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7 Ottobre 2022
15:20

Il “giallo” del lupo Biondo delle Alpi Cozie: disposta la cattura per capire se è un ibrido

Il lupo Biondo era stato fotografato da una fototrappola a gennaio 2020: la colorazione molto chiara del manto ha fatto sospettare che si trattasse di un ibrido. Per preservare la specie selvatica, è necessario catturarlo e analizzare il dna.

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Il lupo “biondo” della Val Susa finisce al centro di una complessa operazione finalizzata ad accertarne il patrimonio genetico e a intervenire nel caso in cui venisse confermato che si tratta di un esemplare ibrido.

La vicenda ha avuto inizio a gennaio 2020, quando una fototrappola posizionata dai Guardiaparco delle Aree Protette delle Alpi Cozie sulla destra orografica della bassa valle di Susa aveva ripreso un lupo con una colorazione del manto molto chiara. Le immagini scattate mostravano il “Biondo” – questo il soprannome che ha ricevuto nei mesi a seguire – ben inserito nel branco, probabilmente anche con il ruolo di alfa (membro della coppia riproduttiva), ma con caratteristiche fenotipiche e morfologiche che inducevano a ritenerlo un ibrido.

Il manto marrone molto chiaro, in particolare, ha fatto sospettare che fosse un esemplare ibrido – nato cioè dall’accoppiamento tra un lupo e un cane – che mai era stato avvistato sulle Alpi, e che ha suscitato preoccupazione. L’ibridazione tra cane e lupo è infatti considerata la principale minaccia alla conservazione della specie selvatica, e l’ente parco aveva fatto immediatamente partire una segnalazione all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) per avviare un percorso coordinato di analisi e studio.

La semplice osservazione non era infatti sufficiente per una diagnosi precisa, perché l'animale presentava comunque caratteristiche tipiche del lupo italiano, come la focatura su una zampa, le orecchie larghe e triangolari, il muso massiccio. È stato quindi predisposto un monitoraggio in zona, e le tracce genetiche raccolte tra il 2020 e il 2021 hanno confermato la presenza di un lupo ibrido nei boschi della val Susa. Biondo è quindi diventato il principale “indiziato”, e i Parchi delle Alpi Cozie, la Città Metropolitana e la Regione Piemonte, con il contributo del progetto LIFE WolfAlps EU, hanno presentato a Ispra la richiesta per la cattura in modo da accertarne a tutti gli effetti il dna.

Capire se si tratta o meno di un lupo ibrido è infatti fondamentale per preservare la specie. Se il suo patrimonio genetico è riconducibile con certezza al selvatico, Biondo sarà liberato il più rapidamente possibile e restituito alla sua vita precedente. Se, invece, contiene tracce di cane da due generazioni al massimo, ci sono tre modi per impedirgli di trasmettere il dna: abbattimento, infertilizzazione o cattivazione.

Nella richiesta di cattura del “Biondo” avanzata dai Parchi delle Alpi Cozie, Città Metropolitana di Torino e Regione Piemonte all’ISPRA, si è scelto di escludere la soppressione nel caso si appurasse che è un ibrido, e si procederà dunque con l’infertilizzazione tramite l’interruzione della continuità delle vie genitali. Si tratta della tecnica meno invasiva, che comporta una minore sofferenza e non altera l’equilibrio ormonale dell’animale consentendogli, se possibile, di tornare a vivere nel proprio territorio mantenendo i rapporti gerarchici e sociali all’interno del branco. Operazioni delicate che saranno garantite dall’alta specializzazione dei veterinari del Canc (Centro animali non convenzionali) dell’Università di Torino, partner indispensabili dell’intera operazione.

«L’eventuale liberazione verrebbe accompagnata dall’installazione di un radiocollare per approfondire la conoscenza scientifica dei comportamenti dell’individuo – spiegano gli esperti del progetto LIFE WolfAlps EU, nato per migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi e garantire la conservazione a lungo termine del lupo – Se, invece, dovessero presentarsi delle complicazioni che ne impedissero la liberazione, il Biondo verrebbe condotto in un centro faunistico per consentirgli di proseguire dignitosamente la propria vita in cattività».

Resta l’aspetto più critico dell’intervento: la cattura del presunto ibrido. Si tratta infatti di un esperimento nuovo, soprattutto nel territorio alpino, che recentemente ha dato un esito positivo in Liguria dove alcuni mesi fa è stata catturata una lupa ibrida dal manto scuro che è stata infertilizzata e rilasciata in libertà. Ed è l’aspetto su cui i Guardiaparco dei Parchi delle Alpi Cozie hanno iniziato a lavorare dall’inizio dell’estate per apprendere le tecniche più incruente ed efficaci con cui dare avvio alla procedura.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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