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scheda razza
7 Maggio 2022
15:00

Il Lagotto Romagnolo, il re del tartufo

  • Origine: Italia
  • Standard: FCI Standard N° 298/ 11.10.2019 Gruppo 8 - Cane da riporto, da cerca, da acqua. Sezione 3 - cane da acqua
  • Taglia: media
  • Altezza: 43-46 cm.
  • Peso: 13-16 Kg
  • Pelo: riccio, molto fitto, morbido e lanoso, di molti colori dal bianco al marrone, all’arancione con macchie o focature
  • Vita media: 15-16 anni
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Validato da Elena Garoni
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Il Lagotto Romagnolo, chiamato anche semplicemente Lagotto, è un'antica razza italiana, originaria delle zone paludose sulle foci del fiume Po. Viene considerato un cane da riporto in acqua, ma è anche l’unica razza al mondo ad essere specializzata nella ricerca del tartufo. Con il suo mantello riccioluto “da pecorella” potrebbe essere confuso con il Barbone ma, anche se ci sono delle somiglianze, si tratta di due razze diverse. Tecnicamente, il Lagotto non rientra nel gruppo dei cani da compagnia, ma in quello dei cani d’acqua, cioè dei cani da riporto di uccelli acquatici. I suoi ricci, in origine, servivano proprio per proteggerlo dall’umidità, impedendo all’acqua di depositarsi sulla pelle, la quale è protetta anche da un fitto strato di sottopelo.

socialità

  • Rapporto con la famiglia umana3
  • Rapporto con altri umani3
  • Rapporto con altri cani3
  • Rapporto con altri animali in casa1

attività

  • Attività fisica3
  • Giocosità3
  • Ricerca3
  • Riporto3
  • Guardia0

adattabilità

  • Vita in città3
  • Adatto come primo cane3
  • Adattabilità ai viaggi3
  • Tolleranza alle temperature calde1
  • Tolleranza alle temperature fredde1

cure e salute

  • Cura del pelo1
  • Predisposizione alle malattie1
  • Attenzione all'alimentazione0

motivazioni

  • Epimeletica3
  • Affiliativa3
  • Comunicativa2
  • Et epimeletica3
  • Somestesica0
  • Sociale2
  • Protettiva0
  • Territoriale0
  • Possessiva0
  • Competitiva3
  • Perlustrativa3
  • Predatoria3
  • Sillegica3
  • Esplorativa3
  • Di ricerca3
  • Cinestesica3
  • Collaborativa3
Che cosa sono le motivazioni?Scopri tutti i desideri e i bisogni dei cani
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Questi cani hanno un’enorme vitalità e sono in grado di trasmettere allegria anche ai loro umani, a cui si affidano completamente creando relazioni incredibilmente profonde. Chi ha vissuto con un Lagotto lo sa: sono cani che entrano nel cuore e diventano davvero compagni inseparabili e saggi, capaci di relazionarsi diversamente con ogni individuo della famiglia e felici di svolgere tutte le attività quotidiane insieme al suo gruppo.

Parlando di lui, sembra davvero che i cani appartenenti a questa razza abbiano solo pregi ma fa bene ricordare che si tratta di soggetti con un profondo bisogno di trascorrere molto tempo in libertà nella natura e, per assicurarsi che possano davvero vivere felici, bisogna conoscere e condividere con loro anche questa passione.

Un Lagotto che vive lontano dai boschi, dalle colline e dalla libertà dei prati è un Lagotto triste, quindi non pensiate di aver trovato il compagno ideale solo perché non perde pelo ed è molto socievole: quando si adotta un Lagotto, bisogna acquistare scarponi, zaino, giacca a vento e prepararsi all’avventura.

Origine

Italia

Standard

FCI Standard N° 298/ 11.10.2019

Gruppo 8 Cane da riporto, da cerca, da acqua.

Sezione 3 cane da acqua.

Aspetto

Il Lagotto Romagnolo è un cane di taglia media che raggiunge mediamente i 43/46 centimetri. I maschi sono leggermente più grandi rispetto alle femmine e pesano circa 14/16 chilogrammi (le femmine circa 13 o 14). Il suo aspetto è caratterizzato dal pelo riccio, molto fitto, morbido e lanoso, che può essere di molti colori dal bianco al marrone, all’arancione con macchie o focature.

Alimentazione, cura e mantenimento

Il Lagotto Romagnolo ha un pelo lanoso che non ha odore, non necessita di molte cure e non ha la muta stagionale caratteristica di molte altre razze. Bisogna, però, evitare le toelettature eccessive, perché il pelo funge anche da termoregolatore e, se privato di questo strato, rischia di soffrire sia il freddo che il caldo.

