravato da motivi abietti».
Sulla questione è intervenuta anche la Lav che ha sottolineato il clima di impunità per chi compie simili reati: «La pericolosità di soggetti simili deve essere circoscritta, e stigmatizzata. Sono tanti i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque li maltratti o li uccida. Saremo attivi e presenti nelle prossime fasi dell'iter giudiziario, per ribadire, come sempre, la necessità di un cambio assoluto di considerazione per gli animali e per il valore intrinseco delle loro vite. Sempre».
Anche la Lav quindi si opporrà alla richiesta di archiviazione «affinché sia chiaro il messaggio che la violenza non è meno grave a seconda di chi sia la vittima. Un animale è morto di morte violenta, sul suo corpo c’è chi ha infierito e se ne è fatto anche vanto».
L'episodio è avvenuto nel novembre del 2023. Gli inquirenti iscrissero nel registro degli indagati un ventenne e l'unico minorenne per l'uccisione della capretta, mentre per gli altri cinque era stata ipotizzata l'accusa di istigazione a delinquere. I video delle sevizie erano stati anche diffusi sui social dai ragazzi, tutti residenti tra Anagni e Fiuggi.