Non è un tentacolo come gli altri, ma è “modificato” per fecondare le uova. Questo è il pene del polpo, citato da Fiorello in uno dei suoi interventi sul palco del teatro Ariston per il Festival di Sanremo nell'edizione del 2021. E’ l’ectocotile, che ha un'estremità a forma di spatola. Nella riproduzione, il polpo maschio lo inserisce sotto il mantello del polpo femmina spostando così i suoi spermatozoi che andranno a fecondare le uova.
«Il polpo (mi chiamerà l'Api, l'associazione polpi, non puoi fare battute né sui polpi né su Zingaretti) ha otto tentacoli, ma uno degli otto non è un tentacolo. Solo che quando te lo servono non te lo dicono», disse Fiorello.
A scoprirlo per la prima volta fu Aristotele che sapeva come l'ectocotile fosse coinvolto nell'accoppiamento, ma il famoso filosofo e studioso di storia naturale aveva posto dubbi sul suo trasporto dello sperma. Il termine ectocotile glielo diede un biologo francese, George Cuvier (che sostenne alcune teorie sulle differenze razziali nel genere umano). Fu lui a individuarne uno all'interno di una femmina di argonauta, un particolare tipo di cefalopode. In origine pensava fosse un parassita. Anche qui, quando Fiorello a Sanremo ha detto che «quando deve accoppiarsi, il coso si stacca da lui e la va a cercare», in fondo aveva ragione e si riferiva a questo.
Come si legge in uno studio pubblicato sullo European Journal of Taxonomy e realizzato sulla sottofamiglia Sepiolinae, l’organo copulatorio non è uguale agli altri tentacoli e ha modifiche delle ventose e dei peduncoli. Proprio la sua evoluzione ha portato alla nascita di generi e sottogeneri di questi cefalopodi.
Nell'Haliphron atlanticus, chiamato anche "polpo a sette braccia", l'ectocotile è in una sacca sotto l'occhio destro: questa presenza dell'organo maschile dà l'impressione di avere un tentacolo in più.
Come ha detto lo showman a Sanremo, «l'essere umano è troppo legato all'aspetto esteriore, alla bellezza. Gli animali no, perché non lo sanno». E poi, ha chiuso: «Non voglio fare il Greto Thumberg, ma gli animali vanno rispettati». Un inno, il suo, alla bellezza della biodiversità.