Il Perucetus non era più pesante di una balenottera azzurra: questi i risultati di un nuovo studio condotto dai paleontologi dell'Università della California e del Museo Nazionale di Storia Naturale dello Smithsonian Institution, pubblicato sulla rivista PeerJ.
Perucetus colossus è una specie di cetaceo ormai estinta che visse in Perù circa 39 milioni di anni fa, durante l’Eocene. Era stato descritto per la prima volta solo l’anno scorso, nel 2023, e le stime sulle sue dimensioni si aggiravano intorno ai 20 metri di lunghezza e fino a 340 tonnellate di peso, rendendolo quindi l'animale più pesante mai scoperto.
I due scienziati Ryosuke Motani, dell'Università della California, e Nicholas Pyenson, dello Smithsonian Institution, hanno spiegato: «Le ossa del Perucetus colossus sono insolitamente dense. Quelle dei mammiferi di solito hanno un esterno solido e un interno spugnoso o cavo. Alcuni animali hanno una percentuale maggiore di scheletro costituito da osso solido, che li rende globalmente più densi e pesanti».
«Negli animali acquatici – hanno continuato – le ossa pesanti possono compensare la galleggiabilità dovuta al grasso corporeo, consentendo all'animale di immergersi nella colonna nell'acqua o, nel caso dell'ippopotamo, di camminare sui letti dei fiumi. Le ossa fossili di balena presentano sia un ampio riempimento che una crescita extra di osso all'esterno, una condizione chiamata pachiostosi osservata anche in alcuni moderni mammiferi acquatici, come i lamantini».
Secondo le stime del 2023, la massa corporea del Perucetus sarebbe compresa tra le 85 e le 340 tonnellate, rendendolo addirittura più pesante degli esemplari più grandi di balenottera azzurra, l’animale più grande mai apparso sulla Terra, anche se questo loro parente estinto è considerevolmente più corto: le stime parlano di 17-20 m di lunghezza rispetto ai circa 30 delle balenottere.
«Queste stime renderebbero il Perucetus incredibilmente denso», ha spiegato il professor Motani. «Sarebbe stato un continuo lavoro per questa balena rimanere in superficie, o addirittura lasciare il fondo del mare, e avrebbe dovuto nuotare continuamente per sfuggire alla gravità e fare qualsiasi cosa nell’acqua».
Gli autori hanno quindi riesaminato le vecchie ipotesi utilizzate per effettuare tali stime: «Il primo problema è che lo studio originale utilizzava le ossa fossili per calcolare il peso dello scheletro, per poi stimare quello dell’intero animale, assumendo che la massa scheletrica e quella non scheletrica sarebbero cresciute allo stesso ritmo con l’aumento delle dimensioni corporee. Ma le misurazioni di altri animali mostrano che non è così. Lo studio originale sovrastimava anche l’aumento della massa corporea complessiva a causa della pachiostosi, ma i lamantini ci mostrano che i loro corpi sono relativamente leggeri rispetto alla loro massa scheletrica».
Il professor Motani e il dottor Pyenson stimano che un Perucetus medio fosse lungo 17 metri e pesasse tra le 60 e le 70 tonnellate, mentre un grosso esemplare di 20 metri poteva superare le 110 tonnellate, decisamente meno rispetto alle balenottere azzurre oggi viventi che pesano anche 270 tonnellate. «Il nuovo peso stimato consente alla balena di risalire in superficie a respirare e rimanere a galla per riprendersi da un'immersione, come fa la maggior parte delle balene», ha concluso il professor Motani.