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Kodami Call
rubrica
27 Aprile 2023
16:17

Il Ministro Lollobrigida vuole ripristinare il Comitato tecnico faunistico venatorio

Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida vuole ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale. Il provvedimento mira a ridimensionare il ruolo dell'Ispra per tutto ciò che riguarda la gestione della fauna selvatica, soprattutto gli abbattimenti.

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Ricostituire il Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale (CTFVN). Lo prevede lo schema di decreto del Ministero dell'Agricoltura attualmente all'esame della Conferenza-Stato Regioni.

Il provvedimento del ministro Francesco Lollobrigida mira a creare un organo tecnico consultivo che possa ridimensionare il ruolo dell'Ispra per tutto ciò che riguarda la gestione della fauna selvatica, soprattutto relativamente agli abbattimenti.

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Se oggi per arrivare all'uccisione di individui appartenenti a specie protette come lupi e orsi è necessario avere l'autorizzazione del Ministero dell'Ambiente sulla base di un parere formale dell'Ispra, con la creazione del Comitato non sarà più necessario passare per l'Istituto. Il decreto prevede infatti che il nuovo organo diventi competente per l'applicazione della legge 11 febbraio 1992, n.157 "Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio".

Nelle motivazioni della bozza di decreto trasmessa alla Conferenza Stato-Regioni si legge che «per esigenze di semplificazione e snellimento dell’azione amministrativa, nonché di incremento della efficienza ed efficacia» del Comitato, si ritiene necessario «prevederne la ricostituzione con una composizione rappresentativa più snella ed efficace, rispetto a quella originariamente prevista».

Le competenze sulla fauna selvatica e la caccia, di fatto, saranno trasferite dal Ministero dell'Ambiente a quello dell'Agricoltura, realizzando uno degli obiettivi al quale i parlamentari della maggioranza stavano lavorando da tempo. La prima avvisaglia c'era stata nel dicembre 2022, quando con un ordine del giorno proposto da un gruppo di esponenti della Lega in Senato era stato proposto un iniziale riordino delle competenze dei Ministeri proprio in relazione ai selvatici.

L'odg non ebbe conseguenze, ma con il provvedimento proposto oggi la materia potrebbe finire nelle mani di Lollobrigida, lo stesso che solo poco tempo fa dichiarava che «è sbagliato guardare alle specie animali con sentimento».

Il Comitato sarà composto da sette membri, di questi tre saranno rappresentanti delle associazioni venatorie nazionali, la componente più numerosa, a cui si aggiungono anche quelli dell’Ente nazionale per la cinofilia italiana e del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina. Due esponenti apparterranno alle maggiori organizzazioni agricole nazionali, e incredibilmente, solo un posto sarà riservato all'Ispra. Saranno i cacciatori e gli esponenti del mondo agricolo a fornire «pareri tecnico-scientifici» e a decidere in ordine all'abbattimento di lupi, orsi, cinghiali e altri animali che verranno considerati dannosi per le attività umane.

In Parlamento è subito arrivata la replica al decreto da parte del co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli: «Un vero e proprio blitz, anzi un golpe contro gli animali, quello del ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare Lollobrigida. Si tratta di un provvedimento vergognoso che costituisce l’ennesimo regalo di questa destra ai cacciatori. Da notare l’esigua rappresentanza di ambientalisti e animalisti».

Dure critiche sono arrivate proprio dalle associazioni di tutela animale. Sentito da Kodami, il responsabile fauna selvatica dell'Oipa, Alessandro Piacenza, ha dichiarato: «La ricostituzione del Comitato rientra in disegno più ampio che il Governo ha perseguito fin dal suo insediamento. Non dimentichiamo che il ministro Lollobrigida è un cacciatore e che sta potenziando il ruolo delle realtà venatorie, in controtendenza con la volontà espressa dai cittadini che invece sono contrari a questa pratica».

«Ci auguriamo che il decreto non venga approvato, ma se lo fosse speriamo che venga rivista la composizione, che nella previsione del Ministro è del tutto sbilanciata, e peggiorativa». Se alla fine dovesse ottenere l'ok, l'Oipa fa sapere che «chideremo all'Unione Europea se sta rispettando le direttive».

Sul tema è intervenuto immediatamente il Wwf Italia: «Il ministro Lollobrigida si sta caratterizzando come il “ministro della caccia” dimenticando evidentemente che la fauna non è una proprietà della sempre più marginale minoranza dei cacciatori, ma rappresenta invece un “patrimonio indisponibile dello Stato” da tutelare nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale».

Anche secondo l'Enpa, si tratta dell'ennesimo tassello di un «disegno filo-venatorio perseguito soprattutto dal ministro Lollobrigida. La ricostituzione del Comitato Tecnico Venatorio Faunistico Nazionale, interamente “governato” dai cacciatori e caratterizzato da una marginalizzazione dell’ISPRA e delle associazioni animaliste e ambientaliste è un bruttissimo segnale, che prosegue nel piano smantellamento della legge 157/92, la legge che tutela gli animali selvatici».

L'Enpa auspica che qualora si intenda riproporre il Comitato Tecnico Venatorio Faunistico Nazionale, resuscitandolo, venga bilanciato il peso sproporzionato accordato ai rappresentanti del mondo venatorio, e che sia invece rafforzata la presenza del mondo scientifico, primo fra tutti Ispra, e delle associazioni animaliste e ambientaliste: «Solo in questo modo sarà possibile evitare che la crisi della biodiversità, già oggi molto seria, diventi ancora più grave».

La partita però non è ancora chiusa: il decreto è attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni che dovrà decidere se accettare o meno questo cambiamento storico nella gestione della fauna selvatica.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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