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15 Giugno 2022
9:35

Il numero verde per segnalare abbandoni e maltrattamenti non esiste più: perché non va condiviso

Il numero verde per segnalare abbandoni e maltrattamenti fornito dai carabinieri non è più attivo, tuttavia continua a sopravvivere nel grande mare del web anche grazie alla condivisione da parte di fonti percepite come affidabili.

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cane abbandonato

Il web non dimentica: ogni informazione che finisce nel mare della Rete difficilmente riesce ad uscirne, anzi, continua a sopravvivere grazie a nuove condivisioni, link e citazioni fino a diventare un relitto fantasma, il superstite ombra di progetti e iniziative terminate da decenni ma di cui i motori di ricerca conservano la memoria.

È quello che è successo al numero verde per segnalare i ritrovamenti di cani abbandonati e maltrattati messo a disposizione dai Carabinieri. Si tratta di un numero non attivo che tuttavia continua a girare proprio all'interno delle community virtuali più sensibili ai diritti e al benessere degli animali.

Cliniche veterinarie, associazioni, e anche giornali online, tutti hanno condiviso almeno una volta il recapito con un messaggio sempre molto simile:

Il comando dei Carabinieri per la Tutela dell’ambiente d’intesa con il Ministero dell’Ambiente, sulla base di precise indicazioni dell’Unione Europea, ha messo a disposizione l’800 253 608, un numero verde per segnalare i ritrovamenti. Il servizio è attivo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8,30 alle 13,30 e dalle 14,30 alle 17,30.

Provando a chiamare, però, risponde un messaggio registrato del gestore telefonico che avvisa che «il servizio non è al momento raggiungibile». Kodami ha quindi contattato il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri (Noe) di Roma per avere il numero corretto e attivo per le segnalazioni contro gli abbandoni e i maltrattamenti.

«800 253608», è stata l'inaspettata risposta dell'operatore dei Carabinieri dall'altra parte del filo. Quando gli abbiamo  fatto notare che il numero non è più attivo, l'operatore ha risposto: «Non so come aiutarla, non abbiamo più un numero verde per gli abbandoni». Ed è lo stesso operatore a segnalare che «effettivamente questo numero ha smesso di funzionare 7 o 8 anni fa».

Il numero che non è più attivo, quindi, viene condiviso anche dagli uffici dei Carabinieri, che così facendo alimentano involontariamente il ciclo della fake news e distogliendo dai veri numeri da contattare in casi di abbandono o maltrattamento di animali. Perché come abbiamo spiegato sulle pagine di Kodami, purtroppo non esiste ancora un numero unico per il soccorso degli animali e ora sappiamo che non c'è più nemmeno quello per segnalare i maltrattamenti. Per avere supporto in caso di emergenza il cittadino deve quindi fare riferimento al 112, il numero unico di emergenza europeo, non specifico per animali, oppure contattare la Polizia stradale per le segnalazioni relative agli abbandoni.

Spesso, poi, il soccorso degli animali viene richiesto dai cittadini direttamente ai Servizi veterinari locali, i Vigili del Fuoco e la Polizia municipale. Questi attori agiscono di concerto con le Guardie zoofile volontarie sul territorio o procedono direttamente le associazioni come fa AMPA ODV, (Anti Maltrattamento Protezione Animali) che opera a Napoli e che è stata la prima proprio a contattare la redazione di Kodami per segnalarci il problema della non raggiungibilità del numero verde.

Come è nata la bufala sul web

Il numero verde nato dall'intesa tra il comando Carabinieri per la tutela dell'ambiente e il Ministero fa la sua comparsa su vari forum online nel 2008, per arrivare poi poco dopo soprattutto sulle bacheche degli utenti di Facebook, il social network che proprio quell'anno ha fatto il suo ingresso in Italia.

Da allora, seguendo le oscillazioni dell'algoritmo, il numero verde è ritornato ciclicamente su pagine e profili, rilanciato soprattutto in concomitanza con il periodo estivo, quando la piaga dell'abbandono è più intensa. Ad un certo punto, in proporzione al crescente interesse degli internauti, al numero verde si è aggiunta una mail alla quale mandare foto, video e altre testimonianze per certificare l'avvenuta violenza:

L’intervento può altresì essere sollecitato all’indirizzo e-mail: cctass@carabinieri.it anche con il supporto di foto e video.

Analogamente al numero, anche la risposta alla mail non viene dai militari ma direttamente dal programma di posta elettronica che si utilizza: «Non è stato possibile recapitare il messaggio».

Dell'intesa di un tempo tra i Carabinieri e il Ministero dell'Ambiente oggi non restano dunque che catene dannose per la salute degli animali, deleterie anche per le stesse istituzioni, le quali senza smentite ufficiali continuano a incoraggiare la circolazione di notizie non corrette nel mare del web.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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