Le cinque specie di vipera presenti in Italia sono gli unici serpenti velenosi che si trovano all'interno del nostro territorio. Per questa ragione sono particolarmente temute, ma per quanto le leggende popolari abbiano amplificato la minaccia di queste specie, non è vero che il loro morso è quasi sempre mortale. Partendo dal presupposto che una vipera morde molto raramente, poiché predilige la fuga all'attacco preventivo, il suo morso risulta fatale agli esseri umani solo in determinate condizioni e grazie al progresso della medicina la percentuale di decessi causati dalle vipere si è ulteriormente ridotto.
Le principali vittime delle vipere sono in particolar modo anziani, bambini, soggetti a rischio che hanno un cattivo sistema immunitario per via di malattia pregresse, ma anche persone che sono specificatamente sensibili al veleno iniettato dal morso del serpente, risultandone allergiche. Il veleno delle vipere, infatti, non si è evoluto per uccidere grandi vertebrati come gli esseri umani, ma è maggiormente adattato al peso delle principali prede di queste specie, solitamente piccoli mammiferi.
Quanto è mortale il morso di una vipera?
Leggendo le statistiche internazionali, che comprendono i dati di tutte le specie del genere Vipera nel mondo (circa 24), la probabilità di incappare in un morso fatale sono molto basse. Per quanto infatti non tutti i paesi presentano database in cui dei tecnici inseriscono i decessi legati al morso di una vipera e le stime sono molto frammentarie al di fuori dell'Europa, in totale la probabilità di morire a causa di questi serpenti è dello 0,1%. E quasi sempre i decessi avvengono per complicanze non legate all'effetto fisiologico del veleno. Responsabili, infatti, di queste poche morti sono principalmente le reazioni allergiche ed emotive successive al morso, seguiti dagli infarti e dagli ictus provocati dal panico.
In Italia, per esempio, la frequenza dei decessi è di circa uno all'anno, un numero enormemente inferiore rispetto alle morti per punture di vespe e api, ma in alcuni anni, come nel 2020, questo dato si azzera del tutto e non sono stati segnalati casi mortali.
Le reazioni allergiche avvengono quando il corpo della persona che è stata morsa produce una risposta immunitaria anomala nei confronti delle molecole del veleno, inducendo nei casi più gravi uno stato di stress immunitario che può bloccare l'inalazione, far perdere i sensi, far cadere la persona a terra o indurgli convulsioni e paralisi. Gli infarti e gli ictus possono essere invece una grave conseguenza del profondo stato di paura in cui cade la vittima dopo essere stata morsa da una vipera, ma anche delle proprietà anticoagulanti del loro veleno.
Ciò che infatti possiamo affermare con sicurezza è che il veleno di questi serpenti può impedire per qualche ora, anche nei soggetti sani, la coagulazione del sangue. Tanto che, paradossalmente, diverse ricerche mediche si stanno interessando a questo veleno nel tentativo di produrre nuove tipologie di farmaci antipiastrinici, impiegati nell’ambito delle malattie trombotiche e nella prevenzione e trattamento di ictus, infarto e altre malattie cardiache.
Il veleno della vipera è quindi un mix di proteine con un’azione principalmente emotossica, che altera la coagulazione del sangue come il comune veleno per topi. Sono però presenti anche delle neurotossine in grado di interferire pesantemente con il sistema nervoso delle vittime più sensibili, inducendo una crisi respiratoria.
Cosa succede se si viene morsi da una vipera?
Per comprendere dunque gli effetti che potrebbe avere su di noi un morso di una vipera, dobbiamo fare delle considerazioni. Innanzitutto dobbiamo valutare il nostro stato di salute. Siamo anziani? Magari presentiamo diverse allergie alimentari o siamo indotti allo starnuto alla minima liberazione di polline durante la primavera? Stiamo effettuando delle pesanti cure mediche e abbiamo la pressione alta? Ecco, questi sono tutti fattori da tenere in mente e che possono complicare le cose quando veniamo morsi da una vipera. Detto questo, dobbiamo però anche considerare meglio lo stile di vita dell'animale e le sue peculiarità.
È stato per esempio dimostrato come in habitat stressanti e scarsi di molteplici risorse, le vipere abbiano un veleno più concentrato e quindi possono indurre un'intossicazione maggiore. Se invece la vipera è giovane o ha appena mangiato è probabile che non riesca a iniettarvi del veleno e che quello che avete appena subito incontrandola sia un cosiddetto morso secco.
