Il Mar Piccolo è un'insenatura marina situata sulla costa ionica della Puglia, a Taranto. Si tratta di una delle zone più importanti dal punto di vista idrogeologico, ecologico e storico della regione, ma è anche oggetto di preoccupazioni per la conservazione della sua biodiversità.
Il Mar Piccolo di Taranto da anni sopravvive in un costante equilibrio tra minacce di origine antropica e progetti di conservazione. Per comprendere meglio questa affascinante zona, abbiamo intervistato Giovanni De Vincentis, presidente del WWF Taranto. Il WWF è operativamente presente a Taranto già dal 1991 che, grazie alle collaborazioni con Fondazione Con il Sud e il Comune di Taranto, ha potuto istituire l’Ecomuseo e il Parco del Mar Piccolo.
Quando diciamo che il Mar Piccolo è ricco di biodiversità, cosa intendiamo?
Il Mar Piccolo è noto per la sua ricchezza di biodiversità marina ed è un importante habitat per una varietà di specie di pesci, molluschi, uccelli acquatici e terrestri e altre forme di vita marina. Questa particolarità è evidenziata anche dal grande interesse che numerosi biologi e naturalisti di tutta Europa mostrano nei suoi confronti.
Il WWF ha censito in questa zona oltre 140 specie di avifauna terrestre e marina; tra le specie presenti, si trovano anche i fenicotteri rosa, che qui sostano durante le loro migrazioni, ed altre specie come l’airone cenerino, la garzetta, il cavaliere d’Italia, il falco pellegrino e il falco pescatore.
I fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) sono uno dei punti di forza dell’avifauna migratoria del Mar Piccolo, nello specifico nell’area della Palude la Vela. Stiamo osservando come la loro presenza stia cambiando negli anni. Prima era possibile trovarli solo nel periodo compreso tra maggio e settembre, mentre adesso si iniziano ad osservare anche nei periodi invernali, quando questi uccelli si trovano normalmente nelle paludi africane. La tendenza alla stanzialità di questi animali, tranne nei mesi prettamente più freddi, ci fa pesare che qui stiano trovando un habitat e un clima a loro favorevole.
Nel Mar Piccolo c’è un altro grande protagonista, parliamo del cavalluccio marino. Questa popolazione è la più importante del Mediterraneo ed è composta da due specie diverse: l’Hippocampus hippocampus e l’Hippocampus guttulatus. La presenza di questi animali è un indicatore biologico naturale di grande importanza che ci dà un chiaro segnale della purezza di queste acque, grazie anche alla presenza dei Citri.
I Citri sono delle sorgenti di acqua dolce che sboccano dalla crosta terrestre sottomarina e che erogano milioni di litri d’acqua dolce al giorno, che consente di ridurre il tasso di salinità e svolge un importante ruolo di termo-regolazione.
A completare la magica biodiversità di questo favorevole luogo ci pensa la popolazione semi-stanziale di tartarughe Caretta caretta, che il WWF monitora costantemente, oltre a proteggerla dalla minaccia costituita dall’uomo.
Quali sono le minacce alla biodiversità?
Il Mar Piccolo è stato in generale vittima di forti maltrattamenti. Fin dall’800 infatti per interessi militari ed industriali questo territorio è stato violentato. Inoltre, la pesca e la mitilicoltura indiscriminata come anche lo sversamento e l’abbandono nelle acque di ogni tipo di materiale, oltre che ai residui delle lavorazioni industriali, hanno messo a forte rischio questo tesoro naturale.
A questa situazione si aggiungono alcune condotte devastanti. Le tartarughe marine, ad esempio, sono state per anni oggetto di uccisione da parte di mitilicoltori e pescatori perché ritenute un problema per la pesca e la mitilicoltura. Infatti, per anni abbiamo trovato cadaveri di tartarughe marine uccise per annegamento, legate a massi. Per fortuna questo comportamento sta tendendo a scomparire grazie anche al nostro intervento di sensibilizzazione e alla cooperazione con i mitilicoltori e i pescatori che hanno finalmente capito che questi animali non sono un pericolo ma piuttosto una grande risorsa ambientale.
