Il Pastore Tedesco Heart se ne va guardando il mare: «La sua anima sarà in me per sempre»

Abbandonato per quasi un mese Heart ha vissuto senza acqua e senza cibo. Finché non è arrivata Gianna Serena Manfredi, volontaria dell’associazione “Qua la zampa” di Bitonto, a salvarlo e a rendergli l'ultimo periodo della sua vita piena d'amore. Finché davanti al mare non ha trovato la pace assoluta.

23 Marzo 2021
18:04
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Quando hanno traslocato, i proprietari lo hanno abbandonato nel giardino di casa perché malato e paralizzato. Ma Heart, un anziano Pastore Tedesco, dopo essere stato ritrovato, per un anno almeno ha trovato comunque l’amore che forse non aveva mai avuto. E quando se ne è andato, era davanti al mare su un morbido cuscino con una coperta a tenerlo al caldo.

Una persona ha fatto la differenza nella vita di questo sfortunato cagnone: Gianna Serena Manfredi, una volontaria dell’Associazione “Qua la zampa” di Bitonto, in Puglia, che dopo averlo trovato, insieme ad un gruppo di altre donne se ne è presa cura cercandogli una “casa” adeguata dove potesse essere accudito nel migliore dei modi.

Ma lontana da Heart ha resistito ben poco e poi non ce l’ha  più fatta. Quel legame era troppo forte e lo ha ripreso con sé: «Sono stati solo due mesi e mezzo il tempo che ci è rimasto da vivere insieme: è stato bellissimo e straziante. Spero di avergli dato tutto l’amore di cui aveva bisogno e che meritava» dice Gianna. «È stata l’esperienza più bella della mia vita, tutti i momenti passati con lui sono stati i migliori. La sua anima resterà in me per sempre».

Tutto comincia circa un anno fa con una telefonata: «Hanno abbandonato un cane dopo il trasloco, non cammina, presto venite». Heart era stato lasciato dagli ex proprietari nella vecchia abitazione a morire di fame e dolore, visto che da tempo il Pastore Tedesco soffriva di otite cronica e di mielopatia degenerativa, una malattia che porta alla paralisi completa degli arti. «L’Associazione “Qua la zampa” – racconta Gianna a Kodami – «non aveva né i mezzi né un luogo adatto per accudire un cane semiparalizzato. Ma nulla ci ha fermato: quel cane doveva essere salvato. Sono partite le chiamate alle varie pensioni, finché Heart non ha trovato accoglienza nel rifugio “Dogs Republic” dove le "zie" Sara Melita e Liliana se ne sono prese cura».

Ma per le cure e le medicine ci vogliono soldi, da sole non ce la possono fare. Bisogna mobilitare tutti. E l’appello deve girare via social. Ecco quindi arrivare in aiuto “Cuore Husky Rescue” che pubblica sul suo account Facebook l’appello. «Non ci aspettavamo un riscontro così sentito. Arrivano decine di chiamate da delle "super mamme", le più toste di Facebook… Heart ci costava più di 300 euro al mese, iniziamo i primi esami, tac, eco, visite neurologiche, insomma di tutto e di più fino alla diagnosi finale: affetto da mielopatia degenerativa. Una maledetta malattia tipica del Pastore Tedesco che porta pian piano alla paralisi completa degli arti».

A questo punto Heart ha bisogno di avere un posto dove essere degnamente curato e accudito: saranno Sergio e Marina a prendersi cura di lui, ma lontano da Gianna, addirittura a Garlasco, in Lombardia. Ma qui il cane ha anche un carrellino e con questo si può muovere, almeno finché la malattia non glielo impedirà.

«Il tempo passa, ma tra e me quel cane il legame rimaneva fortissimo, non riuscivo a togliermi dalla testa quell’immagine di lui che mi corre incontro malridotto, ma con tutta la forza che ha, quando sono arrivata in quel maledetto giardino dove lo avevano abbandonato. Intanto, però il tempo passa fino al dicembre scorso quando Sergio e Marina mi riferiscono che Heart non è più lo stesso, anche le zampe anteriori stanno cedendo. In quelle condizioni non può più stare in pensione. Non ho un attimo di esitazione: deve tornare a casa e deve passare quel che gli resta in famiglia. E la sua sono io. Quando è arrivato, l’unica cosa che ho penato è stato: finalmente sei qui con me, il calvario è finito».

Gianna è felice al ricordo di Heart con lei: «Nei due mesi e mezzo che il cane è stato con noi e con gli altri nostri cani, ha visitato boschi con il carrellino acquistato dalle "mamme" per deambulare, è stato all’aria aperta, è stato accudito anche da mia figlia 14enne».  Ma l’impegno è tanto, anche emotivamente: soprattutto quando Heart comincia a non muoversi più. Aspetta che gli si facciano le coccole, che gli si porti da mangiare e da bere, che gli si faccia cambiare posizione. La notte fa fatica a dormire per l’otite cronica che non gli dà pace.

Piano piano perde le forze, sta cedendo la presa, colpa probabilmente anche delle piaghe che iniziano a farsi sentire. Heart è stanco. «Sicuramente stava facendo capire che era pronto per dirci addio, ma io no, invece, pronta non lo ero affatto. Ci siamo dati un poco di tempo in più con il veterinario per vedere e sperare. Ma lo sapevo che eravamo alla fine. Per questo ho deciso di portarlo al mare. Tutti, umani e non, almeno una volta nella vita dobbiamo vedere il mare. Qui, ha trovato la pace assoluta. La sera, tornando in automobile, mentre ci siamo fermati per fargli fare pipì, abbiamo notato del sangue nelle urine. Lunedì siamo andati dal veterinario: la situazione nella notte si era aggravata, ulteriormente. Tra lacrime e sofferenze, alla fine l’ho lasciato andare».

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Simona Sirianni
Giornalista
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