Qualora dovessimo però essere morsi da una vipera, escludendo gli effetti emotossici del veleno, le conseguenze principali a cui andremmo incontro si verificano soprattutto sul punto d'iniezione del veleno. Nei due buchi sorti infatti dove i denti del serpente sono penetrati all'interno delle pelle, può avvenire un danno diretto all'endotelio dei capillari, che possono infettarsi e andare incontro a necrosi. In pochi minuti, inoltre, avviene la reazione infiammatoria naturale indotta dal morso, che è caratterizzata dai segni della tipica flogosi – ovvero con calore, dolore, rossore, gonfiore e talvolta suppurazione – che partendo dai segni lasciati dai denti del serpente si estendono a tutto l'arto in circa 6 ore.
L'arto colpito da un morso di vipera si manifesta quindi gonfio, rosso, duro, per poi divenire freddo e bluastro nel corso delle giornate successive.
Un'altra complicanza possibile legata al morso è l'insufficienza renale acuta, un fenomeno pericoloso che può causare quello che in gergo medico si definisce emoglobinuria, ovvero la presenza di emoglobina – la proteina di cui sono formati i globuli rossi – nelle urine. Anche l'anemia, la mioglobinuria e la bilirubinuria sono però altri effetti nefasti della disgregazione delle cellule del sangue indotte dal veleno della vipera, che possono essere risolte tramite emodialisi e la filtrazione del plasma.
Questo ci fa comprendere che per quanto una vipera possa non risultare fatale, al giorno d'oggi, per grande parte della popolazione, è anche vero che non bisogna sottovalutare l'animale o convincersi che risulti innocuo. Stuzzicare i serpenti, d'altronde, si dimostra una pratica rischiosa, anche qualora ci trovassimo di fronte a una specie non velenosa. I batteri che vivono infatti all'interno della bocca dei serpenti spesso risultano essere più problematici dei veleni in sé e possono portare alla setticemia, nel caso in cui non riuscissimo a pulire la ferita in tempo.
Cosa fare (e non fare) se si viene morsi da una vipera
Il morso di una vipera di solito lascia il segno dei denti veleniferi. Si tratta di due forellini di piccolo diametro che risultano essere distanziati circa 1 cm uno dall'altro. Attorno a essi possono esserci inoltre i forellini dei denti più piccoli che non contengono invece il veleno. Nel caso in cui dunque riconosceste questi segni, dopo essere stati morsi da un serpente che non siete riusciti a riconoscere o a osservare bene (vi si ricorda che la vipera a differenza di altri serpenti italiani non velenosi ha una pupilla verticale), siate certi che siete stati attaccati da uno dei pochi serpenti velenosi che abitano nelle nostre regioni.
Quello che potete fare, di seguito un attacco, è molto importante per limitare l'entità dei danni, qualora voi non aveste subito un morso secco. Quindi fate attenzione.
Per prima cosa, chiamate i soccorsi. Senza andare nel panico, nei primi minuti cercate un punto in cui è presente il segnale telefonico e indicate dove vi trovate. Se siete in compagnia del ferito, ovviamente non perdetelo d'occhio e cercate di catturare l'attenzione di eventuali passanti.
Non incidete né succhiate il veleno dalla zona interessata dal morso. talvolta nei film si vede compiere queste operazioni, ma fidatevi: oltre a essere poco efficaci, rischiate solamente di diffondere il veleno per via ematica o di mettere in maggior pericolo coloro che effettuano tali operazioni.
Non posizionare neppure il laccio emostatico! Questo infatti aumenta l'assorbimento del veleno per via linfatica e aumenta maggiormente il dolore all'arto. Se volete invece fare qualcosa di utile, nel caso in cui aveste una cassetta di pronto soccorso, eseguite un bendaggio linfostatico, utile per ritardare l'entrata in circolo del veleno.
Per effettuare questo bendaggio bisogna partire dal punto del morso e poi continuare ad avvolgere verso l’estremità dell’arto, fino a raggiungere l'attaccatura del ginocchio o del gomito e anche la testa del femore o dell'omero. Secondo gli erpetologi, può risultare anche utile una stecca da porre al lato dell'arto, in modo tale da limitare i movimenti della persona e ridurre ulteriormente l’assorbimento del veleno nel sistema linfatico tramite la trazione dei muscoli.
Relativamente al siero antivipera, si consiglia di lasciarlo somministrare esclusivamente dai sanitari in ambiente protetto, anche perché risulta inefficace se è stato fuori dal frigorifero per molto tempo.
Non mettete del ghiaccio sulla zona morsa per il possibile peggioramento della necrosi e ricordatevi anche di coprire la persona, soprattutto se bisogna attendere molto l'arrivo dei soccorsi, per ridurre la dispersione di calore corporeo.