La caccia non è uno sport. È questo lo slogan scelto dal Movimento 5 Stelle per presentare la propria proposta di legge contro la deregulation dell'attività venatoria voluta dalla maggioranza di governo e in queste settimane all'esame della Commissione Agricoltura.
La proposta di legge dei Cinquestelle è stata presentata oggi dai deputati Alessandro Caramiello e Sergio Costa insieme ai rappresentanti delle maggiori associazioni di tutela animale e ambientale: Domenico Aiello del WWF Italia, Giovannoni Albarella della Lipu, Annamaria Procacci dell'Enpa, Massimo Vitturi della Lav.
La pdl a prima firma del vicepresidente della Camera Costa punta dichiaratamente a fare muro contro quella presentata dal leghista Francesco Bruzzone. La proposta di legge n. 1548 di Bruzzone si compone di 8 articoli, ognuno dei quali modifica uno specifico articolo della legge n. 157 del 1992, nota come legge quadro sulla caccia. Le modifiche riguardano il calendario venatorio, le sanzioni, l’esercizio dell’attività venatoria e molte altre materie, tra cui anche la tracciabilità dei richiami vivi.
I richiami vivi sono uccelli catturati e imprigionati dai cacciatori che ne sfruttano il canto per attirare altri uccelli. La legge sulla caccia oggi prevede che vengano fissati alle zampe degli anellini inamovibili, per garantire la tracciabilità di ogni singolo individuo ed evitare catture indiscriminate: è facile riconoscere un bracconiere proprio per l'assenza di questi strumenti.
Un tema quest'ultimo che Costa conosce bene data l'esperienza decennale da Carabiniere Forestale, come ha ricordato oggi: «Avete mai visto un richiamo vivo? Io ho visto quando agli uccelli staccavano le remiganti a crudo. I bracconieri staccano le penne chiamate appunto "remiganti" per impedire all'uccello di volare. È come se a un essere umano staccassero le gambe o lo privassero della facoltà di mantenere l'equilibrio. Nella norma Bruzzone si propone di mettere l'anellino amovibile ai richiami vivi, quando è amovibile si può aprire e chiudere in ogni momento: è inutile dire cosa questo comporti».
«Vogliamo questo Stato? – ha domandato Costa – Solo uno statucolo fa questo. Oggi noi insieme a tutti colleghi presenti stiamo tutelando le future generazioni». Il riferimento alle «future generazioni» non è casuale dato che proprio queste sono state al centro di alcuni tra i più importanti appuntamenti internazionali dedicati alla tutela dell'ecosistema, e anche della riforma costituzionale che ha inserito tra i principi fondamentali dell'Italia proprio l'ambiente e gli animali. Una riforma storica, fortemente voluta proprio dal Movimento 5 Stelle, che ora rischia di restare lettera morta nel dettato costituzionale.
«Serve una mobilitazione da parte di tutti, perché il momento è serio e non è solo una questione costituzionale – ha concluso Costa – È stato dimostrato dai panel dell'Ipcc e della cop 28 sulla biodiversità che se andiamo a toccare gli ecosistemi non saremo più in grado di tornare indietro. Non possiamo permettere che accada, non possiamo fare passare la legge Bruzzone».