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10 Gennaio 2023
10:34

Il ghepardo prestorico americano non era così simile al ghepardo africano come pensavamo

Un nuovo studio sembra travolgere la visione classica della specie estinta di ghepardo nord-americano. Non era in realtà un ghepardo, per quanto condividesse con la specie africana alcuni punti salienti nell'anatomia.

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Ci sono degli animali preistorici i cui resti hanno così tanto colpito l'immaginazione del pubblico da essere divenuti col tempo un vero e proprio simbolo culturale per le nazioni che ne ospitano i ritrovamenti. Fra queste specie, spiccano in America settentrionale gli antichi felini preistorici, fra cui le tigre dai denti a sciabola – un esempio per tutti lo smilodonte – e l'American cheetah, noto anche come il "ghepardo americano". Quest'ultimo probabilmente è l'animale che ha colpito di più l'immaginazione americana, poiché è vissuto fino a circa ventimila anni fa e poiché è esistito in un momento in cui nella storia del continente americano erano presenti anche i sapiens, fra le vaste praterie statunitensi e canadesi, a caccia di bisonti.

L'American cheetah, noto scientificamente col nome di Miracinonyx trumani, dalle informazioni che è possibile ricavare dai reperti tra l'altro è stato anche il più veloce predatore nord-americano dell'era glaciale. Il vero competitor della nostra specie e delle prime popolazioni indigene che cominciarono a insediarsi in America 100.000 anni fa. Forse è proprio a seguito della notevole velocità dei ghepardi se le antilocapre (Antilocapra americana), piatto principale del menù degli antichi felini, si sono adattate per avere una velocità di fuga molto elevata. La loro velocità massima raggiunge infatti i 96,5 chilometri orari, molto più alta rispetto a quella di altri animali e di quella degli attuali predatori che imperversano in America, come puma e lupi.

Considerando la sua fama di rapido predatore e di temibile ghepardo preistorico, non sorprende dunque che un team di ricercatori americani negli scorsi mesi abbia deciso di ristudiarne i fossili e di confrontare così i reperti con lo scheletro dell'attuale ghepardo africano (Acinonyx jubatus), per osservarne le differenze ed eventualmente scoprirne la parentela. Il loro articolo così è uscito sulla piattaforma iScience e ha avuto esiti imprevisti che hanno stupito gli esperti.

Si credeva infatti che il Miracinonyx trumani si fosse evoluto in modo convergente con la specie africana Acinonyx per inseguire prede veloci attraverso le praterie e gli ambienti steppici del Pleistocene nord-americano. Si è però scoperto che non è andata esattamente così.

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Le differenze craniche fra le differenti tipologie di ghepardo

Per comprendere l'eventuale parentela, gli studiosi hanno confrontato il calco del cranio delle due specie, per ricavarne le analogie ma anche le differenze. Il risultato è stata esplosivo. Usando un campione che presentava molteplici crani di ghepardi africani e di altri grandi felini, i ricercatori hanno scoperto che il cervello di M. trumani, come delle altre specie affini, era diverso rispetto a quello del ghepardo vivente A. jubatusmostrando una combinazione unica di tratti e caratteristiche rispetto ai felini viventi. Inoltre lo stesso ghepardo africano è risultato sufficientemente diverso da Miracinonyx e dalle altre specie attualmente viventi da risultare il felino più diverso da tutti. Questo ha dimostrato quindi che la loro evoluzione non è stata del tutto convergente .

«Ciò suggerisce che il caso di estrema convergenza tra Miracinonyx e il suo vicario vivente del Vecchio Mondo dovrebbe essere riconsiderato» hanno dichiarato gli studiosi, chiarendo che il ghepardo nord americano non era in realtà un vero ghepardo.

«È pur vero che la documentazione fossile attesta inoltre» continuano gli esperti « che il design morfologico "costruito per la velocità" è apparso almeno due volte all'interno dei felidi: nel Vecchio Mondo con A. jubatus e anche nel gatto "simile a un ghepardo" Miracinonyx spp. del Pleistocene nord-americano. Come evidenziato però dai dati molecolari e morfologici del cranio, il parente vivente più vicino di Miracinonyx è il puma (Puma concolor), non il ghepardo. Tuttavia, il resto della sua anatomia scheletrica è estremamente "simile a un ghepardo"».

Dunque, per quanto non si sa se la somiglianza superficiale dei reperti avesse forse tratto in inganno i primi studiosi, oggi i ricercatori sono convinti che il puma sarebbe il più vicino parente ancora in vita del vecchio ghepardo americano, non il ghepardo africano. Come però si può spiegare l'estrema velocità di questo animale, che ha percorso in velocità chissà quante volte i tratti di prateria che lo separavano dalle prede?

«Si ipotizza che una forma ancestrale di Puma – Miracinonyx abbia probabilmente avuto origine nel Vecchio Mondo, che sia poi migrata in Nord America circa 6 milioni di anni fa e che abbia dato origine sia a Miracinonyx che a Puma circa 4.0 milioni di anni fa» spiegano i ricercatori.  «Sulla base delle prove genetiche, rispetto alla somiglianza con il ghepardo africano, la spiegazione più parsimoniosa è che la morfologia "simile a un ghepardo" del corpo di M. trumani , (a differenza dell'evoluzione della testa e del cervello), sia il risultato di un'evoluzione convergente con Acinonyx ». Il rapido inseguimento della preda attraverso le praterie e le steppe del Nord America durante il Pleistocene hanno spinto quindi questo animale a specializzarsi nella corsa come il suo cugino africano.

Se perciò l'evoluzione ha spinto all'assimilazione di strategie, forme e comportamenti simili in entrambe le specie, quale differenza è possibile riscontrare nei loro cervelli tanto da spingere gli scienziati a ribadire che il Miracinonyx era differente?

Secondo i paleontologi americani, la differenza principale fra le due specie si trova nel volume dei seni paranasali, in M. trumani non così tanto allargati come A. jubatus. Inoltre il cervello del ghepardo africano differisce dagli altri felini nella forma generale, con una dorsiflessione rostrale totalmente assente nel cervello di M. trumani, che non differisce significativamente da quello di altri predatori della sua epoca e degli attuali puma.

Il cervello di M. traumani dunque per quanto presentasse uno schema unico di circonvoluzioni e solchi, non era unico come quello del ghepardo. Inoltre, se si volesse osservare nel dettaglio il corpo di entrambi gli animali, ci si potrebbe accorgere che i resti di M. trumani mostrano artigli completamente retrattili, che sono del tutto assenti invece nel ghepardo africano. M. trumani per questo possedeva fasci nervosi tipici degli animali che utilizzano gli artigli a scatto, fasci nervosi che i ghepardi africani hanno perso, a favore dei seni paranasali.

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Dimensioni dei seni paranasali in M. trumani rispetto a puma, leoni, linci e ghepardi africani

Tutto questo spinge gli scienziati americani a ritenere che i cervelli del ghepardo e del Miracinonyx non sono così convergenti come previsto e che seppur condividessero una struttura anatomica simile, erano animali molto differenti, adattatisi allo stesso stile di vita, fatto di veloci rincorse verso le prede.

Sono laureato in Scienze Naturali e in Biologia e Biodiversità Ambientale, con due tesi su argomenti ornitologici. Sono un grande appassionato di escursionismo e di scienze e per questo ho deciso di frequentare un master in comunicazione scientifica. La scrittura è la mia più grande passione.
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