Il conflitto uomo-animale è un fenomeno multiforme che ha molte cause fra cui culturali ed economiche. Indipendentemente dall'origine del conflitto, però, è possibile studiare coerentemente un piano di azione e un esempio ci viene fornito dal governo dello Zimbabwe. Recentemente, infatti, ha autorizzato la creazione di un fondo per compensare economicamente le vittime degli animali selvatici, un rimborso ancora non ben definito che, però, va ad alleviare le sofferenze di chi ha subito danni a se stesso o alle sue proprietà e mitiga un rapporto con gli animali selvatici che, di questo passo, è destinato a inasprirsi sempre più.
Proprio lo Zimbabwe è stato scenario di numerosi casi di attacchi di animali selvatici sugli esseri umani e i motivi sono diversi. Innanzitutto vi è la forte espansione demografica dell'uomo che per poter costruire sempre nuovi insediamenti continua a erodere sempre di più gli ormai già frammentati habitat africani. Inoltre, la scarsità di risorse alimentari di alcuni periodi dell'anno mettono in seria competizione animali e uomo che sono costretti a correre una corsa a chi riesce ad accumulare più risorse prima della venuta del periodo sfavorevole.
Quali sono i numeri del conflitto uomo-animale
Proprio l'espansione territoriale dell'uomo è una delle principali minacce per gli animali selvatici, specialmente quelli che possiedono grandi areali di dispersione come gli elefanti. Questi ultimi, come tutti gli animali selvatici, non conoscono limiti geografici e confini territoriali umani e spesso arrivano a stretto contatto con noi.
Valicare confini che noi riteniamo di nostra proprietà è proprio uno dei principali motivo per cui l'uomo entra in conflitto con gli animali: da una parte gli animali che vogliono appropriarsi dei propri spazi per ricercare il partner con cui accoppiarsi o una nuova fonte di cibo, dall'altra c'è l'uomo che per sostenere la popolazione crescente deve appropriarsi di nuovi terreni per creare piantagioni ed edifici.
I numeri del conflitto variano molto in base all'animale preso in esame. Per quanto riguarda gli attacchi effettuati da grandi felidi all'uomo, ad esempio, un'analisi pubblicata nel 2018 sulla rivista Journal of Applied Ecology conferma come quasi un migliaio di persone sono state attaccate da leoni africani nella Tanzania meridionale tra il 1990 e il 2010, tra il 1999 e il 2005 più di mille persone sono state attaccate da leopardi nello Stato indiano di Maharashtra, mentre altrettanti attacchi di tigre persistono in Nepal e nel resto dell'India.
Altri animali con cui si entra spesso in conflitto sono gli elefanti. In uno studio americano pubblicato su Frontiers in Ecology and Evolution si riporta che proprio per colpa di questo conflitto solo l'India presenta circa 400 morti annue di persone e 100 di elefanti mentre lo Sri Lanka documenta annualmente oltre 70 morti umane e 200 di elefanti.
A complicare ancor di più un possibile calcolo degli effetti di questo conflitto c'è il bracconaggio illegale per il commercio dell'avorio degli elefanti in Africa. Le autorità della fauna selvatica del Kenya riferiscono che dai 50 ai 120 elefanti sono coinvolti in questa attività illecita e contano circa 200 morti all'anno nel conflitto uomo-elefante tra il 2010 e il 2017. Ma questi sono solo alcuni dati e molti studi effettuati in altri paesi documentano conseguenze simili o peggiori.
Dunque questi nuovi fondi del governo dello Zimbabwe arrivano proprio in un momento in cui c'è un forte bisogno di appianare le divergenze fra uomini e animali selvatici. Fondamentale, ora, non è solo il sostegno alle famiglie colpite, ma anche la volontà di costruire una nuova sensibilità che riesca ad appianare sempre più il conflitto.