Generalmente gode di ottima salute, ma può essere predisposto a alla JE, ovvero una neuropatologia degenerativa causata da una mutazione genetica.

Motivazioni

Perlustrativa, esplorativa, predatoria, affiliativa, epimeletica, collaborativa, sillegica, cinestesica, et epimeletica, di ricerca.

Amante di

Correre nella natura per scoprire gli odori del suolo, condividere le giornate con i suoi umani, incontrare cani e collaborare nelle attività quotidiane.

Origini e storia

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P.A. Barbieri, Ritratto del Guercino e della sorella Lucia Barbieri assieme a un cane Lagotto Romagnolo

Il Lagotto Romagnolo è un cane dalle origini molto antiche. I primi ritrovamenti archeologici che dimostrano la sua presenza accanto all’uomo risalgono, infatti, addirittura al VI secolo a.C. e sono stati individuati nei pressi della necropoli etrusca di Spina, in provincia di Ferrara.

Le immagini di un cane dal pelo ispido e arricciato, tipico del Lagotto, sono state individuate nelle raffigurazioni delle attività di caccia e di pesca dei popoli che, al tempo, vivevano affacciati sulle coste Nord Orientali del nostro paese. All’epoca, il Lagotto accompagnava l’uomo nelle attività venatorie, ma lo aiutava anche a recuperare le reti dopo la pesca.

Tra l’altro, c’è un’ipotesi secondo la quale il Lagotto discenderebbe dal Barbet, un’altra razza “acquatica” dal pelo riccio, anticamente diffusa tra i popoli dell’Oriente, con cui gli Etruschi intrattenevano rapporti commerciali.

Nei secoli successivi, furono proprio gli antenati dei Lagotti Romagnoli ad essere trasportati verso Occidente, raggiungendo la Penisola Iberica dove, durante la conquista dei Mori, diedero origine ad una razza nuova: il Perro de Agua Español.

Anche Linneo, il padre della moderna classificazione scientifica, secondo gli esperti si sarebbe ispirato a questa razza di origine italiana per definire il Canis acquaticus, che riconosceva come una tipologia di cani diffusa da tempo nel bacino del Mediterraneo.

Dopo la scomparsa della civiltà etrusca, questi cani vivaci e resistenti continuarono a diffondersi nelle zone costiere dell’Adriatico, raggiungendo anche l’attuale Friuli e il territorio croato.  La loro presenza continua ad essere testimoniata anche nell’arte medievale. All’interno del Palazzo Ducale dei Gonzaga, ad esempio, si trova un affresco del Mantegna che rappresenta Ludovico Gonzaga con un Lagotto. Anche i libri di folklore e di costumi dei cacciatori riportano questi cani, utilizzati per il riporto della selvaggina d’acqua nelle zone lagunari delle foci del Po fino all’epoca delle grandi bonifiche di fine ‘800.

Chi si occupava della caccia alla selvaggina in queste zone così umide del nostro paese, spesso svolgeva anche un’altra attività considerata signorile e affascinante, ovvero la ricerca dei tartufi, i preziosi tuberi allora molto più abbondanti di oggi. E fu proprio così che, l’inseparabile Lagotto Romagnolo, divenne l’unica razza al mondo specializzata in questa disciplina.

A lui veniva riconosciuta un’enorme affidabilità e, infatti, i cacciatori lo portavano con sé anche in barca, consapevoli di essere in compagnia di un cane coraggioso, ostinato e leale, in grado di tuffarsi in acqua anche nelle giornate dal clima più rigido, per poi riportare i volatili che venivano abbattuti a distanza. A rendere possibile queste abilità è stato il suo pelo riccio e fittissimo, dotato di un sottopelo abbondante, impermeabile e idrorepellente, grazie al quale non soffriva mai il freddo. Ed è ancora una volta da questa particolarità che deriva il suo nome, nato nel dialetto romagnolo. “Can Lagòt”, in Romagna è sinonimo di “cane da acqua”. Con le bonifiche delle zone costiere, i territori lagunari sono più ristretti e il Lagotto ha perso sempre più la sua funzione di cane acquatico, ma ha mantenuto, invece, quella del tartufaio.

Il passaggio dall’ una all’altra attività è stato piuttosto graduale, ma viene datato dagli esperti della razza tra il 1840 e il 1890. Purtroppo, a partire dall’intervallo di tempo tra le due guerre mondiali, l’Italia Nord orientale è stata testimone di un evidente cambio di utilizzo del terreno, passando ad un’agricoltura industriale che ha causato anche una diminuzione del numero di  tartufi.

