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7 Gennaio 2024
9:00

Il mio cane è timido o diffidente?

Capire se un cane è timido o diffidente non è sempre facile. Un cane timido potrebbe apparire incerto, ritirato o persino ansioso, mentre la diffidenza deriva più da una predisposizione a essere cauti o sospettosi verso nuove situazioni o individui estranei.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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La comprensione del comportamento dei nostri cani è un elemento centrale per stabilire un legame sano e duraturo con loro. Molto spesso, ci troviamo di fronte a comportamenti che possono sembrare strani o incomprensibili, come la timidezza o la diffidenza: capire la differenza tra questi due tratti caratteriali e come affrontarli è importante per il benessere del nostro cane e per la nostra convivenza con lui.

La timidezza e la diffidenza, seppur talvolta manifestate con comportamenti simili, nascono da radici diverse. La timidezza è generalmente legata a una sensazione di insicurezza o ansia in situazioni nuove o in presenza di stimoli non familiari. Un cane timido potrebbe apparire incerto, ritirato o persino ansioso in situazioni nuove. Al contrario, la diffidenza deriva più da una predisposizione a essere cauti o sospettosi verso nuove situazioni o individui estranei, spesso come risultato di esperienze negative pregresse o di una mancanza di socializzazione adeguata.

Questo potrebbe anche essere un tratto legato alla genetica del cane, solitamente presente nelle razze cosiddette da guardia e difesa che tendono a non essere fiduciose verso gli sconosciuti e che hanno un basso livello di socievolezza. Solitamente spiccano in questi individui motivazioni come quella territoriale e quella protettiva. A differenza della timidezza la diffidenza spinge generalmente il cane ad indagare sulle intenzioni altrui, quando invece un cane timido tende a sottrarsi all’interazione sociale, a ritirarsi.

Come capire se un cane è timido

Un cane timido spesso mostra segni di ritrosia e ansia in situazioni che per noi potrebbero apparire quotidiane, comuni, non degne di nota. Può esitare ad avvicinarsi a nuove persone o animali, mostrare segni di disagio come leccarsi le labbra, abbassare le orecchie, ritirare la coda tra le gambe, o evitare il contatto visivo. Questi segni non sono necessariamente indicativi di paura profonda, ma piuttosto di un'incertezza o una mancanza di fiducia nell'ambiente circostante o negli individui sconosciuti presenti. Generalmente questo tratto comportamentale non influisce significativamente sul comportamento del cane in famiglia, dove il cane potrebbe essere anche molto espansivo e incline all’interazione.

La timidezza può essere influenzata da vari fattori tra cui la genetica, le prime esperienze di vita e il livello di socializzazione ricevuto. È importante notare che un cane timido non è necessariamente un cane problematico. Con il giusto approccio e supporto, può imparare a fidarsi di più e ad affrontare con maggiore sicurezza le situazioni che lo mettono a disagio.

Come capire se un cane è diffidente

La diffidenza in un cane è tutt’altra cosa: si manifesta spesso con comportamenti più eclatanti rispetto alla timidezza. Un cane diffidente può reagire abbaiando, ringhiando o persino mostrando atteggiamenti di aggressività quando si sente minacciato o insicuro rispetto alle intenzioni di un individuo sconosciuto. Nella maggior parte delle situazioni è un individuo pro-attivo, diciamo pure “spinto in avanti”. Questi comportamenti sono spesso un modo per il cane di comunicare la sua incertezza o il disagio generato dal sospetto.

Qui gioca un ruolo importante la prossemica, ossia come sono gestite le distanze tra individui in una data situazione, e come il cane interpreta i comportamenti di ingaggio – anche involontari – da parte di un estraneo: alle volte è sufficiente uno sguardo diretto per innescare una reazione assertiva da parte di un cane diffidente.

I cani diffidenti possono avere difficoltà nel concedere fiducia a persone sconosciute, nonostante queste non manifestino cattive intenzioni ne comportamenti che potrebbero indurre il cane a pensare ad una reale minaccia. Questi cani possono richiedere più tempo per adattarsi a nuovi ambienti o persone.

