Matusalemme è arrivata allo Steinhart Aquarium di San Francisco, in California, ancora prima che la Seconda Guerra Mondiale avesse inizio. Era infatti novembre del 1938 quando la femmina di Neoceratodus forsteri, un pesce polmonato, arrivò negli Stati Uniti insieme altri 231 pesci provenienti dalle isole Fiji e dall'Australia. Da allora è sopravvissuta a tutti i suoi compagni di viaggio – e a diversi membri dello staff passati per l'acquario – arrivando in perfetta salute fino a oggi, guadagnandosi così il titolo di pesce in cattività più anziano del mondo.
Tuttavia, il personale dell'acquario non è mai stato troppo sicuro sull'età esatta di Matusalemme, e fino ad oggi l'ipotesi più accreditata stimava che avesse 84 anni. Ma ora, grazie a un nuovo metodo all'avanguardia che utilizza il DNA, gli scienziati sono riusciti a calcolare con maggiore precisione la sua età, scoprendo che potrebbe avere anche oltre 100 anni. L'analisi condotta dagli scienziati Ben Mayne e David Roberts ha permesso di stimare l'età di Matusalemme in ben 92 anni, con un margine di più o meno 9 anni di imprecisione. Calcoli che portano quindi l'età di questo pesce fino a un massimo di 101 anni, rafforzando così la scelta del nome ispirato all'uomo più longevo citato nella Bibbia, morto alla considerevole età di ben 969 anni.
Nello studio, i ricercatori hanno confrontato il patrimonio genetico di Matusalemme con quello di altri pesci polmonati australiani, per capire quanta usura avesse accumulato il suo DNA a partire dalla nascita. Si tratta di un metodo non invasivo o letale che i ricercatori hanno ideato proprio per calcolare l'età di animali a forte rischio a estinzione e che può quindi essere utilizzato senza arrecare alcun danno agli individui. Il metodo sfrutta infatti un minuscolo campione di tessuto prelevato da una pinna che è inferiore a 0,5 cm2, un sistema indolore che può essere applicato su specie rare e minacciate senza incidere sulle popolazioni o sulla salute degli individui.
Il pesce più anziano del mondo in cattività non è infatti un pesce come tutti gli altri, ma appartiene a un gruppo molto particolare e ristretto di specie chiamati dipnoi o pesci polmonati. I dipnoi vivono in acque dolci e paludose, hanno un corpo allungato, e soprattutto sono dotati di polmoni primitivi che gli permettono di respirare anche fuori dall'acqua. Per di più, da qualcosa di simile a questi pesci, circa 365 milioni di anni, è iniziata la conquista della terraferma da parte dei primi tetrapodi, ovvero tutti i vertebrati terrestri che oggi conosciamo come anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.
Oggi sono solo sei la specie che sopravvivono di questo antico gruppo, tutte diffuse tra Africa, Sud America e in una zona ristretta del Queensland, in Australia, dove vive appunto l'unica popolazione conosciuta di Neoceratodus forsteri, chiamato in italiano anche come barramunda. Matusalemme, purtroppo, ha passato la quasi totalità della sua vita in cattività ed è figlia di un epoca in cui le catture in natura oggi quasi del tutto scomparse erano la prassi. Oggi per fortuna individui della sua specie non possono più essere catturati, se non in casi particolari per la riproduzione in cattività.
Vista la sua età estremamente avanzata Matusalemme non può ovviamente essere liberata, tuttavia gli studiosi sperano che queste nuove informazioni raccolte grazie a lei possano servire a tutelare ancora meglio la specie nel suo habitat naturale. Capire quanto un individuo di una particolare specie possa sopravvivere e riprodursi in natura, è infatti fondamentale per stabilire lo stato di salute di una popolazione, per conoscere il suo potenziale riproduttivo e stabilire così strategie di conservazione più precise ed efficaci.
In natura Neoceratodus forsteri è infatti in serio pericolo di estinzione e nella Lista Rossa IUCN è infatti inserita nella categoria "In pericolo". Questi pesci polmonati sono minacciati come tante altre specie che vivono in fiumi e laghi dalle attività umane che alterano i loro habitat, come per esempio la costruzione di dighe e sbarramenti lungo i corsi d'acqua. Non è chiaro, tuttavia, quanto a lungo potrà ancora vivere Matusalemme, che gode però ancora di ottima salute, non sembra stia accusando i segni della vecchiaia ed è accudita in maniera maniacale dallo staff dell'acquario.
Visto il gruppo a cui appartiene è stata infatti un punto fermo e una vera e propria star dello Steinhart Aquarium sin dal suo arrivo alla fine degli anni 30. È diventata infatti molto famosa in tutto il mondo non solo per la sua età avanzata, ma anche per la sua personalità unica e affascinante. Matusalemme apprezza tantissimo mangiare direttamente dalle mani dei suoi custodi ma soprattutto adora i grattini sulla pancia, che cerca e chiede con insistenza ogni volta che se ne presenta l'occasione.