Il Pastore Bergamasco è un cane di taglia medio-grande originario delle impervie vallate delle Alpi centrali nei pressi di Bergamo e davvero unico nel suo genere. Ha un aspetto molto caratteristico determinato dalla particolare fattura del suo mantello che, con l’età si unisce nelle cosiddette “taccole”, che ricordano in un certo senso i dread.
socialità
- Rapporto con la famiglia umana2
- Rapporto con altri umani0
- Rapporto con altri cani0
- Rapporto con altri animali in casa0
attività
- Attività fisica3
- Giocosità0
- Ricerca3
- Riporto2
- Guardia3
adattabilità
- Vita in città0
- Adatto come primo cane0
- Adattabilità ai viaggi0
- Tolleranza alle temperature calde3
- Tolleranza alle temperature fredde3
cure e salute
- Cura del pelo2
- Predisposizione alle malattie1
- Attenzione all'alimentazione0
motivazioni
- Epimeletica0
- Affiliativa3
- Comunicativa3
- Et epimeletica0
- Somestesica1
- Sociale0
- Protettiva3
- Territoriale3
- Possessiva3
- Competitiva3
- Perlustrativa3
- Predatoria3
- Sillegica3
- Esplorativa3
- Di ricerca3
- Cinestesica3
- Collaborativa3
Il suo lavoro è da sempre quello del guardiano e del conduttore delle greggi e, infatti, ancora al giorno d’oggi, nonostante sia molto raro, è diffuso soprattutto negli ambienti alpini dove lavora al fianco dei pastori.
Obbligarlo soltanto ad una vita monotona in città sarebbe una violenza per un cane come lui, che ha il coraggio e la forza di superare ogni difficoltà che la natura gli può mettere di fronte.
Nel Pastore Bergamasco c’è un forte desiderio di collaborare con i suoi umani, ma ciò non significa che abbia voglia di farlo giocando al parco a pochi passi dagli altri cani, dagli sconosciuti e dai rumori della città.
La collaborazione nelle impervie vallate alpine è una questione seria, sfruttata da uomini e cani per fare in modo che tutti gli animali delle greggi e delle mandrie portino a casa la pelle.
Cani come lui ce ne sono pochi, perché è il risultato di una selezione svolta con estrema attenzione per ottenere due abilità molto diverse tra loro: la guardianìa e la conduzione, le quali richiedono motivazioni complementari e piuttosto complesse da abbinare.
Per questo motivo ha un’energia fisica e psichica straordinaria, se convogliata nel lavoro. Molto più difficile, invece, è dirgli che deve vivere altrove, lasciando passare tutta quella gente intorno a voi senza dirgli nulla.
Se proprio volete adottare questo cane dall’aspetto così caratteristico, sappiate che lui vuole fare ciò per cui è stato selezionato e se gli viene impedito di sfruttare tutti i suoi numerosi talenti, sceglierà di farlo autonomamente, a costo di scambiare biciclette e gatti per le sue amate mucche.
Origine
Italia
Standard
N° 194 / 13.11.2015
Gruppo 1 Cani da pastori e bovari (escluso bovari svizzeri).
Sezione 1 cane da pastore.
Aspetto
Il Pastore Bergamasco è riconoscibile soprattutto per la tessitura del mantello, il quale è formato sia da pelo che da lana, non è soggetto alla muta stagionale e cresce con l’età formando autentici feltri che rendono impossibile la penetrazione dell’acqua e fanno in modo che sia adatto a sopportare anche le intemperie.
I maschi adulti possono arrivare a 60 centimetri di altezza e 38 kg di peso, mentre le femmine raggiungono circa i 56 centimetri e generalmente, non superano i 32kg.
Motivazioni
Affiliativa, possessiva, territoriale, comunicativa, collaborativa, predatoria, sillegica, cinestesica, protettiva, competitiva
Amante di
Gestire il suo territorio e ciò che si muove al suo interno, siano esse vacche della mandria o familiari umani.
Ama gli spazi ampi della natura, il vento fresco tra i feltri del mantello e prendere parte ad avventurose escursioni, a patto che non comprendano luoghi troppo affollati.