La loro diffidenza può essere il risultato di mancate opportunità di socializzazione o di esperienze negative passate. In taluni casi la diffidenza in un soggetto è incentivata dal contesto sociale. Per esempio una femmina potrebbe aumentare il suo livello di cautela e sospetto nei confronti degli altri quando sta accudendo la sua figliata. Oppure, mosso dal medesimo desiderio di protezione (motivazione protettiva), un cane potrebbe comportarsi in modo diffidente perché si fa carico della responsabilità di proteggere i membri umani della sua famiglia, atteggiamento che non assume quando invece è da solo, o con membri della famiglia che, a suo modo di vedere, non necessitano della sua cura. In questo caso è anche possibile che un cane si comporti così per proteggere un altro cane a lui affiliato, non necessariamente un essere umano.

Capire in quale situazione ci si trova per aiutare il cane a rilassarsi e ad allontanare lo stress non è sempre facile: un cane che si fa carico della protezione costante, anche se non incentivata da noi in modo consapevole, sopporta infatti un peso non indifferente. E' perciò opportuno, in casi simili, un consulto con un educatore cinofilo o un istruttore per evitare che questo atteggiamento reiterato sfoci in problematiche più difficili da gestire, soprattutto in un contesto sociale  complesso come potrebbe essere una città affollata.

Come aiutare un cane timido o diffidente

Per aiutare un cane timido o diffidente, il primo passo è comprendere e accettare il loro atteggiamento determinato da tratti comportamentali specifici, senza forzarli in situazioni che li mettano a disagio, o li sottopongano a stress. È essenziale creare un ambiente sicuro e confortevole dove il cane può sentirsi protetto o sollevato dal doversi confrontare costantemente con individui per lui ambigui.

Per un cane timido, l'obiettivo è costruire la sua fiducia e la sicurezza in sé stesso. Ciò può essere fatto attraverso esperienze di socializzazione controllate, introducendo nuovi stimoli gradualmente e sempre in modo positivo, che siano cioè fonte di emozioni positive come la gioia e la curiosità. È importante evitare di eccedere nella stimolazione il cane e permettergli di ritirarsi se si sente troppo a disagio.

Per un cane diffidente, il focus dovrebbe essere un'educazione che abbassi la soglia del sospetto e dell'allerta, fornendo esperienze di interazione positive con gli altri e soprattutto pratiche che diminuiscano l’ansia da protezione dei propri compagni. Significa anche lavorare sulla motivazione collaborativa chiedendo al nostro cane di non prendere l’iniziativa in determinate situazioni, in sostanza comunicandogli che “va tutto bene”, che non è il caso di preoccuparsi. Ciò include l'uso di tecniche di training positive per rafforzare atteggiamenti desiderabili e la costruzione di un rapporto basato sulla fiducia. Può essere utile lavorare con un professionista esperto per sviluppare un piano specifico per le esigenze del cane dato che ogni individuo è a sé stante e non è detto che quello che risulta adatto e efficace per l’uno lo sia in generale anche per l’altro.

In entrambi i casi, la pazienza e la coerenza sono la chiave. Ricordiamoci che i cambiamenti non avvengono da un giorno all'altro, ma con dedizione e comprensione, è possibile guidare il nostro cane verso un maggior equilibrio. Inoltre, dato che il profilo caratteriale di un individuo si consolida nel primi mesi di vita non possiamo aspettarci che un cane timido e uno diffidente rovescino drasticamente le loro peculiarità divenendo espansivi ed estroversi. Quello che conta è alleggerire la pressione sul nostro compagno a quattro zampe per una vita più serena e ricca di emozioni positive.

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Luca Spennacchio
Istruttore cinofilo CZ
Ho iniziato come volontario in un canile all’età di 13 anni. Ho studiato i principi dell’approccio cognitivo zooantropologico nel 2002; sono docente presso diverse scuole di formazione e master universitari. Sono autore di diversi saggi.
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