Il Parco Regionale della Lessinia è un'oasi naturale di oltre 10 mila ettari che occupa la parte settentrionale della Provincia di Verona e alcuni territori della Provincia di Vicenza.
Questo spettacolare ambiente prealpino ospita un'enorme varietà di specie, tra cui cervi, caprioli, camosci, marmotte, aquile reali e falchi pellegrini. Nell'ultimo decennio, inoltre, è stato anche il territorio d'incontro per Giulietta e Slavc, i lupi che hanno ricolonizzato la Lessinia dando vita al primo branco stabile delle Alpi Orientali.
Nonostante il Parco sia stato istituito nel 1990 proprio con l'obiettivo di tutelarne il patrimonio faunistico, lo scorso 20 gennaio in un processo di riorganizzazione del personale, il Consiglio direttivo ha deciso all'unanimità di sopprimere il servizio di guardiaparco, costringendo alla mobilità Paolo Parricelli, che ricopre questo ruolo dal 2006. Secondo quanto definito dalla delibera, inoltre, fino al 2025 non sarà prevista alcuna sostituzione per il suo ruolo.
«Si tratta di una misura studiata a tavolino per eliminare il personale che rappresenta la memoria storica del Parco. Nel 2025, infatti, scadrà il mio periodo di mobilità e ciò significa che l'Ente non avrà più l'obbligo di riassumere proprio me per lo stesso ruolo – spiega a Kodami Parricelli – Nel frattempo la mia figura verrà sostituita da un tecnico faunistico che avrà un compito legato maggiormente alla sfera amministrativa e si dedicherà meno al lavoro di vigilanza sul campo svolto fino ad oggi».
La petizione su change.org: «Forse l'obiettivo è quello di lasciare l'ente senza una vigilanza»
La delibera che prevede la soppressione del servizio di guardiaparco ha sollevato l'indignazione da parte di un gruppo di cittadini che si sono uniti lanciando una petizione su Change.org con l'obiettivo di ottenere 2500 firme per proporre il ripristino della figura.
A pochi giorni dalla pubblicazione della raccolta, le firme hanno già superato quota 1500 e stanno rapidamente aumentando. «Perché, in un momento tanto cruciale per la salvaguardia ambientale del pianeta Terra, si può pensare di togliere l’unico guardiaparco del Parco Regionale della Lessinia?», si legge nel testo. I promotori della petizione sottolineano inoltre un ulteriore passaggio nel quale si fa riferimento al fatto che questa decisione possa riguardare un argomento più ampio della semplice gestione del personale: «Un'operazione di tabula rasa del passato, fatta con obiettivi non dichiarati che hanno anche l'effetto maldestro (o più probabilmente voluto) di lasciare per due anni l'ente senza una vigilanza vera e propria».
Nel suo costante pattugliamento del territorio, infatti, Parricelli svolge anche importanti mansioni legate all'antibracconaggio che, proprio in questi giorni, hanno portato alla conclusione di un'indagine portata avanti in collaborazione con i Carabinieri della Forestale. «Il caso ha voluto che la nostra attività si concludesse proprio in concomitanza con la decisione del Parco di sospendere il mio operato, evidenziando così il valore di questa mansione rispetto alla prevenzione e alla repressione degli illeciti», commenta Parricelli.
Il Parco della Lessinia e il rapporto con il lupo
Nel Parco Naturale Regionale della Lessinia si trova anche una vasta area di pascolo caratterizzata da terreni poco accidentati che hanno favorito il sorgere di numerosi allevamenti. Come spesso accade, però, la convivenza tra le attività zootecniche e la fauna selvatica ha portato nei secoli alla nascita di alcuni conflitti, in particolare per quanto riguarda la presenza del lupo, considerato dagli allevatori un rivale e una minaccia.
Nell'ottica di aumentare le conoscenze sul comportamento della specie e ridurne l'impatto sulle attività umane, il guardiaparco della Lessinia conduce anche attività di monitoraggio e collabora con il progetto LifeWolfalps Eu. In passato, inoltre, è stato proprio lui a svolgere i rilevamenti in Lessinia del primo monitoraggio nazionale della specie proposto da Ispra, i cui risultati sono stati pubblicati nel maggio 2022.
«La presenza del lupo da queste parti è fonte di tensioni e da tempo vengono proposti mezzi di contenimento dei danni, senza però ottenere risultati da parte degli allevatori della zona, i quali hanno un approccio ostile alla tematica della coesistenza e puntano invece all'utopico e assurdo obiettivo della completa eliminazione della specie – commenta Parricelli – Nel momento in cui verrò sostituito non credo che la mansione del monitoraggio verrà svolta da qualcun altro e le conoscenze a riguardo verranno perse».
Le conseguenze di questa decisione, quindi, avranno effetti anche sulle informazioni che attraverso Parricelli vengono diffuse ai ricercatori: «Sarà difficile invertire le sorti della decisione presa dal Consiglio direttivo, perché la delibera è già stata inviata alla Regione Veneto – conclude il guardiaparco – Ciò nonostante ringrazio chi sta supportando questa causa e confido nella giustizia».