Alimentazione, cura e mantenimento
Il Cane da Pastore Bergamasco è stato selezionato nei secoli per essere particolarmente adatto agli ambienti impervi e ai climi rigidi.
Si tratta di una razza che gode di ottima salute, ma potrebbe soffrire di displasia dell’anca e del gomito.
Ha la necessità di trascorrere molto tempo all’aria aperta e soffre particolarmente la reclusione.
Origine e storia
I Pastori Bergamaschi hanno origini che vanno cercate molto indietro nella storia. Si dice che le prime razze con cui vennero incrociati per dare forma al cane che conosciamo oggi, siano state addirittura quelle che hanno raggiunto l’Europa con i pastori nomadi nell’antichità.
Queste popolazioni trovarono nelle vallate bergamasche il luogo ideale in cui installarsi per portare avanti le proprie attività legate alla pastorizia.
L’utilizzo di cani dall’aspetto simile a quello del Bergamasco è attestato a partire dal Medioevo e i primi dipinti che lo ritraggono risalgono al 1600.
Al tempo, nelle vallate alpine dell’odierna Lombardia, fioriva l’industria della lavorazione della lana e vi era, quindi, un gran numero di greggi di pecore da gestire.
Per farlo, i pastori si servivano di grandi cani guardiani, ma questi ottimi guardiani non erano in grado di condurre le greggi attraverso le zone impervie tipiche delle Alpi, dove la pastorizia era trasmumante e si spostava, quindi, stagionalmente più a valle.
Per scendere in pianura bisognava attraversare stretti sentieri, greti dei fiumi e dirupi a pochi passi dai precipizi e per questo motivo, i pastori cominciarono a selezionare cani di taglia leggermente più piccola e dotati delle abilità dei guardiani abbinate a quelle dei cani da conduzione.
A differenza di molti altri cani, però, il Bergamasco doveva occuparsi anche delle mandrie di vacche e, per questo motivo, si andò alla ricerca di soggetti sufficientemente testardi per dirigere e controllare anche gli animali di dimensioni più grandi.
La selezione fu in questo caso particolarmente fruttuosa e diede vita ad uno dei rari casi di razze dotate di un bagaglio di abilità che riguarda entrambi i ruoli.
Soddisfatti del risultato ottenuto, i pastori cominciarono ad apprezzare sempre più spesso questa razza, che nel 1700 era diffusa anche in Svizzera, dove veniva chiamata Bergamasker Hirterhunde.
Nei secoli successivi la pastorizia perse gradualmente di importanza in questi territori e anche il Pastore Bergamasco divenne sempre più raro, fino a quasi scomparire.
A partire dagli ultimi anni dell’Ottocento, però, alcuni appassionati presero nuovamente in mano l’allevamento di questi cani, mantenendo però le abilità costruite in secoli di selezione per mano dei pastori.
Un ulteriore rischio di estinzione vi fu anche nel periodo che trascorse tra le due guerre mondiali e, di fatto, ancora oggi il Pastore Bergamasco è un cane piuttosto raro.
Proprio per questo motivo, i pochi allevatori che si occupano di questa razza sono particolarmente attenti ad attuare una selezione basata sul benessere degli animali e sulle loro caratteristiche comportamentali, in modo da non rischiare di perderle per sempre.
Fino agli anni Trenta del secolo scorso, veniva chiamato semplicemente cane da montagna e bisogna attendere il 1929 per la prima mostra in cui viene definito come Pastore Bergamasco. Lo standard ufficiale arrivò nel 1949.
Secondo quanto riportato da Enci, nel 2021 sono stati solo 42 i nuovi soggetti iscritti al registro delle razze e si tratta di un numero che è in costante calo.
Motivazioni (desideri e bisogni)
Il Cane da Pastore Bergamasco, per via dei complessi compiti che gli sono stati affidati, ha dato forma ad un mix di motivazioni piuttosto complesso ma, allo stesso tempo, avvincente.
