Il Giappone ha annunciato la ripresa della caccia alla balenottera comune, notizia che ha suscitato preoccupazione a livello mondiale, considerando che questa specie è già minacciata di estinzione e rappresenta il secondo animale più grande del Pianeta.
Questo non è un racconto alla Moby Dick ma una cruda realtà: il paese del sol levante ha annunciato di voler mettere in mare una nuova baleniera, con la capacità di navigare fino all'Antartide, per riprendere la caccia alle balene. La decisione è stata fortemente criticata, considerando che la balenottera comune è classificata come "vulnerabile" nella Lista Rossa dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) e non solo è stata considerata una scelta barbarica e disumana, ma anche un'azione completamente anacronistica.
La balenottera comune (Balaenoptera physalus) appartenente alla famiglia Balaenopteridae, è uno dei più imponenti cetacei della Terra, secondo solo alla balenottera azzurra nelle dimensioni. Pur essendo capace di superare i 24 metri di lunghezza, la media è notevolmente inferiore. È diffusa in entrambi gli emisferi, con leggere variazioni di dimensioni tra le popolazioni settentrionali e meridionali, che alcuni studiosi considerano sottospecie distinte. Una caratteristica distintiva è la pigmentazione asimmetrica della testa, con il lato destro bianco e il lato sinistro grigio, che può aiutare a identificarla quando nuota vicino alla superficie.
Nonostante la richiesta di carne di balena in Giappone sia in calo e sempre più persone si oppongano a questa pratica crudele, il Paese ha deciso di proseguire. Anche una recente indagine in Islanda ha evidenziato il dolore prolungato che le balene subiscono durante la caccia, con ferite atroci causate dagli arpioni. Inoltre, mancano dati affidabili sulle popolazioni di balenottere comuni del Pacifico settentrionale, rendendo la sostenibilità di questa pratica ancora più discutibile. La caccia alle balene è stata vietata a livello mondiale dal 1986, ma il Giappone, insieme a Islanda e Norvegia, ha continuato sotto il pretesto della ricerca scientifica. La speranza è che il Giappone possa riconsiderare questa decisione e porre fine definitivamente alla caccia ai cetacei, compresi i i delfini uccisi nella baia di Taiji.