«La pandemia ci ha insegnato quanto sia importante il rispetto degli animali e dei loro habitat, poiché transizione ecologica significa innanzitutto rimettersi in connessione con il pianeta e con gli altri esseri viventi», così Silvia Zamboni, vicepresidente dell'Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna spiega a Kodami i motivi che hanno spinto la sua Regione a dire basta al circo con animali.
L'Emilia-Romagna ha detto sì alla risoluzione per vietare il circo con gli animali. Il provvedimento ha incassato l'appoggio del Partito democratico e soprattutto di Europa verde, di cui è capogruppo Zamboni.
«Con questa risoluzione abbiamo voluto ribadire l’importanza di garantire la salute e il benessere degli animali – chiarisce la Vicepresidente – chiedendo l’impegno della Giunta a sollecitare il Governo ed il Parlamento ad emanare norme che prevedano il superamento dell’utilizzo degli animali nelle attività circensi, anche attraverso misure incentivanti volte a favorire la riconversione degli spettacoli e il sostegno alle attività artistiche umane».
Molte amministrazioni locali, infatti, nel tempo hanno provato a vietare attraverso ordinanze e provvedimenti analoghi l'arrivo della fauna selvatica al seguito dei circhi. Iniziative vanificate dall'intervento dei Tribunali amministrativi regionali che più volte hanno accolto i ricorsi delle compagnie circensi sottolineando come la «normativa di settore, nella sua globalità, consente lo spettacolo con l'impiego degli animali nei circhi ( art. 1 della L. n.337 del 1968, artt. 1 e 2 della L.n.37 del 1992)».
La legge italiana guarda da sempre agli animali selvatici come parte integrante dello spettacolo. E tra questi i più sfruttati sono i grandi felini e gli elefanti, spesso protagonisti di eventi di cronaca dall'epilogo tragico, come quello dell'elefante Andra, morta dopo aver passato l'esistenza in un circo.
«Considerare gli animali oggetti di scena e privarli della loro natura e della libertà di scelta e di manifestare i propri istanti è una violenza che non ha nulla a che vedere con le attività culturali o ricreative – sottolinea Zamboni – La crescente consapevolezza e sensibilità dei cittadini sta portando a una profonda crisi dei circhi con utilizzo di animali, a dimostrazione del fatto che ormai viene considerato inaccettabile, anche dai bambini, lo sfruttamento animale per scopi ludici. Il successo riscosso dai circhi che adottano un approccio etico sono la miglior testimonianza di come si possano realizzare spettacoli ben riusciti con musica, danza e acrobazia».
Un esempio è proprio il Circo Roncalli, che utilizza ologrammi per portare in scena la bellezza della fauna selvatica senza violarla.