Per ottenere l’abbinamento tra le sue motivazioni e le sue attitudini caratteriali è stato indispensabile un lavoro certosino da parte dei pastori che, nei secoli, hanno selezionato i soggetti considerati più abili nelle loro mansioni.
Per accompagnare le greggi e le mandrie, infatti, serviva certamente un’importante motivazione cinestesica, ma anche quella affiliativa e collaborativa erano indispensabili per saper cooperare con il proprio pastore.
Talvolta, durante gli spostamenti, alcuni animali restano indietro e, per recuperarli, serve la forza, il desiderio, il coraggio e l’intraprendenza per andarli a recuperare.
Per questo motivo, il Pastore Bergamasco è ancora oggi un cane dotato di grande autonomia e, soprattutto, di una buona motivazione perlustrativa, che lo spinge ad annusare quì e lì alla ricerca dei soggetti dispersi.
Tutto ciò va però abbinato alle motivazioni territoriale, possessiva e protettiva, che sono solo alcuni dei fattori in grado di complicare la sua vita negli ambienti troppo trafficati.
Le sue ottime doti da pastore e il suo carattere ostinato e coraggioso, infatti, in città potrebbero portarlo ad assomigliare più ad un severo controllore, che ad un cane da portare a spasso per le strade.
Chiunque desideri vivere con un Pastore Bergamasco è bene che lo sappia prima: lui sta molto meglio quando sente il vento muovergli il mantello e guarda il cielo rannuvolarsi con le zampe nell’erba alta, piuttosto che sull’asfalto ad attendere che il semaforo diventi verde.
Aspetto fisico
Gli individui adulti raggiungono circa i 60 centimetri di altezza e i 38 kg, mentre le femmine sono leggermente più piccole e generalmente non superano i 56 centimetri e i 32 chili.
Si tratta di un cane dall’aspetto rustico quanto il suo carattere. Il mantello è ruvido ed è formato da 3 tipi di pelo chiamati rispettivamente caprino (nella metà anteriore), lanoso, anche detto ovino o pecorino (nel posteriore e lungo gli arti anteriori) e il sottopelo (diffuso omogeneamente su tutto il corpo).
Se il pelo caprino e quello pecorino sono separati, il cane dovrebbe essere ricoperto di pelo lungo e fluente nella parte anteriore, mentre nella parte posteriore si riconosce il pelo che si infeltrisce formando le cosiddette taccole.
Le taccole, che prendono il nome dal termine dialettale della zona bergamasca che definisce le pecore, non sono altro che le ciocche di pelo che si uniscono in velli.
Questo particolare aspetto del suo corpo è un adattamento alle estreme condizioni climatiche in cui ha vissuto per secoli e non ha nulla a che fare con una ricerca basata sull’aspetto estetico della razza.
Sono di colore grigio uniforme oppure a chiazze con diverse gradazioni di grigio o fulvo chiaro. Secondo lo standard di razza è ammesso anche il colore nero uniforme, purché sia opaco. Non è invece riconosciuto il Pastore Bergamasco bianco o a pelo corto.
Ha occhi piuttosto grandi di colore marrone più o meno scuro, con un’espressione dolce, serena e soprattutto sempre attenta. La groppa è spessa e robusta e la coda, completamente ricoperta di pelo caprino, è grossa e va gradatamente affusolandosi verso la punta.
In alcuni rari casi, al giorno d’oggi vengono selezionati soggetti destinati ai concorsi di bellezza, i quali mostrano un mantello dalla tessitura diversa dall’originale e particolarmente lungo, che rischia però, di impedirne i movimenti.
Se proprio vi interessasse adottare un Bergamasco, quindi, rivolgetevi ad un professionista che abbia veramente a cura il benessere animale e che metta al primo posto la possibilità di condurre una vita sana, piuttosto che avere un aspetto particolarmente assurdo.
Cura e Salute
Si tratta di una razza che gode di buona salute, fatta eccezione per il rischio, diffuso soprattutto nei cani di grande taglia, di soffrire di displasia dell’anca e del gomito. La gestione di questo cane può essere particolarmente impegnativa per via del suo mantello.
