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12 Gennaio 2022
12:30

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso vieta la scalata delle cascate di ghiaccio per proteggere i gipeti

Alpinisti e gipeti condividono la passione per le rocce degli inaccessibili valloni del Parco del Gran Paradiso. Quest'anno però, sarà vietato scalare sulle pareti scelte dai rapaci per la nidificazione.

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Il Parco Nazionale del Gran Paradiso, a cavallo tra il Piemonte e la Val d'Aosta, è un luogo che attira ogni anno migliaia di alpinisti. In particolare è una delle mete preferite degli appassionati di arrampicata su ghiaccio, una particolare disciplina in cui gli scalatori risalgono le cascate ghiacciate con l'ausilio di ramponi e picozze.

Le inaccessibili vallate del Parco e la particolare conformazione delle loro rocce vengono considerate, però, un luogo perfetto anche dai gipeti (Gypaetus barbatus), maestosi rapaci di grandi dimensioni, che da qualche anno stanno tornando a popolare le pareti e i valloni impervi del Parco: proprio nei pressi di alcune delle famose cascate ghiacciate, in questi mesi, una nuova coppia ha trovato il proprio sito di nidificazione.

Per tutelare questa specie e per evitare il rischio di vederla allontanare dalla zona del Gran Paradiso, il Parco ha istituito il divieto di arrampicata in Valnontey, la zona interessata dalla presenza dell'animale. «La nidificazione è un momento estremamente delicato per questa specie e, infatti, i luoghi che ha scelto sono caratterizzati da un disturbo antropico ridotto – spiega a Kodami Bruno Bassano, direttore Direttore dell'Ente Parco – Per comprendere la nostra scelta, basta pensare che per il gipeto è sufficiente anche un minimo disturbo per lasciare il nido e abbandonare le uova o il pullo, causandone la morte quasi immediata. Cosa potrebbe significare, per loro, l'arrivo repentino di un elicottero intento a soccorrere un alpinista ferito?».

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Il gipeto nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il gipeto è un avvoltoio che può arrivare fino ai 3 metri di apertura alare e, fino a pochi anni fa, questa specie è stata vittima di una forte persecuzione da parte dell'uomo che, purtroppo, sul finire degli anni 60 ne ha causato la completa scomparsa in Italia. Vent'anni dopo, alcuni progetti europei di reintroduzione, hanno portato alla liberazione sulle Alpi di circa 150 individui e, attualmente, il Parco del Gran Paradiso ne ospita 3 coppie.

«Un tempo, questa specie veniva chiamata anche "l'avvoltoio dei capretti", perché si pensava che potesse predare i piccoli delle greggi. In realtà non esistono evidenze scientifiche a riguardo, ma questa credenza ha portato gli uomini a individuarlo come un potenziale nemico – spiega il direttore – Già al tempo della riserva reale di caccia, costituita alla metà del secolo scorso dalla casa Savoia, gli operatori che avvistavano gipeti erano autorizzati ad abbatterli, perché si temeva che potessero predare la selvaggina».

Negli scorsi anni una coppia di gipeti nidificanti in Valle di Cogne, nel versante valdostano del Parco, ha portato all'involo sei giovani, dimostrando in questo modo l'enorme importanza che questo territorio ricopre per la specie. «Il motivo per cui i gipeti, e i rapaci in generale, scelgono questi valloni è legato alla loro inaccessibilità, sia via terra che via aria – spiega il direttore del Parco – Per i gipeti, infatti, è molto importante poter proteggere i propri nidi anche da altre specie come i corvi imperiali».

A complicare il delicato percorso che porterà i giovani gipeti all'involo nei mesi estivi, infatti, si aggiunge anche il rischio di predazione delle uova da parte dei corvi e la competizione continua per i siti di nidificazione situati sulle cenge più grandi e protette, con altri rapaci, come le aquile.

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Come comportarsi nelle zone di nidificazione del gipeto

Le azioni di prevenzione messe in atto dal Parco Nazionale del Gran Paradiso riguardano in realtà tutte le specie di rapaci che nidificano in parete. «Purtroppo molti alpinisti non conoscono la delicatezza di questi animali – afferma il direttore del parco – La maggior parte, però, sono persone sensibili al tema della tutela della fauna, quindi il dialogo e la comunicazione possono fare davvero la differenza».

Proprio a questo riguardo, è stato predisposto anche un volantino informativo chiamato "il decalogo del ghiacciatore", che verrà distribuito agli escursionisti e riporta alcuni suggerimento legati alla sicurezza nello svolgimento dell'arrampicata su ghiaccio e le buone norme che permettono di limitare il più possibile il disturbo alla fauna.

Il controllo del rispetto della zona di interdizione sarà a cura del Corpo di Sorveglianza del Parco e prevederà appostamenti per prevenire e accertare il rispetto della norma e la tranquillità della coppia: «In molti casi è sufficiente ridurre al minimo gli schiamazzi, muoversi in maniera educata nell'ambiente ed evitare di lasciare traccia del proprio passaggio – conclude Bassano – Non ci divertiamo a mettere limiti, in questo caso però, i gipeti hanno nidificato proprio nel territorio di uno degli icepark più importanti d'Europa e quindi, riteniamo che chiedere agli appassionati di spostarsi di qualche chilometro non rappresenti un sacrificio eccessivo».

Le cascate di ghiaccio che si trovano all'interno della zona di protezione sono: Gusto di Scozia, Flash estivo, Fiumana di Money, Fallo di Plutone, Coupé Money, Cascata della pazienza, cascata della rassegnazione, Meeting 2000, Sweet Valentina, Voglia di tenerezza).

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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