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24 Novembre 2023
12:31

Il gatto si affeziona a una sola persona?

Tra le convinzioni erronee più diffuse ci sono quelle che i gatti non si affezionino alle persone, o che se accade, lo facciano soltanto verso una. In realtà i gatti sviluppano legami anche molto profondi, e complessi.

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Validato da Sonia Campa
Membro del comitato scientifico di Kodami
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Una convinzione molto diffusa tra chi non conosce bene i gatti (e a volte, troppo spesso, anche tra chi convive con loro) è che siano animali che non si affezionano alle persone. Nulla di più distante dalla realtà: i gatti sono più che capaci di attaccamento e manifestano l’affetto, anche se nel loro caso sarebbe più corretto parlare di comportamenti affiliativi, ovvero di sviluppo di legami con esseri che sentono affini. Un’altra convinzione diffusa è che si affezionino a un solo umano, ma anche in questo caso si tratta di una generalizzazione che non tiene conto di molti altri fattori importanti e di caratteristiche fondamentali del gatto. Approfondiamo meglio il tema.

Quando il gatto si affeziona?

Il gatto tende a formare personali crew, gruppi di affiliati, in cui ognuno ha i propri spazi e fa la sua vita, alternando momenti di convivialità e cura dei legami con chi è "affine". Noi li chiameremmo manifestazioni di affetto – anche perché ci gratifica e perché così funziona nel nostro mondo – mentre gli studiosi, con il rigore che li contraddistingue, preferiscono parlare di comportamenti “affiliativi”.

I gatti domestici, contrariamente ad altri animali, non sono animali sociali nel senso più stretto del termine. Gli etologi parlando di animale sociale facoltativo, o animale sociale relazionale, perché tendono a creare legami stabili, gruppi di affiliati in cui c’è spazio sia per la condivisione sia per la vita “autonoma”. Inizialmente questi comportamenti erano riservati solo alla relazione gatta-micetto o gatto-gatto, ma con la domesticazione si sono estesi anche agli esseri umani. In quanto tempo ciò accada e come accada non è possibile stabilirlo a priori.

Tutto dipende dal momento della vita in cui il gatto è entrato in contatto con l’essere umano che diventerà poi quello di riferimento, come ha vissuto la vita precedente e come vive quella successiva. Tanto per semplificare, se un gattino entra in contatto sin dalle prime settimane di vita con un essere umano, ed è poi lo stesso essere umano – sempre lo stesso e solo lui – a prendersi cura di lui e a interagire con lui, è inevitabile che sia verso questa persona che sviluppa maggiore affiliazione. Va poi tenuto conto dell’ambiente in cui il gatto vive – solo indoor, per esempio – e di quante persone interagiscono con lui, e come. È estremamente difficile che il gatto sviluppi attaccamento verso una persona che tende a ignorarlo e a condividere poco o nulla con lui. A seconda del background e della personalità del gatto, poi, impiegherà più o meno tempo a sentirsi abbastanza sicuro di sviluppare e consolidare un legame con un essere umano.

Il gatto sceglie davvero un solo umano?

Alla luce di quanto appena spiegato, non si può affermare che il gatto “scelga” uno specifico essere umano e solo e soltanto quello. Il gatto tenderà però certamente a sviluppare affiliazione, e dunque un legame, verso l’umano che ritiene maggiormente affine e che soddisfa con più frequenza e costanza i suoi bisogni, che includono il bisogno di cibo, di gioco e di coccole.

Come capire se un gatto si è affezionato a te

Non ci sono comportamenti comuni a tutti i gatti che esprimono il legame, ma si possono elencare alcuni comportamenti che – pur rientrando sempre nello spettro dell’ambivalenza, perché a seconda delle situazioni possono esprimere cose anche molto diverse tra loro – manifestano affiliazione. Dormire vicini, per esempio, è uno dei segnali più chiari: il contatto durante il sonno, mentre sono più vulnerabili, è un manifestazione di fiducia. Stessa cosa indulgere nel grooming, la toelettatura, vicino al pet mate: nel mondo del gatto, la cura di sé è un attività che crea coesione sociale e che viene fatta solo in prossimità di individui familiari. Ancora di più se il leccamento avviene sul pet mate, magari i capelli, il viso o le mani.

Anche strofinarsi contro il pet mate è manifestazione di un comportamento affiliativo, perché così facendo il gatto lascia il suo odore e marca l’essere umano come familiare e rassicurante. Rientra nello spettro dei comportamenti che riflettono questo anche fare le fusa, ricercare un contatto e mostrarsi con la coda all’insù.

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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