Non facendo la muta stagionale, infatti, il Bergamasco necessita di una tosatura che non consenta al pelo di diventare un impedimento. Le taccole devono avere una forma piatta, che assomigli a quella delle tegole, perché sono proprio questi grumi di pelo a favorirne la termoregolazione.
Vanno tagliate quando superano gli 8/10 centimetri, per evitare che il cane trasporti sporcizia, ma non è invece necessario pettinarle. Trattandosi di un cane particolarmente abituato ed adatto alla vita all’aria aperta, ha molta resistenza e tolleranza alla fatica.
Per evitare che questa sua attitudine si trasformi in frustrazione è bene evitare di obbligarlo ad una vita monotona, pigra e in ambienti ristretti.
Cosa fare con un Pastore Bergamasco
Forse risulta quasi banale a dirlo, ma ciò che questo cane ama fare è lavorare con i pastori. Se questa è la vostra mansione, allora forse è davvero il cane giusto per voi. Insieme a lui si può però anche correre nei prati oppure leggere libri sotto l’ombra di una quercia (isolata) mentre lui perlustra il territorio intorno per evitare che qualcuno vi si avvicini.
Potete anche andare a scoprire i sentieri più nascosti delle vostre vallate montane, prestando però attenzione che durante l’escursione non incontri un gregge di pecore, perché potrebbe convincersi di trovarsi sul luogo di lavoro.
Come ogni cane territoriale, occupa parte del suo tempo nel pattugliamento del suo spazio. Per renderlo felice, quindi, accompagnatelo nel giro del recinto. Sarà felice nel vedervi interessati alla sua mansione.
Per via della sua ottima motivazione collaborativa, gli piace eseguire i compiti che gli assegnate. Quando vi prendete cura dell’orto, ad esempio, chiedetegli di seguirvi e lui si sentirà onorato di poter imparare qualunque cosa al vostro fianco.
Potete anche chiedergli di riportarvi oggetti lasciati in giardino e consegnarveli, oppure giocare con la treccia. Potete fargliela cercare e poi riportare da voi. Invece che togliergliela, tiratene poi fuori una seconda e, quando la lascia a terra, lanciategliela lontano. Mentre lui corre a prenderla, recuperate la prima e ripetete il gioco.
Così facendo, molto probabilmente, gli permetterete di svolgere il suo lavoro in un momento adeguato e, gradualmente, riconoscerà anche quando non serve che vi faccia da guardiano. Tutto ciò è ovviamente valido se non siete dei pastori, perché quello del custode di vacche e pecore resta ancora il suo lavoro preferito.
Relazione e contesto ideale
Il Bergamasco è un cane estremamente ligio al dovere, in grado di sdrammatizzare questa serietà solo se vive insieme ad una persona che si sente di reputare affidabile e a cui, quindi, poter delegare di tanto in tanto il controllo.
Chi vive con lui deve amare la vita piuttosto solitaria, ma ciò non significa che è adatto solo a persone che vivono in casa da sole. Grazie alla motivazione affiliativa, accetta di buon grado anche la convivenza con i bambini (non troppo piccoli), ma questi devono conoscere le sue necessità, la sua territorialità e la “mania di controllo” con cui è stato educato dai pastori.
Assicurategli uno spazio all’interno dell’ambiente domestico che sia solo suo e che anche i bambini sappiano che va rispettato. Non è un cane che ama le coccole e il contatto prolungato, quindi evitate di toccarlo continuamente, perché potrebbe irritarsi.
Se vi fermate per un pic nic, nessuno potrà più avvicinarsi alla famiglia e lui proteggerà ognuno di voi, mentre voi finirete forse per sentirvi un gregge.
Durante la selezione, inoltre, è stata ricercata anche la motivazione predatoria, a causa della quale, ogni tanto, si sente in obbligo di fermare anche i suoi umani che si muovono troppo rapidamente, le biciclette e i gatti del vicino.