Negli anni passati anche i cavallucci marini sono stati fortemente minacciati dalla pesca abusiva e dal prelievo non autorizzato e indiscriminato, che hanno seriamente messo a rischio la loro sopravvivenza.
Un’altra attività antropica impattante che continua ad esistere, anche se in misura minore grazie alle battaglie effettuate dalle istituzioni, è la pesca abusiva con reti a maglia stretta, che mette a repentaglio la sopravvivenza degli avannotti, in quanto in queste acque numerosissime specie di pesci vengono a deporre le uova per poi uscire in Mar Grande e proseguire la loro vita da adulti.
Oggi siamo per fortuna testimoni di un cambiamento di tendenza. Il Mar Piccolo ci ha dimostrato come è stato resiliente a tutte queste invasioni e grazie ai numerosi progetti stiamo assistendo alla sua riconversione e al suo recupero. Per questo scopo, l’istituzione del Parco è un passo importantissimo che permette di vivere il Mar Piccolo non più come un luogo da sfruttare, bensì come un luogo di conservazione e di turismo ambientale, dove i visitatori possono venire ad ammirare le bellezze della natura della città di Taranto.
Quali sono i progetti di conservazione e protezione attivi?
Le autorità locali, gli enti governativi e le organizzazioni ambientali lavorano per preservare la biodiversità e ripristinare la salute dell'ecosistema.
Nel Mar Piccolo abbiamo lavorato tanto per la sensibilizzazione e la comunicazione con pescatori e mitilicoltori, che stanno gradualmente cambiando atteggiamento. Inoltre, ci sono numerosi progetti attivi in questo momento; in primis i progetti di salvaguardia e conservazione. Uno dei più importanti è il progetto che prevede il ripopolamento degli esemplari di cavallucci marini, che ci vede partecipi, insieme all’Università di Bari. Numerosi giovani che provengono dall’accoppiamento di esemplari dell’acquario di Genova saranno rilasciati, e monitorati, nelle aree protette delle nostre acque.
Un altro graduale cambiamento lo stiamo vedendo grazie all’introduzione e all’utilizzo di nuovi materiali, come il mater-bi, e allo sviluppo di nuovi derivati dalla canapa e dal lino, per quei materiali che in diversa misura sono usati nella pesca e nella mitilicoltura e per i quali esiste sempre un margine di dispersione in mare. Sono infatti attivi progetti in collaborazione tra il WWF, Slow Food e il Comune di Taranto per fare questa inversione. Ci sarà bisogno di tempo ma stiamo lavorando sodo.
Inoltre, il WWF è attivo anche in progetti di ripiantumazione con lo scopo di rigenerare la flora autoctona che negli anni è andata persa a causa di incendi, specialmente all’interno della Palude La Vela.
Per ultimo, sta lavorando, e siamo in grande attesa, per la definizione delle competenze e dell’instaurazione dell’ente di gestione, per garantire la spinta giusta per la gestione di questo parco.”
Nel Mar Piccolo si possono svolgere anche attività ricreative e godere delle sue bellezze naturali?
Oggi, il Mar Piccolo, specialmente grazie alla sua riconversione è anche una destinazione turistica e un luogo popolare per le attività ricreative come la vela, il windsurf e il kayak. Le sue acque tranquille, le bellezze naturali e la sua biodiversità hanno la potenzialità di attirare visitatori interessati a gite e attività nel pieno rispetto della natura.
Il WWF Taranto organizza, ad esempio, nelle acque del Mar Piccolo delle escursioni in kayak aperte a tutti, cittadini e turisti, con il fine di avvicinare le persone a questo magico ecosistema e di diffondere conoscenza sulla sua biodiversità e sui progetti di conservazione, oltre che a sensibilizzare i visitatori rispetto all’impatto che l’essere umano ha su questi equilibri.