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8 Luglio 2023
16:00

Il maltrattamento ambientale: occorre riconoscerlo per applicare la norma

Una delle forme di maltrattamento meno perseguite è quello ambientale, dovuto cioè alle condizioni in cui un animale viene custodito e non a seguito di atti violenti posti in essere contro un animale.

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allevamento mucca

Il maltrattamento di animali è ancora un reato poco indagato, non perseguito a sufficienza e non riconosciuto in molte delle sue innumerevoli declinazioni. A questo si aggiunge che l’operatività viene spesso rallentata dalla convinzione che, per valutare la presenza del reato, sia sempre necessaria la presenza di un veterinario del servizio sanitario nazionale. Una condizione che risulta essere assolutamente accessoria: come tutti gli accertamenti tecnici si tratta di un’attività rimandabile qualora il PM decida di fare ulteriori approfondimenti o accertamenti.

Questo in particolare quando la Polizia Giudiziaria svolge correttamente la sua attività di “congelamento della scena del crimine” e di acquisizione di tutte le prove necessarie come previsto dal Codice di Procedura Penale. Senza voler sminuire l’attività del veterinario ma semplicemente rimettendola nella giusta casella in cui la normativa da sempre l’ha collocata, quella di essere una consulenza tecnica. Che può essere svolta, peraltro, non soltanto da un veterinario pubblico ma anche da un libero professionista e anche da un veterinario in forza a un corpo di polizia, in particolare quando gli accertamenti possano riguardare esponenti legati alla criminalità organizzata.

Una delle forme di maltrattamento meno perseguite è quello ambientale, dovuto cioè alle condizioni in cui un animale viene custodito e non a seguito di atti violenti posti in essere contro un animale. Questo reato può integrare sia il reato contravvenzionale previsto dall’articolo 727 C.P. (la detenzione in condizioni incompatibili) che l’ipotesi delittuosa prevista dagli articoli 544 ter e bis, in caso si arrivi alla morte dell’animale. In questi casi la sofferenza causata all’animale non dipende da azioni dirette ma da una o più situazioni che impediscono all’animale di vivere in condizioni di benessere, se si tratta di un animale domestico, o quantomeno nelle condizioni minime stabilite per legge dalle diverse disposizioni che regolano specifiche attività come l’allevamento, la sperimentazione o i circhi, per ricordare le più note dove le condizioni ambientali rivestono un’importanza particolare.

allevamenti, foto copertina | Kodami

A tal proposito bisogna ricordare che il principio di prevalenza delle leggi speciali (quelle che regolamentano determinate attività) rispetto alle leggi ordinarie, come il Codice penale, vale sino a quando i comportamenti non travalicano i limiti indicati. Per fare un esempio l’allevamento degli animali per scopi alimentari è regolamentato da normative speciali, di derivazione comunitaria, che prevedono autonome sanzioni per le violazioni, ma se un operatore prende a bastonate un animale o se un animale ferito o malato viene lasciato volutamente senza cure, questo rientra nel maltrattamento ordinario.

Per comprendere quanto le condizioni di detenzione possano essere fonte di sofferenza per un animale e soprattutto per farlo riconoscere come tale al magistrato che dovrà occuparsi di fare le valutazioni del caso è possibile riferirsi, come parametro di riferimento, al rispetto delle “5 libertà” sancite dalla Commissione Brambell sin dagli anni 60 del secolo scorso:

  1. libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione, mediante il facile accesso all'acqua fresca e a una dieta in grado di favorire lo stato di salute
  2. libertà di avere un ambiente fisico adeguato, comprendente ricoveri e una zona di riposo confortevole
  3. libertà da malattie, ferite e traumi, attraverso la prevenzione o la rapida diagnosi e la pronta terapia
  4. libertà di manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche, fornendo spazio sufficiente, locali appropriati e la compagnia di altri soggetti della stessa specie
  5. libertà dal timore, assicurando condizioni che evitino sofferenza mentale.

Un ulteriore e fondamentale indicatore si trova nella definizione di benessere animale di Broom e Johnson (1993), universalmente riconosciuta dalla comunità scientifica, individuata come “lo stato di un individuo per quanto concerne i suoi tentativi di adattarsi all'ambiente”. Minore sarà la difficoltà di dover operare continui adattamenti, alcune volte impossibili, e maggiore sarà lo stato di equilibrio e benessere dell’animale in relazione con l’ambiente che lo ospita.

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Per questo è molto importante che il personale che svolge l’accertamento, siano operatori di Polizia o ausiliari incaricati, consideri l’animale come una parte di un insieme costituito anche dall’ambiente che lo ospita. Occorre quindi raccogliere tutte le prove utili a dimostrare l’inadeguatezza del luogo e la sofferenza causata, cominciando dalle misure esatte dello spazio, per arrivare alle condizioni di luce e di temperatura, allo stato delle superfici calpestabili, alla presenza di acqua di bevanda e alla possibilità di svolgere corretti movimenti, adeguati alle necessità, anche etologiche, della specie.

Tutti questi parametri, che devono essere raccolti in modo preciso e sistematico, vanno messi in relazione con la specie animale oggetto dell’accertamento e cristallizzate in rilievi fotografici che, in caso di sequestro, andranno indicati e allegati all’atto di polizia giudiziaria. Maggiore è la qualità degli accertamenti fatti all’atto del primo controllo e più alte saranno le possibilità, in caso di contestazione del maltrattamento di poter arrivare in prima battuta alla convalida di un sequestro e nelle fasi successive a una condanna.

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Ermanno Giudici
Esperto in diritti degli animali
Mi occupo di animali da sempre, ricoprendo per oltre trent’anni diversi ruoli direttivi in ENPA a livello locale e nazionale, conducendo e collaborando a importanti indagini. Autore, formatore per le Forze di Polizia sui temi dei diritti degli animali e sulla normativa che li tutela, collaboro con giornali, televisioni e organizzazioni anche internazionali.
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