Una nuova ricerca condotta dall’Università del Nuovo Galles del Sud di Sydney ci permette di dare un nuovo sguardo sulle inaspettate preferenze culinarie dei maschi degli elefanti marini del Sud (Mirounga leonina). Alcuni ricercatori hanno infatti seguito e studiato assiduamente per alcuni mesi questi animali di ritorno dalle loro aree di caccia, poco lontane dalle coste dell'Antartide, scoprendo aspetti inediti sulla loro dieta.
Fino a oggi gli scienziati credevano che per raggiungere l'incredibile peso di 1.800 kg, questi animali mangiassero praticamente di tutto, banchettando con pesci e calamari e altri animali marini senza essere particolarmente schizzinosi. Andando però ad analizzare l'impronta chimica lasciata dalle prede sui baffi degli elefanti marini, i ricercatori sono stati in grado di scoprire quali sono le loro prede preferite, mettendo in dubbio molte delle conoscenze che si avevano su questi animali.
Come è infatti possibile leggere nello studio pubblicato su Marine Ecology Progress Series, i maschi di questa specie non mangiano di tutto e – anzi – sono molto schizzinosi, seguendo una dieta molto selettiva. La maggior parte di loro potrebbero essere persino considerati specialisti estremi, chiariscono i biologi, poiché si nutrono di meno del 20% delle prede cacciate dal resto della loro popolazione. Gli elefanti marini rimangono inoltre a caccia nell'oceano per mesi interi, prima ritornare per riposarsi sulle poche spiagge disponibili in Antartide.
L'ecosistema marino antartico è tra i più ricchi e variegati dell'intero pianeta, ha spiegato la professoressa Tracey Rogers, ecologa marina del UNSW Science e autrice senior dello studio. «Ognuno di loro però ha i propri cibi preferiti e li mantiene nonostante tutte le altre opzioni disponibili». La maggior parte delle prede cacciate da questi grossi mammiferi marini sono pesci di grandi dimensioni, ma è possibile anche individui che prediligono mangiare specie di piccole dimensioni, al di là della loro abbondanza e della loro importanza trofica.
Questo studio ha anche rilevato che la variazione nella dieta tra gli individui è fortemente correlata alla dimensione corporea e al momento dell'anno. Prima della stagione degli amori, gli elefanti marini mangiano per esempio prede che presentano maggiori concentrazioni di grasso, come i calamari. I ricercatori non conoscono però la ragione per cui questi animali sono così selettivi. Sospettano però che le differenze alimentari potrebbero sorgere in seguito alle fluttuazioni nella disponibilità delle prede durante l'anno e durante le fasi iniziali dell'adolescenza dei maschi, quando diventano indipendenti dalla madre.
«Sappiamo da studi precedenti che gli individui spesso ritornano ogni anno negli stessi luoghi di alimentazione per cercare i loro cibi preferiti – ha sottolineato Andrea Cormack, autore principale dello studio – Ma abbiamo bisogno di ulteriori studi per avere certezza su cosa esattamente guida la loro specializzazione alimentare e come influisce sul loro successo riproduttivo». Gli scienziati, infatti, non sanno ancora se i maschi che mangiano una determinata tipologia di pesce sono avvantaggiati dal punto di vista riproduttivo.
Questo studio è stato reso possibile soprattutto grazie alla presenza di alcuni isotopi sui baffi di questi animali, che provengono dalle prede con cui si alimentano durante l'anno. Ciascun baffo analizzato nello studio conteneva fino a un anno intero di dati sulle preferenze alimentari di ciascun maschio, consentendo al team di mettere insieme il quadro più completo ma realizzato sulla dieta di questa specie.
A differenza delle femmine, i maschi di elefante marino sono stai infatti poco studiati e per questa ragione gli autori di questo studio sono particolarmente fieri del loro lavoro svolto, visto che è il primo studio utile per capire meglio l'ecologia della specie. Una minaccia però incombe sui maschi di Mirounga leonina. Il cambiamento climatico rischia infatti di destabilizzare le popolazioni ittiche e di krill che abitano l'oceano antartico, togliendo a questi animali il loro cibo preferito. Questo porterebbe i maschi a competere maggiormente tra di loro per il cibo, una condizione molto pericolosa per la sopravvivenza della specie.