Ancora una volta però, il Lagotto Romagnolo ha saputo adattarsi ai cambi dell’ambiente e dell’utilizzo diventando ora il compagno ideale per la ricerca del tartufo sulle colline nei mesi invernali. Anche in questo caso, a permettergli di svolgere la mansione affidatagli dall’uomo è stato, come sempre, il suo mantello, che gli permetteva, e gli permette ancora oggi, di affrontare ogni intemperia senza temere il freddo.

A partire dal 1920 si diffuse quindi anche sugli Appennini Romagnoli, facendosi apprezzare anche nell’entroterra e sulle Alpi. Ciò che ha sempre caratterizzato la selezione di questa razza per mano dell’uomo è un’elevata preferenza per le abilità degli individui nelle mansioni che gli venivano affidate, piuttosto che per il loro aspetto esteriore, che rimane ancora oggi decisamente rustico.

Queste attenzioni hanno fatto dei Lagotti Romagnoli un cane estremamente longevo, tendenzialmente sano e privo di quelle patologie che riguardano soprattutto le razze selezionate su base estetica. Nella ricerca del cane perfetto, però, i tartufai rischiarono di perdere la razza a causa di incroci improbabili con i Segugi e con i Terrier.

Negli anni Settanta, fortunatamente, un gruppo di appassionati si dedicò a recuperare l’originale Lagotto Romagnolo, che divenne presto la tredicesima razza di origine italiana.

Nel 1988 venne fondato il Club Italiano Lagotto, che oggi conta circa 300 soci in tutto il mondo. Nel 1992 la razza ottenne poi il riconoscimento da parte di ENCI ed FCI e, negli anni a venire, la sua diffusione raggiunse molti paesi europei.

Al giorno d’oggi viene spesso adottato dai cercatori di tartufi, oppure da famiglie giovani, attive e sportive che, soprattutto nelle zone montane del nostro paese, amano trascorrere il proprio tempo libero all’aperto, sulle montagne, in compagnia di un cane vivace e intraprendente. Un cane che, ogni tanto, insegue qualche odore degli animali selvatici, ma ama tornare a controllare dove sono i suoi umani e sedersi al loro fianco sulle terrazze dei rifugi.

Motivazioni (desideri e bisogni)

Il Lagotto Romagnolo è un cane estremamente vivace che, quando i suoi umani aprono le porte dell’auto e si trova all’inizio di un sentiero, fatica a contenere la sua gioia.  Ha quell’energia e quella vitalità che ricorda i cani da caccia, senza però condividere con loro l’emotività e la vocazione per i lunghi inseguimenti dei selvatici. Grazie all’ottimo fiuto, può allontanarsi, ma generalmente tornano presto, a meno che non si perda a scavare quella buca che sembrava avere un odore curioso.

I Lagotti Romagnoli sono cani che hanno voglia e bisogno di avventura e di sentirsi stanchi alla sera, sul divano, davanti al caminetto, dove si asciuga il morbido pelo. Non gli importa doversi sporcare sotto la pioggia o nella neve, loro desiderano girarsi verso di voi e scoprire che, insieme, continuate anche sotto al diluvio nella stessa direzione. Oltre alle doti perlustrative ed esplorative, hanno anche una sviluppatissima motivazione affiliativa e, quindi, amano la compagnia dei propri umani, pur mantenendo l’autonomia decisionale tipica dei cani che, nella loro storia, hanno svolto a lungo attività venatorie.

Hanno, ovviamente, una motivazione di ricerca estremamente sviluppata, abbinata ad un ottimo fiuto e un’instancabile curiosità. Con loro ci si può divertire per ore a nascondere e cercare oggetti, persone, cibo, nuovi sentieri, chiavi della macchina perse al suolo e qualunque altra cosa vi venga in mente. Più voi vi divertite, più il Lagotto trova l’energia per continuare.

Alcuni tartufai comprano questi cani per utilizzarli nella ricerca, ma se ne sbarazzano rapidamente se non li ritengono sufficientemente performanti. Spesso vengono anche maltrattati, oppure trattati con durezza per evitare che mangino o rosicchino il tartufo che hanno trovato. Per questo motivo, negli anni si sono moltiplicate le associazioni di rescue che si concentrano unicamente su questa razza e favoriscono l’ adozione consapevole degli individui traumatizzati dal loro passato. Prima di  comprare un Lagotto, si può quindi decidere di rivolgersi al canile della propria zona, oppure ad una di queste associazioni: probabilmente si trova proprio lì il cane adatto a voi.

