L'uso di strumenti da parte di animali non umani è stato ampiamente documentato una miriade di specie. Primati, corvidi, pappagalli, elefanti e lontre sono solo alcuni tra gli animali che sono riusciti a sottrarci questa abilità, considerata a lungo esclusiva della nostra specie. Ma c'è un pappagallo in particolare, un kea di nome Bruce, che potrebbe essere tra i più brillanti inventori di tutto il regno animale. Bruce ha perso la parte superiore del becco e così è riuscito a superare la sua disabilità imparando a usare dei sassolini per pulirsi il piumaggio e prendersi cura di sé. Lo studio su questo stupefacente comportamento è stato pubblicato su Scientific Report.
Bruce ha circa 9 anni e vive al Willowbank Wildlife Reserve a Christchurch, in Nuova Zelanda. È stato recuperato quando era molto piccolo, nel 2013, completamente privo della parte superiore del becco. Non è chiaro come l'abbia persa ma molto probabilmente è finito per sbaglio in una trappola per topi o ratti. Fortunatamente è stato immediatamente consegnato al centro di recupero, dove è riuscito ad adattarsi piuttosto bene alla sua disabilità. Chi si prende cura di lui gli fornisce cibo morbido che Bruce riesce a mangiare senza troppi sforzi, ma col passare del tempo l'ingegnoso kea ha imparato persino a sfruttare alimenti più duri schiacciandoli contro degli oggetti. Le sue capacità cognitive superiori sono però andate ben oltre le immaginazioni quando nel 2019 i custodi del parco hanno notato che sembrava raccogliere sassolini per pulirsi il piumaggio.
Nel video il tipico comportamento di pulizia dei kea confrontato a quello di Bruce
I kea (Nestor notabilis) sono pappagalli che vivono esclusivamente tra le montagne della Nuova Zelanda, dove si sono rifugiati a causa della pressione antropica che li ha resi una specie a rischio estinzione. Come molti altri uccelli, utilizzano i becco oltre che per manipolare il cibo, anche per mettere a posto il piumaggio e rimuovere parassiti. Non avendo più la parte superiore del becco questo compito risultava alquanto complicato per Bruce, che però è riuscito da solo a trovare un'alternativa piuttosto ingegnosa. Il kea ha imparato da solo a raccogliere piccoli ciottoli tra la lingua e quel che restava del becco, sfruttandoli per lisciarsi le penne, sfregare il piumaggio e in generale mettere in atto quei comportamenti di cura personale tipici della sua specie. Il comportamento di Bruce era ripetuto nel tempo e sembrava essere intenzionale, così i ricercatori hanno provato ad approfondire.
Gli scienziati hanno osservato per 9 giorni di fila il suo comportamento, appuntando e registrando tutti i suoi movimenti. In oltre il 90% dei casi in cui il kea ha raccolto dei sassolini li ha usati appositamente per sistemarsi penne e piume. Quando malauguratamente gli sfuggiva dalla bocca il 95% delle volte lo raccoglieva nuovamente oppure lo sostituiva con un altro e riprendeva a pulirsi il piumaggio. Infine i ricercatori hanno anche osservato Bruce selezionare accuratamente i sassolini con le dimensioni più adatte allo scopo, scartando quelli troppo grandi o troppo piccoli. Secondo gli scienziati questi dati dimostrano incontrovertibilmente che Bruce utilizza i sassi come strumenti strumenti in maniera intenzionale e consapevole.
Sebbene esistano osservazioni aneddotiche di comportamenti simili in cattività è la prima volta che viene dimostrato l'utilizzo di strumenti per la cura del corpo in un pappagallo. Per di più si tratta anche della prima testimonianza in assoluto per un kea. Anche se erano stati forniti ciottoli e sassi agli altri 12 kea presenti al Willowbank Wildlife Reserve nessun altro li ha utilizzati come strumenti. Le incredibili capacità mostrate da Bruce dimostrano non solo che le abilità cognitive dei kea e dei pappagalli in generale sono straordinarie, ma anche che l'utilizzo innovativo di strumenti può dipendere anche dalle necessità ecologiche dell'individuo. Quasi certamente Bruce non avrebbe mai iniziato a utilizzare i sassolini se non avesse perso parte del becco ed è questo forse il dato più interessante che emerge da questo studio.