Il pesce scorpione (Pterois volitans), noto anche con il nome di scorpena volante o pesce leone orientale, è un pesce velenoso d'acqua salata della famiglia Scorpaenidae, che racchiude i pesci che in italiano sono conosciuti come scorfani. Sono pesci ossei marini appartenenti all'ordine Scorpaeniformes, caratterizzati da un corpo piuttosto compresso e una testa grande, spesso ornata da creste ossee.
Come è fatto il pesce scorpione
Il pesce scorpione è generalmente di colore marrone, o marrone scuro, ricoperto di strisce verticali più chiare (bianche, grigie, color avorio). Può raggiungere una lunghezza massima di 50 centimetri, anche se mediamente non supera i 35/40. La testa è dotata di una bocca di grandi dimensioni e soprattutto di occhi sporgenti che fuoriescono quasi completamente dal capo. Le spine che ricoprono il corpo del pesce leone orientale (o lionfish) sporgono dal corpo a formare la criniera da cui l'animale prende il nome. L'apparato velenifero è formato da aculei cavi che sono collegati ad una ghiandola che contiene appunto la sostanza e vengono eretti nei momenti in cui l'animale percepisce un pericolo. La pinna pettorale invece è costellata di aculei pieni, i quali non contengono veleno. Il dorso ricurvo del pesce scorpione infine termina in un'ampia coda smussata.
Dove vive il pesce scorpione?
Il Pterois volitans è originario dell'Oceano Pacifico, più precisamente delle coste del Nord Australia, Thailandia, Malesia, Vietnam, Indonesia, Filippine, Papua, Nuova Guinea, Corea del Sud, Giappone e Polinesia. Negli ultimi decenni però alcuni fattori ne hanno favorito l'espansione anche altrove. La grande capacità di adattamento a nuovi habitat ha permesso infatti a questa specie di diffondersi rapidamente anche in altri luoghi molto distanti dall'Oceania e dal Sud Est asiatico. Questo pesce tollera temperature tiepide ma anche molto alte (fino a circa 32 °C). Ad oggi è possibile trovare il pesce scorpione anche lungo le coste degli Stati Uniti, del Messico, della Colombia, del Venezuela, a Cuba e in Jamaica. Generalmente preferisce le acque costiere, ma è stato più volte osservato anche al largo fino a circa 60 metri di profondità.
A partire dal 1992 è stata evidenziata la presenza di questo pesce anche all'interno del Mar Mediterraneo, dove grazie all'aumento della temperatura dell'acqua, attraverso il Canale di Suez ha raggiunto l'Europa e si sta ora diffondendo a partire dalle coste turche e dal Mediterraneo orientale, fino a raggiungere l'Adriatico. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Marine Biodiversity Records nel 2016 condotto sulle coste meridionali dell'isola di Cipro ha evidenziato la presenza fissa di questa specie nelle acque circostanti l'isola, rilevando inoltre comportamenti riproduttivi che ne confermano la stabilità e preoccupano i ricercatori, consapevoli del fatto che questo pesce potrebbe creare problemi all'ecosistema per via della carenza di predatori naturali.
Come si riproduce il pesce scorpione
Il pesce scorpione è un animale solitario che nuota in prossimità di altri pesci unicamente nel periodo che precede la riproduzione. Il dimorfismo sessuale aumenta sensibilmente in questo periodo dell'anno in quanto i maschi diventano più scuri e le strisce diventano meno evidenti. Le femmine, al contrario, prendono colori meno forti ma diventano più facili da individuare al buio per via del ventre dal colore argenteo. Al termine del corteggiamento, i maschi si accoppiano con più di una femmina, la quale depone sulla superficie dell'acqua due gruppi di uova, il cui numero aumenta in base alla temperatura dell'acqua. Al termine della deposizione i i maschi fecondano le uova, che, dopo 36 giorni, si schiudono. Il pesce scorpione diventa adulto dopo circa un mese dalla schiusa e la sua vita può durare anche 10 anni.
La puntura del pesce scorpione
Il pesce scorpione, come abbiamo visto, è dotato di un veleno che utilizza unicamente per difendersi dai potenziali predatori. Quando viene minacciato infatti, affronta l'aggressore assumendo posture che permettono alle spine di penetrare la pelle dell'avversario.
La puntura di questo animale generalmente non è fatale per l'uomo, ma l'avvelenamento da acetilcolina (la tossina di cui è composto il veleno) può causare un forte dolore accompagnato da mal di testa, vomito e difficoltà respiratorie in quanto agisce sulla trasmissione neuromuscolare. Il trattamento più comunemente usato a seguito di questa puntura è l'immersione in acqua calda della zona del corpo colpita, tuttavia si consiglia vivamente di consultare immediatamente un medico, in quanto sono stati segnalati anche eventi di ipersensibilità in alcune persone risultate allergiche.
Cosa mangia il pesce scorpione
Questa specie è in cima alla catena alimentare e si alimenta generalmente di crostacei e pesciolini, anche della propria stessa specie. Per questo motivo, esso rappresenta un rischio per gli ecosistemi che tende a invadere, a causa del cambiamento climatico e dell'importazione per mano dell'uomo. Il pesce scorpione è un animale dal comportamento prevalentemente notturno e dalla dieta generalista. La predazione avviene con uno scatto decisamente fulmineo dal basso verso l'alto con un'apertura delle pinne pettorali che nascondono il movimento della coda disorientando così l'avversario. In questo modo, il pesce scorpione è in grado di attaccare le prede impedendo loro di fuggire. A favorire il successo dell'attività predatoria è anche il suo colore, grazie al quale si confonde con lo sfondo delle barriere coralline di cui è originario.
Il pesce scorpione e l'uomo
Il pesce scorpione, oltre a rappresentare un rischio per l'uomo in caso di puntura, come abbiamo visto è una specie pericolosa per l'intero ecosistema marino in cui si insedia nutrendosi delle specie autoctone.
L'assenza di predatori naturali negli ambienti in cui viene considerata una specie aliena infatti, mette a rischio la biodiversità e l'aumento delle temperature delle acque causato dal cambiamento climatico ne favorisce la diffusione.
Un fatto interessante è stato osservato dalla subacquea Maria Shokouros-Oskarsson, la quale ha immortalato l'immagine di un polpo autoctono che mangia un pesce scorpione sulle coste di Cipro. Questa scoperta spinge i ricercatori a sottolineare l'importanza della tutela delle specie native, in grado forse di rallentare la diffusione eccessiva del pesce scorpione nei nostri mari, attraverso un controllo biologico del tutto naturale. Le invasioni di specie acquatiche aliene rappresentano un fenomeno difficile da bloccare altrimenti, in quanto la cattura selettiva è tutt'altro che semplice e la loro diffusione è spesso più rapida di quanto si possa immaginare.