Era il 2017 quando per la prima volta gli scienziati scoprivano la biofluorescenza in alcune rane del Sud America. Un fenomeno ancora parzialmente avvolto nel mistero che tuttavia diventa sempre più grande visto che aumentano i casi di avvistamenti e di specie scoperte in grado di emettere un debole bagliore che può avere tonalità verdi, giallo-arancioni o blu.
Secondo un nuovo studio, pubblicato lo scorso 28 luglio su bioRxiv, a seguito di un'indagine approfondita che ha compreso l'analisi di centinaia di specie di anfibi sudamericani, le rane in grado di emettere questa luce sono molte di più rispetto a quanto creduto finora. Tanto che i ricercatori del nuovo articolo, fra cui la biologa evoluzionista della Florida State University di Tallahassee Courtney Whitcher, sono sorpresi di come sia stato ignorato dalla ricerca per decenni.
Le rane non sono gli unici animali in grado di emettere fluorescenza: viene infatti prodotta da tante specie diverse tra cui scoiattoli volanti, ornitorinchi e insetti. E anche dal punto di vista chimico è noto come questi piccoli animali siano in grado di "produrre" la luce: la biofluerescenza si verifica infatti quando un organismo assorbe alcune particolari lunghezza d'onda, riemettendole con una frequenza diversa con energia inferiore.
Con l'avanzamento della ricerca, però, nuove domande hanno cominciato a circolare nella mente dei ricercatori: per quale ragione le rane hanno evoluto questa capacità? Qual è lo scopo? Quante sono le specie in grado di emettere luce e quali sono stati i passaggi intermedi che hanno permesso a questi animali di essere fra le poche creature esistenti in grado di riemettere i segnali luminosi?
Per rispondere a queste domande, da marzo a maggio 2022 gli scienziati hanno catturato e illuminato 528 rane in diverse aree del Sud America tra cui Brasile, Colombia, Ecuador e Perù misurandone la luce. Così hanno scoperto ben 151 specie in grado di emettere fluorescenza: alcune riuscivano a farlo emettendo solo il 2% dell'intensità, mentre altre riuscivano con ben altre percentuali, fino ad arrivare in alcuni casi al 90%: un risultato notevole poiché fino ad ora solo 42 specie erano state considerate fluorescenti.
Per quanto riguarda invece le ragioni che hanno spinto questi animali ad emettere la luce, il dibattito scientifico è ancora indeciso se considerare la fluorescenza un segnale di avvertimento nei confronti dei predatori o una sorte di linguaggio indirizzato agli esemplari delle stesse specie e non solo. Come infatti ipotizzati dagli stessi ricercatori, sembra celarsi un segreto abbastanza sorprendente dietro questo fenomeno, che consentirebbe alla scienza di osservare una forma di comunicazione fra rane di specie diverse, indirizzata per minacciare gli estranei.
Il bagliore blu e verde è probabilmente visibile da altre rane, chiariscono i ricercatori, mentre il bagliore giallo-arancione potrebbe essere un segnale di tossicità per alcuni specifici predatori che vanno a caccia nel cuore della notte.
Courtney Whitcher propende però a credere che serva esclusivamente come forma di linguaggio tra gli anfibi. Il suo team ha infatti scoperto che nelle ore prossime al tramonto molte rane cominciano a corteggiarsi e ad accoppiarsi, sfruttando la fluorescenza come mezzo di comunicazione sulle piccole e medie distanze. Non a caso durante quelle fasi del giorno gli occhi delle rane sono piuttosto sensibili alla particolare luce verde emessa dalla loro pelle. La fluorescenza arancione, d'altra parte, può essere destinata come forma di camuffamento o come segnale di avvertimento, chiarisce la Whitcher, sia nei confronti dei predatori, ma anche in particolar modo verso gli intrusi.
Per minacciare quindi un estraneo, le rane in grado di emettere fluorescenza si "accenderebbero" come delle piccole lampadine, comunicando la loro presenza al nuovo arrivato tramite un tenue giallo fuoco. Inoltre, quando un maschio punta ad accoppiarsi o comincia a prepararsi allo scontro con un altro maschio, della stessa o di un'altra specie per il predominio del territorio, le rane mutano subito colore, passando dal chiaro blu-verde all'arancione acceso per prepararsi all'eventuale scontro.
Nelle notti oscure delle foreste del Sud America, così, le rane si preparano ad amare e a lottare, cambiando il colore della pelle in un inaspettato e variopinto valzer di colori di cui l'uomo non comprende ancora tutte le sfaccettature.