Il passero italiano (Passer italiae) o passera d'Italia è un uccello dell'ordine Passeriformi, della famiglia dei passeridi e del genere Passer. È presente quasi unicamente in Italia, dove nidifica in moltissime aree, ma vive anche in Svizzera meridionale, in Corsica e sull'isola greca di Creta. In Sardegna, invece, è presente la specie sorella P. hispaniolensis, anche noto come passero spagnolo o passera sarda. Mentre oltre le Alpi e in gran parte dell'Europa c'è invece la passera europea, o passera oltremontana, (P. domesticus). Negli ultimi anni il numero di individui di passere d'Italia ha visto un enorme calo e la IUCN ha infatti inserito questa specie nella categoria Vulnerabile della Lista Rossa delle specie a rischio di estinzione.
Come è fatto il passero italiano
Il passero italiano raggiunge mediamente una lunghezza di 15 centimetri, con un'apertura alare di 24-26 centimetri e peso che non supera i 30 grammi. Vi è un evidente dimorfismo sessuale, in quanto il maschio ha una livrea decisamente appariscente, con il dorso e le ali marroni screziate di nero. Le guance sono bianche, la nuca e la testa sono color marrone-nocciola. La gola é nera e il petto è grigio.
La femmina, invece, come i soggetti giovani, ha colori leggermente più sbiaditi, con il dorso più chiaro e striato di nero, la nuca beige, mentre il petto e la gola sono grigi.
Il becco è forte e dalla forma conica, con colore grigio scuro o nero nei maschi. Questa specie somiglia alla passera mattugia (Passer montanus) dal quale si distingue per il bavaglio più esteso e per l'assenza della macchia nera sulle guance bianche.
Dal punto di vista tassonomico è in discussione il fatto che P. italiae sia una specie a sé stante, in quanto alcuni la accomunano ad altri volatili molto simili sia dal punto di vista morfologico che biologico, ovvero P. hispaniolensis e P. domesticus, come sottolineato anche in uno studio condotto dal Dipartimento di Biologia Evoluzionistica dell’Università di Firenze. Secondo alcuni, P. italiae sarebbe una specie ibrida tra queste ultime due.
In totale sono quindi 4 le specie di passero diffuse in Italia: P. italiae, il P. domesticus e P. montanus e P. hispaniolensis.
Habitat e distribuzione
Si tratta di una specie endemica dell'Italia, presente in quasi tutto il territorio, fatta eccezione per la Sardegna. Frequenta prevalentemente le zone urbane, dove nidifica soprattutto sotto le tegole e negli anfratti dei palazzi. Questi volatili possono inoltre vivere nelle zone rurali e in aperta campagna.
L'areale, secondo quanto osservato dalla IUCN è piuttosto vasto e il numero stimato di individui maturi è di circa 10-20 milioni, pur essendo in forte decremento. Nel periodo 2000-2010 la LIPU ha infatti osservato una diminuzione del numero di circa il 47% sull'intero territorio nazionale e un calo addirittura del 50% nel Nord Italia dal 1996 al 2006.
In Svizzera, invece, il passero italiano è diffuso nella zona meridionale e, in particolare, in Canton Ticino, Vallese e, ad Est, verso il confine con il Liechtenstein.
Comportamento e alimentazione
Il passero italiano ha un comportamento prevalentemente sedentario e talvolta nidifica anche durante le stagioni fredde.
La stagione riproduttiva inizia generalmente a marzo è infatti è facile, proprio in questo periodo, scorgere individui che vociano animatamente per la conquista delle femmine.
Le femmine possono avere 2 o 3 covate all'anno, con 4/6 uova l'una e ogni covata dura circa 11-14 giorni,
I piccoli, secondo quanto descritto dalla Stazione Ornitologica Svizzera, permangono nel nido per un totale di 13-17 giorni, durante i quali vengono accuditi da entrambi i genitori. Una volta autosufficienti, lasciano il nido e il gruppo e si spostano con altri coetanei altrove. La durata media della vita del passero italiano è di 7 anni e 9 mesi.
Come tutte le specie appartenenti al genere Passer, si tratta di un uccello onnivoro e quindi mangia sia semi che frutta e insetti, ma anche rifiuti alimentari dell’uomo.
Il passero italiano e l'uomo
Le cause del declino di questa specie sono ancora parzialmente sconosciute, ma si ipotizza che negli ultimi decenni vi sia stata una diminuzione delle risorse alimentari disponibili e questo elemento va abbinato alla diffusione di alcune malattie. Sempre la IUCN ipotizza anche che vi sia una correlazione tra la diminuzione del numero di passeri italiani e la diminuzione delle cavità adatte alla nidificazione negli ambienti urbani. La specie può essere anche vittima della predazione da parte dei gatti domestici.
All'interno degli ambienti antropizzati, il passero italiano può inoltre vivere una competizione con il piccione e con lo storno, sia dal punto di vista dell'alimentazione che per l'occupazione dei siti di nidificazione.