Aspetto fisico

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Un Lagotto Romagnolo

Il Lagotto è un cane di taglia media, dalle proporzioni equilibrate e dalla corporatura rustica, proprio come i compiti che gli sono sempre stati affidati. Il mantello è di tessitura lanosa, con cordature sottili e stretti riccioli a forma di anello che aumentano di dimensione verso i baffi e le sopracciglia. Può essere di colore bianco con macchie marroni o arancio, ma anche completamente arancione, marrone o focato con la maschera del muso marrone. L’altezza al garrese è mediamente di 46 centimetri per i maschi e 43 per le femmine e generalmente un maschio adulto non supera i 16 chilogrammi (14 per le femmine). Ha il tartufo voluminoso e il muso piuttosto ampio, un po’ più corto del cranio. Ha occhi grandi e rotondi e le orecchie hanno una forma triangolare con le punte arrotondate. Le zampe sono muscolose ma l’ossatura non è spessa. La coda, infine, è spessa e si assottiglia verso l’estremità, senza mai arrotolarsi sul dorso.

Cura e salute

Il Lagotto è un cane dall’aspetto molto particolare dato dal suo folto pelo riccio, il quale non viene perso nei cambi di stagione ed è a crescita continua. Questa caratteristica rende meno impegnative le attività di cura del suo mantello, che funge anche da protezione per il caldo e per il freddo, e può essere semplicemente accorciato con le forbici in caso di necessità.

Il Lagotto perde pochissimo pelo, quasi zero, ma se non lo spazzolate, nel suo mantello lanoso rischiate di trovarci qualsiasi cosa: dalle foglie ai forasacchi, per non parlare dei nodi. Un minimo di cura quotidiana è indispensabile, soprattutto per la zona degli occhi e delle orecchie, dove i peli misti al cerume possono anche causare l'otite. Alcuni consigliano la tosatura due volte l’anno, attenti però a due cose: 1) rivolgetevi solo a specialisti, e 2) non accorciate troppo, perché comunque il manto funge da scudo, e protegge il cane sia dal freddo che dal caldo eccessivo.

A proposito del pelo che non cade, di solito, proprio per questo fatto, il Lagotto è considerato un cane ipoallergenico. Ma è davvero così? Nì, dipende dal tipo di allergia: gli allergeni -cioè, le particelle microscopiche che scatenano le allergie – possono trovarsi nei peli caduti, ma anche nelle scaglie di pelle morta, o nella saliva. Va preso in esame caso per caso.

Generalmente gode di ottima salute e, grazie alla leggerezza del suo corpo, non è molto predisposto alla displasia dell’anca. Potrebbe tendere ad ingrassare, quindi è bene fornirgli una dieta sana ed equilibrata che sia in linea con la quantità di attività motoria svolta durante la giornata. Questa razza è particolarmente predisposta alla JE, ovvero una neuropatologia degenerativa causata da una mutazione genetica. Si tratta di un cane che ama muoversi nell’erba alta e negli ambienti ricchi di fauna selvatica, procuratevi quindi un ottimo parassitario adatto all’ambiente che frequentate più spesso.

Cosa fare con un Lagotto Romagnolo

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Cosa fare con un Lagotto Romagnolo?

Se volete vederlo davvero felice, prendetevi il pomeriggio libero e andate nel bosco. Togliete il guinzaglio e guardatelo con ammirazione mentre mette il muso a terra alla ricerca degli odori che voi non potete sentire.

Non dovrete preoccuparvi di incontrare altri cani, perché il Lagotto non ha un’attitudine conflittuale con i suoi simili e, anzi, si pone spesso in maniera piacevole e curiosa, senza il desiderio di imporsi. I cani di questa razza, infatti, preferiscono di gran lunga prendere le distanze dai possibili conflitti.

Insegnategli a cercare e trovare gli oggetti e le persone nascoste, perché questo genere di attività lo renderanno davvero orgoglioso dei suoi talenti olfattivi.

Se vivete in collina e avete una relazione profonda con lui, potrete anche dedicarvi alla ricerca di tartufi, perché ancora oggi, questo compito è perfettamente in linea con le sue motivazioni e con le sue necessità etologiche, che lo portano ad avere il desiderio di muoversi molto e di collaborare con i suoi umani.

Relazione e contesto ideale

Questo cane viene talvolta considerato anche un cane da compagnia e, sebbene sia una definizione decisamente riduttiva rispetto all’enorme personalità del Lagotto, è vero che non disprezza il tempo insieme a tutti i suoi umani, bambini compresi, a patto che vengano rispettati i suoi spazi e che le interazioni con i più piccoli siano sempre sorvegliate dagli adulti.

Se ci sarà un piccolo spazio per lui sul divano, sarà felice di riempirlo e, mentre sonnecchia stanco dopo le corse del pomeriggio, ascolterà volentieri le vostre voci intorno a lui. Cerca una famiglia che non si crei problemi nello sporcarsi di fango e umani che, nel fine settimana, trascorrano il tempo con lui e tornino a casa solo la sera, infreddoliti dalle lunghe ore a spasso.

Per vivere con lui non bisogna essere ansiosi, perché si tratta di un cane che ha realmente bisogno di disporre quotidianamente della libertà dal guinzaglio e, in alcuni momenti, potrebbe anche uscire dalla vostra vista. Se ha la possibilità di muoversi regolarmente, perlustrare i prati ed esplorare ogni centimetro di terra intorno a lui, il Lagotto è un cane che può vivere anche negli ambienti urbani, perché è socievole e generalmente non soffre eccessivamente la presenza delle persone. Se invece viene obbligato a trascorrere la vita legato al guinzaglio, oppure non gli viene assicurata la tutela delle sue necessità e dei suoi bisogni, il Lagotto potrebbe anche ricordarsi che, in passato, era un cacciatore. In questo caso inizierà quindi, ad inseguire le biciclette, le auto, gli atleti al parco, come se fossero le anatre dei tempi in cui accompagnava gli uomini nelle attività venatorie.

Obbligare questi cani ad una vita così misera non è solo triste, ma è anche un vero e proprio peccato, perché si perde l’enorme occasione di avere al proprio fianco un vero amico, saggio e affidabile.

Una giornata con un Lagotto Romagnolo

Quando vi svegliate, lo vedete davanti a voi intento ad osservarvi e scodinzolare energicamente. Gli fatte cenno di salire sul letto accanto a voi e lui, soddisfatto, si sistema ai vostri piedi per godersi gli ultimi momenti prima del risveglio di tutta la famiglia. Quando suona la sveglia, vi guarda mentre vi alzate e rimane ancora un istante sulle morbide coperte, prima di seguirvi emozionato in cucina. Fate colazione insieme, voi a tavola e lui nella sua ciotola, poi andate a svegliare i bambini e il cane vi accompagna. Quando siete tutti pronti per uscire, il lagotto saltella intorno alla sua pettorina, impaziente di attraversare la soglia con voi come ogni giorno, iniziando una nuova avventura.

La giornata infatti, inizia sempre con la passeggiata per portare i bambini a scuola. Poi andate al parco, dove non vedete l’ora di togliergli il guinzaglio e lasciarlo correre negli ampi spazi verdi del giardino pubblico. Quando arrivano gli altri cani del quartiere, il vostro Lagotto si avvicina curioso, li annusa, trascorre con loro qualche istante, ma poi rimette il naso a terra e si allontana leggermente, tenendovi sempre sotto controllo.

Tornate verso casa insieme e gli dedicate qualche istante di coccole prima di uscire per andare al lavoro. Al ritorno, vi accoglierà sempre con lo stesso buon umore, consapevole del fatto che, prima di tornare verso la scuola per recuperare i bambini, andrete nella campagna dietro casa per fare la vostra passeggiata quotidiana tra gli alberi. Prendete quindi lo zaino con l’acqua e un frutto da condividere all’ombra di una quercia e uscite tenendo il guinzaglio in mano: da quelle parti non ci sono pericoli e potete godervi la libertà.

Quando trovate il posto ideale per fare merenda, vi fermate e dividete a metà la mela che avevate portato da casa. La prima metà la mangiate voi, mentre la seconda andate a nasconderla nell’erba alta, per poi dire al vostro cane di cercarla e guardarlo da lontano mentre si muove con il naso fisso a terra. Arriva l’ora di recuperare i bambini e vi avviate insieme verso la macchina. Quando vi trovate davanti alla scuola, il cane comincia a scodinzolare per la felicità di rivedere tutto il suo gruppo unito. Vi avviate verso casa e, una volta arrivati, come prima cosa accendete il caminetto. Il vostro Lagotto si sistema proprio lì vicino, nell’attesa che gli prepariate la ciotola della cena. Come ogni giorno la consegnate poi ad uno dei bambini che, come gli avete insegnato, la poggia a terra delicatamente. Dopo cena, i bambini giocano sul tappeto mentre il vostro cane sta tra loro guardandoli e sonnecchiando beatamente e, quando vanno a letto, si sposta con voi sul divano, dove lo accogliete volentieri e vi scambiate quello sguardo di intesa di due amici che sanno di aver trascorso una meravigliosa giornata insieme.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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