I tarsi sono eccellenti duettatori e il loro canto è talmente raffinato da poter essere considerato un vero e proprio linguaggio. Cosa si dicano realmente, però, rimane ancora un mistero. Le poche informazioni che abbiamo provengono da una recente ricerca che afferma come questi animali spendano molte energie nel canto, che questo può avere una funzione nel corteggiamento e che il canto delle femmine è più complesso di quello dei maschi.
Di maestri del duetto in natura ce ne sono diversi, soprattutto fra gli uccelli che contano più di 50 specie in cui maschi e femmine si scambiano dolci note musicali. I cantanti di coppia per eccellenza, però, sono sorprendentemente i primati. Su Internet si possono trovare video in cui ascoltare qualche siamango (Symphalangus syndactylus) e il suo inconfondibile ululato girati in uno dei loro habitat nella foresta Indonesiana, della Malesia e della Thailandia.
Fra gli incredibili primati duettatori delle foreste, poi, c'è l'insospettabile Tarsius spectrumgurskya: è un piccolo primate che vive solo a Sulawesi, un isola del sudest asiatico. Uno studio effettuato da ricercatori dell'università indonesiana di Sam Ratulangi, dell'università americana di Cornell, pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution, ha approfondito le caratteristiche del suo canto scoprendo un vero e proprio alfabeto fatto di note.
Il Tarsius spectrumgurskya
Sull'isola di Sulawesi il piccolo mammifero è stato riconosciuto dai ricercatori proprio grazie alle caratteristiche del suo canto e così si arrivati anche a distinguerlo da una specie molto simile, il Tarsius spectrum. Questi primati, come tutti i tarsi, possono arrivare massimo a pesare 200 grammi.
Ma c'è sicuramente una caratteristica fisica che è ben evidente a chiunque osservi un tarso: i suoi due grandi occhi rotondi. Del resto sono mammiferi notturni e per poter sfruttare al massimo anche la più piccola e fioca luce a loro disposizione hanno sviluppato nel corso dei millenni degli occhi giganteschi. Generalmente si svegliano al tramonto e trascorrono le notti in cerca di insetti, viaggiando tra gli alberi e socializzando.
Le vocalizzazioni del Tarsius spectrumgurskya
Per studiare il canto di questo animali così particolari i ricercatori si sono armati di microfoni e hanno raccolto registrazioni acustiche per due mesi nel Parco nazionale di Tangkoko, sulla punta nord-orientale dell'isola di Sulawesi, in Indonesia. Nonostante le sfuggenti creature fossero quasi sempre celate agli occhi degli studiosi, il loro canto era talmente ben distinguibile da poter essere registrato senza particolari problemi.
I risultati dello studio mostrano che quando si parla di iniziare a cantare i tarsi non sono per niente timidi: sia i maschi che le femmine sono ugualmente propensi a iniziare un duetto. Inoltre, evidenziano come questi animali animali spendano una notevole quantità di energia nel canto che è costituito spesso da note ripetute in rapida sequenza in un botta e risposta molto dinamico.
Spendere così tanta energia nel canto sottolinea quanto questa attività sia di vitale importanza per i tarsi e i ricercatori sono anche riusciti a classificare le diverse "note" emesse. Gli studiosi suppongono che note così diversificate costituiscano un vero e proprio alfabeto utilizzato per comunicare in diversi contesti. Data l'assenza di studi, però, cosa realmente questi animali si dicano rimane ancora un mistero e i ricercatori possono solo fare delle supposizioni.
L'idea principale è che il duetto svolga un ruolo fondamentale nel corteggiamento, con le femmine che possiedono un canto leggermente più complesso dei maschi per un motivo ancora sconosciuto agli studiosi. Saranno necessarie dunque ulteriori analisi per scoprire di più su questo sistema di comunicazione così affascinante e diverso dal nostro.
Fra gli obiettivi futuri, infatti, c'è l'esaminare le limitazioni morfologiche e neurologiche del sistema di produzione vocale, studiando la curiosa anatomia dei Tarsius spectrumgurskya. Inoltre, è necessario arricchire ancor di più il loro repertorio di vocalizzazioni effettuando nuove registrazioni per scoprire se questi animali riescono a comunicare anche nello spettro degli ultrasuoni.