Un colossale capodoglio fossile lungo più di diciassette metri che abitava anticamente gli oceani terrestri di 13 milioni di anni fa rimette in discussione la competizione con i megalodonti come "predatore più feroce degli oceani preistorici" degli ultimi 15 milioni di anni.
Una creatura dalle fattezze bibliche, che difatti è stata chiamata dai suoi scopritori Livyatan melvillei in onore di due famosissimi mostri marini della finzione letteraria: il leviatano e Moby Dick, protagonista dell'omonimo romanzo di Herman Melville.
Secondo i ricercatori che hanno descritto la specie in un articolo pubblicato su Nature, l'enorme creatura marina riusciva a cacciare altre balene e mammiferi marini.
Un vero leviatano in carne ed ossa
Nella letteratura dell'Antico Testamento, il leviatano è una creatura con la forma di un serpente marino, incarnazione del caos che scuote gli oceani e che minaccia i mortali.
Il suo omonimo fossile è invece una specie estinta di odontocete fiseteroide (e quindi ad essere pignoli più vicino ai delfini rispetto alle balene) affine ai moderni capodogli, vissuta durante l'epoca del Miocene, circa 12-13 milioni di anni fa. Ma non era l'unico grande predatore degli oceani di quel periodo, con cui condivideva l'apice delle reti trofiche: contemporaneamente, negli oceani miocenici vivevano anche altre creature carnivore di dimensione comparabile, come lo squalo megalodonte. Le loro prede abituali erano balene franche, iperodonti, delfinidi e focene, squali, tartarughe marine, foche e uccelli marini, oltre a una vasta varietà di pesci ossei.
Dalla particolare conformazione del cranio di leviatano si pensa che fosse dotato dell'organo spermaceti, una struttura ancora presente nei moderni capodogli usato nell'ecolocalizzazione e nella comunicazione, o per speronare le prede.
Leviatano contro megalodonte
Le misteriose ossa dell'animale sono state ritrovate nel 2008 sulle Ande, in Perù. Poco dopo la sua scoperta, il dottor Oliver Lambert del Museo di Storia Naturale in Francia ha commentato: «Questo capodoglio potrebbe tenere saldamente grandi prede con i suoi denti serrati, infliggere ferite profonde e strappare grandi pezzi dal corpo della vittima».
Altri ritrovamenti più recenti che mostrano segni di morsi di squalo suggeriscono addirittura che leviatani e megalodonti si affrontassero in cruenti scontri nei pressi delle carcasse di cui entrambi si nutrivano.
Ma mettiamo a confronto questi due supercarnivori: secondo le stime dei paleontologi, il megalodonte avrebbe potuto raggiungere dimensioni maggiori, fino a 18 metri, contro i 13-17 metri del leviatano. Tuttavia comparando i denti, unica struttura rinvenibile per i pesci cartilaginei, la competizione si ribalta completamente: i denti del mammifero marino misurano in media 36 centimetri, contro i "soli" 13 centimetri dei denti di megalodonte.