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27 Luglio 2024
11:00

Il pesce mandibola ha sviluppato occhi più grandi per trovare l’amore

Una recente ricerca del Boston College ha rivelato che gli occhi dei maschi di pesce mandibola sono diventati più grandi per favorire la ricerca di una compagna. Riuscire a trovare le femmine nell'oscurità degli abissi marini è, infatti, un'operazione piuttosto difficile.

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Un recente studio pubblicato su Biology Letters da un team di ricercatori del Boston College ha rivelato che i maschi del pesce mandibola hanno sviluppato occhi significativamente più grandi rispetto alle femmine per riuscire a individuarle nelle oscure profondità oceaniche.

Christopher P. Kenaley, biologo del Boston College, ha spiegato: «Abbiamo scoperto che questi pesci maschi possiedono occhi più grandi per riuscire a trovare le femmine che emettono una quantità di luce minore. È piuttosto sorprendente e un’intuizione davvero importante su come queste specie poco conosciute esistano e prosperino nelle profondità marine».

Il dimorfismo sessuale nei sistemi visivi dei vertebrati è estremamente raro, ha sottolineato Kenaley, e questo è forse solo il secondo caso noto tra i pesci, il gruppo più numeroso di vertebrati. Le profondità marine, il bioma più vasto del pianeta, sono un ambiente buio e sterile, dove la distanza tra gli individui può essere notevole. Molti abitanti di questo regno producono infatti luce propria, nota come bioluminescenza, utilizzandola per attirare prede e trovare compagni.

Kenaley ha spiegato che molti pesci di profondità sono sessualmente dimorfici in termini di dimensioni dei fotofori, gli organi che producono luce, con i maschi che presentano fotofori più grandi delle femmine, cosa che può rappresentare un problema nel trovare una compagna: «Questo crea un paradosso: se la bioluminescenza è fondamentale per la segnalazione sessuale e per incontrarsi, il dimorfismo fa sì che le femmine possano rilevare i maschi a distanze inferiori rispetto al contrario», ha spiegato.

«In breve – ha aggiunto – esiste un divario di rilevamento della bioluminescenza. Abbiamo ipotizzato che, per colmare questo divario, i maschi possano aver sviluppato occhi più grandi per catturare più luce». Kenaley e il suo team, insieme alla biologa Valentina Di Santo della Stockholm University, hanno studiato quindi due specie di pesci mandibola in cui era presente dimorfismo sessuale nelle dimensioni dei loro fotofori: il Malacosteus niger e il Photostomias guernei.

Il gruppo di ricerca ha creato un modello sulla distanza a cui maschi e femmine di ciascuna specie potevano vedere individui del sesso opposto, basandosi sulle dimensioni degli occhi e sulla quantità di luce emessa. Hanno così scoperto un divario significativo nel rilevamento tra le due specie, che varia da pochi metri a oltre 100 metri. I maschi di entrambe le specie, però, presentano occhi più grandi, colmando questo divario di circa 5 metri.

Sebbene si tratti di un miglioramento piuttosto modesto, è però cruciale per l’arduo compito di trovare una compagna in un ambiente così vasto e oscuro. Kenaley ha concluso che studi futuri potrebbero focalizzarsi sulle ragioni per cui la bioluminescenza dei maschi è più intensa di quella delle femmine, fornendo ulteriori intuizioni su questi misteriosi abitanti delle profondità marine.

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Yuri Digiuseppe
Redattore
Classe '94, appassionato di animali e scienze sin da piccolissimo, sono un naturalista di formazione, specializzato in paleontologia e divulgazione. Mi è sempre venuto spontaneo spiegare agli altri le bellezze della natura e passare intere giornate ad osservare piante e animali di ogni tipo ovunque andassi, per poi tornare a casa e disegnarli. Vorrei contribuire ad avvicinare il pubblico all'ambiente ed essere parte di una ritrovata armonia uomo-natura, per il bene e la salvaguardia di ogni specie.
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