Diventa ufficiale il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, firmato dal Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Agricoltura. Dal primo luglio, infatti, il decreto è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, data dal quale resterà in vigore per cinque anni.
Si tratta del Decreto firmato dai Ministri Pichetto e Lollobrigida, previsto dall’emendamento ribattezzato “caccia selvaggia” alla Legge di Bilancio, che ha modificato dal dicembre scorso la legge nazionale sulla caccia, consentendo anche l’ingresso dei cacciatori nei parchi e nelle città e per sparare a qualsiasi specie di animale selvatico. Obiettivo del piano è diventare «lo strumento programmatico, di coordinamento e di attuazione dell'attività di gestione e contenimento numerico della presenza della fauna selvatica nel territorio nazionale mediante abbattimento e cattura», con particolare attenzione alle specie individuate come dannose o invasive.
L'attuazione del piano è demandato alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano, e autorizza a procedere con gli abbattimenti i cacciatori iscritti negli ambiti venatori di caccia o nei comprensori alpini, le guardie venatorie, gli agenti dei corpi di polizia locale e provinciale muniti di licenza per l'esercizio venatorio e «i proprietari o conduttori dei fondi nei quali il piano trova attuazione, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio».
La notizia della pubblicazione in Gazzetta, che rende effettivo il Piano, ha suscitato le proteste e la preoccupazione delle associazioni che si battono per la tutela degli animali e dei loro diritti, principalmente perché consentirà non soltanto ai i cacciatori a poter sparare (persino nelle aree urbane), ma anche «società private, ditte specializzate o operatori professionali, cooperative e singoli professionisti, previa frequenza di appositi corsi conformi a programmi predisposti dall'Ispra». E potranno farlo non solo con fucili da caccia, ma anche con archi, armi ad aria compressa e strumenti come visori notturni e silenziatori «che contribuiranno ad incrementare in maniera esponenziale, non abbiamo dubbi, anche gli atti di uccisioni “fai da te” e i rischi per i cittadini», sottolineano dalla Lav.
«La concomitante presenza sul territorio italiano di alcuni focolai di peste suina africana, non pericolosi né per gli animali che per noi umani ma esclusivamente per norme internazionali sull’esportazione di carni e prosciutti “Made in Italy” – proseguono dalla Lav – è diventata un altro pretesto per consentire un vero e proprio sterminio dei cinghiali, maggiore di quello già consentito ed effettuato nelle normali stagioni di caccia. I contenuti del Piano del Governo che ora passa alle Regioni per l’attuazione hanno confermato le nostre più nefaste previsioni – sottolinea Massimo Vitturi, responsabile per la Lav della sezione Animali Selvatici – Tutti gli animali selvatici saranno sempre e ovunque nel mirino, dai cervi ai daini cerbiatti, ai ghiri e anche i cani ibridati, di fatto caccia permessa sempre, ovunque e a tutte le specie».
Alla Lav hanno fatto eco gli Animalisti Italiani, che hanno definito il Piano «un grave passo indietro per la tutela e la conservazione della fauna selvatica in Italia. L’apertura indiscriminata dei parchi e delle città alla caccia mette a rischio la vita di numerose specie protette e compromette gli sforzi fatti fino ad oggi per preservare la biodiversità e l’equilibrio degli ecosistemi», ha detto il presidente Walter Caporale.
«Nei prossimi mesi con l’attuazione delle Regioni si compirà il più grande attacco mai realizzato nei confronti della fauna selvatica, che avevamo previsto già a dicembre scorso – conclude la Lav – Proseguiremo nella nostra mobilitazione iniziata la scorsa primavera anche nelle piazze per contrastare chiunque metta a repentaglio la vita anche di un solo animale e che già tradisce il recente principio fondamentale della nostra Costituzione, la tutela della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali».