Il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare la legge trentina sugli orsi. Il testo era stato proposto dall'assessore alle Foreste Roberto Failoni, titolare anche della delega ai grandi carnivori, e approvato dal Consiglio provinciale nel marzo scorso.
Tra le diverse misure conferma la possibilità per il presidente della Provincia Maurizio Fugatti di disporre l’abbattimento dei singoli esemplari ritenuti problematici. È lo stesso presidente della Provincia, assieme all’Assessore, ad esprimere «soddisfazione per la posizione espressa dal governo riguardo ad un importante intervento legislativo che ha l’obiettivo di favorire la gestione dei grandi carnivori, permettendo alle istituzioni trentine di compiere tutti i passi necessari per la tutela della sicurezza pubblica e delle attività dell’economia di montagna», si legge in una nota.
La legge, nata da un’intesa a monte tra il livello trentino e l’esecutivo nazionale, rappresenta infatti un cambio di passo importante oltre che un risultato che guarda alla specificità del territorio provinciale, secondo i suoi promotori. Il Consiglio provinciale trentino aveva approvato le legge con una maggioranza amplia: 19 voti favorevoli, 11 astenuti e solo 2 contrari: i consiglieri Lucia Coppola dei Verdi e Filippo Degasperi di Onda. Entrambi, parlando con Kodami, hanno definito la legge come uno strumento di propaganda, utile a Fugatti dopo la campagna elettorale di questa estate fatta proprio sulla pelle degli orsi.
Il ddl n. 11, meglio noto come Legge Ammazza-orsi è andato ad abrogare parte della legge provinciale 11 luglio 2018, n. 9 relativa alle misure di prevenzione e d'intervento previste per i grandi carnivori. Le associazioni di tutela animale si erano rivolte al Governo, chiedendo alla Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Ambiente di intervenire, ma oggi il tentativo è caduto nel vuoto.
A gennaio, già il Consiglio di Stato aveva dichiarato inammissibile il ricorso della Lav, pur chiedendo alla Provincia Autonoma di Trento di applicare misure concrete per favorire la coesistenza tra orsi e persone. Cosa che per, sino ad adesso, non ha sortito effetti tangibili sugli abitanti delle valli trentine.