Il passaggio dall'ambiente acquatico a quello terrestre dei vertebrati, con la comparsa dei primi anfibi, è stato uno dei momenti decisivi della storia della vita sulla Terra. Per quanto però gli scienziati hanno ritenuto per decenni che questo evento abbia portato alla comparsa delle prime rane a partire da 320 milioni di anni fa, ovvero 50 milioni di anni più tardi la comparsa dei primissimi anfibi, le ultime ricerche filogenetiche condotte dagli esperti del Museo di storia naturale di Londra hanno permesso di scoprire che la loro comparsa è stata, in realtà, molto più recente.
Grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Phylogenetics and Evolution, gli scienziati londinesi hanno infatti chiarito che realizzando la filogenesi completa degli anuri – il gruppo in cui sono racchiuse tutte le specie di rane e di rospi – tramite lo studio di centinaia di marcatori genetici di migliaia di specie differenti, l'origine di questo gruppo sembra risalire a 180 milioni di anni fa, durante il periodo Giurassico. Un dato che, se da una parte indica che le rane si sono diversificate più recentemente di quanto si pensasse in precedenza, va anche a cambiare completamente le conoscenze relative all'evoluzione della vita sulla Terra.
Per anni infatti i paleontologi hanno cercato antichi antenati delle rane moderne tra gli strati del periodo Carbonifero e del periodo Permiano, senza trovare alcuna testimonianza fossile se non reperti collegati all'evoluzione di altri gruppi di anfibi, come le salamandre. Con i nuovi risultati sembra perciò ormai chiaro perché non è mai stato possibile effettuare questi ritrovamenti all'interno di strati così antichi, perché le prime rane comparse sulla Terra furono contemporanee ai dinosauri e non vissero insieme ad altri antichi anfibi, come gli aistopodi, simili a cecilie.
Come mai però gli scienziati hanno passato così tanto tempo ad arrovellarsi su questi animali, nonostante non abbiamo mai trovato loro tracce tra gli strati risalenti al Carbonifero e al Permiano?
Innanzitutto, gli anuri sono sempre stati oggetto di fascino sia per i biologi che per gli appassionati di natura, poiché fungono come una sorta di base evolutiva a tutti gli altri vertebrati terrestri. Inoltre, il fatto che fra tutti i vertebrati siano ancora i più misteriosi, per via della difficoltà a trovare le loro minute e fragili ossa, non ha fatto altro che renderli ancora più interessanti al livello della ricerca. Infine, i precedenti tentativi di conoscere il loro passato più profondo sono sempre stati influenzati da limiti tecnici e dai pochi dati genetici utilizzabili per gli studi in laboratorio, un fattore che li ha resi ancora più enigmatici dal punto di vista evolutivo.
Gli scienziati del Museo di storia naturale di Londra hanno però affrontato queste limitazioni sviluppando un nuovo metodo che, oltre a usare nuovi strumenti statistici, ha permesso di definire il loro ampio e complesso albero genealogico combinando i dati provenienti da decine di altri studi. Alla fine i ricercatori hanno utilizzato i genomi di ben 5.242 specie di rane, che sono state tutte inserite all'interno del nuovo albero evolutivo del gruppo. Questo dispone del 71% di specie in più rispetto gli alberi precedentemente realizzati da altri ricercatori e attualmente è anche la ricostruzione filogenetica più completa di tutta la classe degli anfibi.
«Gli alberi filogenetici sono il punto di partenza per la maggior parte degli studi che esaminano un gruppo specifico di animali, quindi è essenziale che siano quanto più accurati e dettagliati possibile», ha dichiarato Jeff Streicher, curatore della collezione degli anfibi del museo londinese.
Dan Portik, invece, che è l'autore principale dello studio e docente presso l'University of Arizona di Tucson, ha aggiunto «nel nostro lavoro non solo abbiamo aumentato i dati da cui attinge il nuovo albero filogenetico delle rane, ma abbiamo anche sviluppato un nuovo software per contribuire a migliorare tali dati».
In linea generale, questo studio rappresenta quindi un significativo passo in avanti rispetto alle vecchie teorie sull’evoluzione di queste creature e fornisce una risorsa preziosa per i ricercatori che da qui in avanti vorranno esplorare nuove strade per definire ancora meglio la storia di tutti gli anuri. Ma come erano le prime specie comparse sulla Terra?
Non erano molto dissimili da quelle attualmente viventi, chiariscono gli scienziati. Se infatti si vanno a osservare le specie di rane fossili oggi conosciute, come il Prosalirus bitis – considerato il più antico anuro mai trovato – si noterebbe per prima cosa la loro grande somiglianza con le forme attuali, tanto che se fosse possibile confrontarle ad occhio nudo, mentre sono in vita, sarebbe quasi impossibile distinguere l'esemplare proveniente dal passato.