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28 Settembre 2022
12:10

Il pastore di Satriano ha scelto il rito abbreviato. Intanto i cani restano in canile

Sta per cominciare il processo al pastore responsabile dei cani di Satriano che il 26 agosto 2021 ferirono a morte la 20enne Simona Cavallaro. A essere dietro le sbarre, forse per sempre, sono però già i cani rinchiusi in canile.

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Cani di Satriano
Cani di Satriano (immagini esclusive di Kodami)

Ha scelto il rito abbreviato Pietro Rossomanno, il pastore 46enne accusato dell'omicidio colposo di Simona Cavallaro, la 20enne morta il 26 agosto 2021 a causa delle ferite procurate da un gruppo di 13 cani da pastore. I cani, secondo gli inquirenti, pur essendo a guardia del gregge di Rossomanno erano stati lasciati soli, innescando così le dinamiche che hanno condotto alla morte della giovane.

La vicenda è stata ricostruita in maniera puntuale da Kodami nella video inchiesta "Satriano, analisi di una tragedia" che ha ripercorso gli eventi e visitato i luoghi chiave di quel giorno, cominciando dalla Pineta di Montefiorino, a Satriano.

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Simona e un suo amico si erano recati nella Pineta allo scopo di pianificare una gita con altri amici per la domenica successiva. Qui si sono imbattuti prima nel gregge, e successivamente nei cani, la cui presenza non era casuale. Come è emerso dalle successive indagini, a pochi metri di distanza da quel parco pubblico, sorgeva l'ovile della madre di Rossomanno, Maria Procopio, imputata per il reato di occupazione abusiva di terreni.

L'ovile era stato edificato su un terreno di proprietà del Comune di Satriano che si è costituito parte civile al processo che inizierà ufficialmente a gennaio. Il Comune di Satriano gioca un ruolo fondamentale in questa storia anche perché l'ente che si sta occupando materialmente del sostentamento dei cani all'interno del canile Pet Service di Soverato, provincia di Crotone.

E' al Pet Service che gli animali si trovano in un limbo dal quale sembra impossibile uscire fin dal giorno dopo l'omicidio. Ad esclusione della simil Maremmana Bianca, 12 dei 13 cani non erano mai stati microchippati, come invece impone la legge. A causa della evidente stretta correlazione tra la responsabilità dei cani e il coinvolgimento nell'omicidio, Rossomanno all'indomani dei fatti aveva disconosciuto ogni responsabilità, rifiutando di provvedere al loro mantenimento e contestando l'iscrizione a suo nome all'anagrafe canina fatta dall'Asl dopo la cattura.

I cani sono quindi rimasti nella struttura di Soverato senza possibilità né di essere adottati né di iniziare un percorso con istruttori cinofili per aumentarne l'indice di adottabilità. Questo perché, pur non essendo sotto sequestro, sono considerati dalla Procura «d'interesse investigativo».

La loro situazione resta quindi all'apparenza sempre la stessa e solo loro ancora gli unici destinati a un "fine pena mai". Una speranza per il gruppo di Satriano è però arrivata ad agosto, quando il sindaco Massimo Chiaravalloti, aveva rivelato a Kodami che l'associazione Fuori dalle Sbarre si era fatta avanti per l'affido di tutti i cani per iniziare con loro un percorso con educatori: «Da parte del Comune c’è piena disponibilità. Girerò la richiesta alla Procura di Catanzaro a cui spetta la decisione di autorizzare il loro trasferimento».

Intanto, questo settembre anche l'associazione Fida Onlus ha informato Kodami di aver rinnovato la richiesta di adozione per due dei cani del gruppo. Il piccolo meticcio Nathan e la giovane femmina Astrid.

Il piccolo Nathan (foto esclusiva di Kodami)
Il piccolo Nathan (foto esclusiva di Kodami)

A Kodami la presidente Fida, Teresa Marranghello, racconta: «Dopo aver visto l'inchiesta di Kodami, e aver appreso che i cani non erano sotto sequestro abbiamo inviato una prima richiesta, che purtroppo non aveva avuto seguito. Noi manterremo l'impegno nei confronti di questi cani, e oggi ci riproviamo sperando che finalmente ci diano ascolto».

I cani di Satriano, abituati com'erano a seguire il gregge e a vivere in libertà risentono della vita all'interno dei box del canile, come conferma il responsabile del Pet Service, Antonio Bevilacqua: «Come stanno? Loro sono sempre qui, in attesa che succeda qualcosa».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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