Questo rischio, però, è decisamente ridotto se svolge effettivamente il ruolo del pastore. La soluzione è quindi ancora una volta la stessa: per renderlo felice, bisogna concedergli di fare il suo mestiere ed evitare a tutti i costi di renderlo un cane da compagnia, perché non è in alcun modo adatto alla vita monotona che non richiede di prendere continuamente decisioni importanti.
Con gli altri cani non è particolarmente socievole, soprattutto se hanno attitudini e interessi diversi dai suoi, oppure se cercano di avvicinarsi alle sue proprietà. Siete fortunati se decide di interagire piacevolmente e, quando lo fa, probabilmente struttura i giochi basandoli sulla competizione.
Una giornata con un Pastore Bergamasco
Aprite la porta della vostra casa in montagna e il primo ad uscire è proprio il vostro Pastore Bergamasco, che si ferma appena due metri dopo, annusando l’aria alla ricerca di chissà quale odore. Mentre voi fate colazione in veranda, lui fa il giro del perimetro del giardino, poi si sdraia vicino all’entrata di casa, guardando in direzione del cancello.
Quando arriva il corriere per portare un pacco, gli corre incontro con l’intento di allontanarlo, ma voi gli lanciate un energico fischio e gli chiedete di aspettarvi. Sapete che è molto territoriale e, quindi, vi siete abituati ad andare a recuperare le consegne insieme a lui, in modo da non spaventare le persone.
Fortunatamente, nonostante questa sua attitudine, sapete che quando gli sconosciuti hanno il vostro permesso, lui vi guarda quasi a chiedervi se davvero possono avvicinarsi e poi si fa da parte.
Prima di iniziare la giornata di lavoro, aprite il cancello e, insieme a lui, andate a fare un giro nel bosco. Mentre voi vi accucciate per raccogliere i mirtilli, lui scorrazza davanti a voi e si gira spesso per controllare dove siete.
Quando vi avvicinate alla strada, gli mettete il guinzaglio, perché sapete che il suo modo rude di avvicinarsi agli sconosciuti preoccupa molto le persone. Tornate a casa, gli preparate da mangiare e poi andate al lavoro. Durante queste ore, gli lasciate libero accesso sia all’interno che all’esterno della casa, perché sapete che ama spostarsi nell’arco della giornata.
Per permettergli di godersi l’ampio giardino, avete fatto in modo di separare alcune zone in cui ha accesso libero, dalle altre in cui, invece, può entrare solo quando ci siete anche voi. Così facendo, non rischiate che spaventi le poche persone che passano durante il giorno accanto a casa vostra.
Nel pomeriggio tornate a prenderlo e lui vi scodinzola felice venendovi incontro. Insieme ai bambini andate nel pascolo sopra casa, dove avete costruito un’altalena e c’è un enorme tavolo di legno. I bambini fanno i compiti, mentre voi vi sedete nell’erba e gli tagliate i peli troppo lunghi, poi lo lasciate guardare dall’alto la vallata e per lui non c’è alcuna occupazione migliore di questa.
Nel silenzio del prato, tirate fuori la sua treccia preferita e nascondete nella stoffa qualche croccantino, in modo che lo possa cercare ed estrarre. Quando ha finito, gli mostrate la seconda treccia e gliela lanciate. Lui corre felice a recuperarla, ve la riporta e voi gli lanciate l’altra treccia, recuperate la prima e ricominciate. Poco dopo, andate insieme verso il ruscello poco distante, in modo da lasciargli bere qualche sorsata di acqua fresca prima di tornare verso casa.
Una volta arrivati, il vostro Bergamasco annusa tutto il giardino per controllare che non sia passato nessuno mentre non c’eravate. Voi entrate e lasciate la porta aperta, sapete che anche quando diventa buio, lui trascorre volentieri qualche momento sulla veranda.
Improvvisamente lo sentite abbaiare ed andate a controllare, ma è solo una macchina in lontananza. Vi scambiate uno sguardo complice e tornate dentro questa volta seguiti anche da lui, che prende posto sulla sua poltrona, senza mai perdervi di vista.
Ora che fuori è tutto silenzioso e la sua famiglia è dentro le mura di casa, può finalmente chiudere gli occhi. Anche oggi sono tutti al sicuro.